I militari delle Fiamme Gialle di Oristano sono tornati nel reparto di Ginecologia del San Martino. Un blitz per ulteriori verifiche dell’inchiesta che ha travolto nelle settimane scorse la sanità oristanese tra presunti concorsi truccati e assunzioni pilotate in cambio di sostegno elettorale al Partito dei sardi.

La visita in Ginecologia non è ovviamente un caso.

Il reparto fino a qualche mese fa era diretto da Antonio Succu, sindaco di Macomer (ora sospeso) finito ai domiciliari perché ritenuto dalla Procura il regista del presunto sistema di gestione clientelare delle assunzioni.

Tra i concorsi truccati c’era quello per due posti di ostetrica (anche se poi ne sono state assunte sei che tuttora sono in servizio) e sembrerebbe che siano stati chiesti chiarimenti anche al personale al lavoro in reparto.

Si tratta di una serie di controlli incrociati per avere ulteriori riscontri alla grossa mole di documenti e atti già acquisiti durante la lunga indagine che gli agenti della Guardia di finanza, coordinati dal comandante provinciale Andrea Taurasi, hanno iniziato due anni fa sotto la supervisione della procura di Oristano.

E intanto vanno avanti gli interrogatori non soltanto degli indagati (molti si stanno avvalendo della facoltà di non rispondere), ma anche di altre persone informate sui fatti.

A Cagliari i giudici del Tribunale del riesame sono stati chiamati a decidere sull’istanza di revoca dei domiciliari per Giovanni Piras, 53 anni, responsabile delle professioni sanitarie della Asl. Il pm Marco De Crescenzo ha insistito sulla sussistenza dell’esigenza dei domiciliari ricordando proprio uno dei pilastri dell’inchiesta sulla sanità che ipotizza un vero sistema in cui ognuno sorregge l’intero apparato che pilotava le assunzioni.

Di parere opposto l’avvocato difensore Luigi Satta che ha sollecitato la revoca della misura cautelare sostenendo che non ci siano particolari esigenze per gli arresti domiciliari di Piras. I giudici hanno preso tempo e decideranno nelle prossime ore.
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