Si profilano nuovi sviluppi per il caso di Maria Pina Sedda, la donna uccisa a Nuoro nel 2002 e per il cui omicidio è stato condannato, all'ergastolo, il marito, Gianfranco Cherubini.

L'uomo, che non ha mai smesso di proclamarsi innocente, l'anno scorso aveva dato mandato a Eugenio D'Orio e Davide Cannella (in qualità di procuratori speciali) e a Luigi Alfano (avvocato del foro di Nocera Inferiore) affinché venissero svolte ulteriori indagini destinate alla revisione del procedimento.

Dagli accertamenti, spiega il legale, sono emersi "elementi probatori nuovi", gli unici che la legge richiede per le impugnazioni straordinarie. Cherubini, aggiunge l'avvocato, "è innocente e va assolto".

In particolare, il biologo forense D'Orio aveva esaminato il ruolo di tre tracce ematiche - precedentemente acquisite dagli inquirenti all'epoca del delitto - che erano state ritrovate lungo le scale interne della palazzina dell'omicidio. Tracce che si sono rivelate essere di "sangue umano", e tutte e tre hanno restituito alle analisi il medesimo profilo genetico, ossia di un soggetto maschile.

"È stato dunque disposto, previa autorizzazione e consenso informato - prosegue Alfano - , il prelievo del Dna su Cherubini. Ottenuto questo profilo genetico, vi è stata la comparazione. Questa ha fornito elementi assolutamente nuovi, ed estranei al materiale probatorio dei precedenti giudicati: il Dna di tutte e tre le tracce esclude categoricamente la presenza di Cherubini su quella scena del crimine. Si è inoltre anche scientificamente certi, vista la tipologia cruenta di omicidio, che quelle tre tracce siano direttamente connesse con il delitto e che, trovandosi sulle scale interne della palazzina, rappresentano 'la via di fuga dell'assassino'".

Sono questi gli elementi, finora mai acquisiti, che verranno portati all'attenzione dei giudici nell'intento di "dimostrare con prove scientifiche l'innocenza di Cherubini e aiutare la Procura a trovare chi ha depositato le proprie tracce ematiche sulla scena del crimine".

LA VITTIMA - Maria Pina Sedda, originaria di Gavoi, impiegata affetta da disabilità, viene uccisa il 23 luglio 2002 con un oggetto mai ritrovato. Colpita alle spalle, perde conoscenza e muore poco dopo. Il delitto avviene nella cantina accanto al garage condominiale ma non si sa perché Maria Pina si trovasse lì.

È il marito a dare l'allarme quando non riesce a mettersi in contatto con lei ed è sempre lui, nel pomeriggio, a trovare il cadavere.

(Unioneonline/s.s.)
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