La lista dei nomi eccellenti dell’inchiesta sulla sanità oristanese si allunga. Tra gli indagati figura anche l’ex capogruppo del Partito dei sardi in Consiglio regionale, Gianfranco Congiu. E ancora spiccano il nome dell’ex commissaria dell’Asl 5 Maria Giovanna Porcu, di Macomer, attualmente dirigente del Distretto di Ales e Terralba dell’Assl di Oristano, e quello di Angelo Piras, di Gavoi, responsabile dell’ufficio professioni infermieristiche all’ospedale San Martino di Oristano. Per questi ultimi due indagati la Procura di Oristano ha chiesto la misura dell’interdizione ma prima del pronunciamento il Gip dovrà interrogarli.

L’inchiesta che fa tremare la sanità oristanese è culminata ieri con gli arresti domiciliari per il sindaco di Macomer Antonio Succu, l’ex consigliere regionale del Pds Augusto Cherchi, il responsabile degli infermieri del blocco operatorio Salvatore Manai e quello delle professioni Giovanni Piras. Misura di interdizione invece per Agnese Gavina Canalis, responsabile dell’agenzia interinale E-work.

E nel calderone delle assunzioni pilotate, scoperchiato dall’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica, ci sono anche le persone che avevano vinto concorsi o sono state assunte grazie a un sistema di voto di scambio che consisteva nel promettere assunzioni in cambio di voti o della disponibilità a una candidatura. Sono indagate Angelica Faedda, di Sedilo; Simona Firinu, di Ghilarza; Maria Laura Moro, di Nuoro; Monica Pinna, di Oristano; Francesca Usai, di Silanus; Giovanna Antonia Bosu Bissiri, di Macomer. Indagato anche il responsabile dell’agenzia di lavoro interinale Tempor, Nicola Contarini di Cagliari.

E ancora Giovanni Sanna, Daniela Sanna, Nicola Bassetti e Andrea Dore.

L’inchiesta è scattata dopo alcuni esposti e ha portato alla luce un sistema ben collaudato e che aveva confini ben definiti: quasi tutte le persone della "cerchia degli eletti" provengono dal Marghine dalla Planargia, bacino elettorale per Succu, Cherchi e in generale per il Partito dei sardi.

E proprio il leader Paolo Maninchedda sul suo blog ha attaccato pesantemente la Procura oristanese per la conferenza stampa di ieri con cui, secondo l’ex assessore regionale, si è voluta dare ancor più risonanza alla posizione dell’accusa. Ma senza dare minimamente spazio a un’eventuale difesa. Tanto più che sono state emesse misure cautelari, non c’è un rinvio a giudizio di qualcuno.

Secondo Maninchedda gli interlocutori del procuratore sono i giudici, ma il procuratore di Oristano si è voluto rivolgere all’opinione pubblica. "Chi dice che le accuse sono fondate?". Maninchedda parla quindi di "spettacolarizzazione dell’accusa" e poi esprime piena stima e solidarietà per Succu e Cherchi. Il procuratore Ezio Domenico Basso preferisce non commentare le considerazioni dell’ex assessore regionale.
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