Assolta perché il fatto non sussiste: Luciana Gallus, 52 anni, trascinata in tribunale dal Comando dell'Esercito a causa di una foto pubblicata su Facebook che la ritraeva nella spiaggia interdetta al pubblico di Porto Scudo, non ha commesso alcun reato. La sentenza emessa ieri mattina dalla giudice Annamaria Santoru ha accolto la richiesta del pm e dell'avvocato della donna, Marco Zusa.

La foto

Luciana Gallus, che da anni si batte per l'apertura delle spiagge interdette della costa teuladina, erano cominciate nel marzo del 2018, quando si era vista notificare un decreto penale che la condannava a pagare 100 euro per aver messo piede in un'area gravata dal vincolo militare. A metterla nei guai era stata una foto postata su Facebook risalente al luglio del 2014 - ossia, secondo la difesa della donna, prima dell'avvento dell'interdizione al pubblico di quell'arenile - che la ritraeva sulla spiaggia di Porto Scudo. Oltretutto Gallus, il marito e di alcuni amici sarebbero stati costretti ad approdare in quella spiaggia, visto che all'improvviso il mare era diventato mosso, rendendo pericoloso il rientro in porto con il gommone.

La vittoria

Per Luciana Gallus è la fine di un incubo: «Sono molto felice, questa vicenda mi aveva provocato grande sofferenza. Ero stata condannata senza possibilità di alcuna difesa per un'accusa assurda. Così ho presentato ricorso per poter dimostrare la mia innocenza. Giustizia è fatta, anche se resta il sospetto che ci sia stato un accanimento dei militati nei miei confronti legato alle mie battaglie per rendere fruibili a mio figlio Mattia e a tutti gli altri disabili le spiagge del nostro territorio. Ricordo bene quella foto, mi misi in posa per fa sorridere il bambino dei nostri amici, spaventato per il mare mosso: assurdo sia stata utilizzata per colpire il mio impegno civile».

Ottenuta l'assoluzione, Luciana Gallus è pronta ad andare all'attacco: «Non finisce qui: io credo siano stati commessi abusi, in questa vicenda sono emersi aspetti poco chiari e intendo andare fino in fondo».

Dalla sua parte l'avvocato Zusa: «Aspettiamo le motivazioni per capire se l'assoluzione sia legata alla necessità di approdare in quella spiaggia per cause di forza maggiore, oppure al fatto che la foto che ritrae la mia cliente a Porto Scudo sia stata scattata prima dell'avvento dell'interdizione al pubblico. Dopo decideremo cosa fare».

Ivan Murgana

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