Una sequenza irripetibile di siti costruita nell'arco di un secolo e mezzo, dal 46 a.C al 113 d.C., rendono unico e inimitabile il cuore di Roma, città d'arte e di storia, di meraviglie e di bellezza, scontro e fusione tra la memoria del passato e la velocità che assilla il presente.

I Fori imperiali vengono avviati da Giulio Cesare e poi completati sotto l'Impero di Augusto, Vespasiano, Nerva e Traiano. Gli scavi che si sono susseguiti nelle varie epoche hanno riportato alla luce un patrimonio inestimabile, che allieta le passeggiate dei romani ma soprattutto quelle delle migliaia di turisti che quotidianamente si raccolgono in uno dei viali più famosi al mondo. Visitarli di notte, incorniciati da un cielo terso e una luna candida, regala un momento unico: intenso e poetico. I resti della storia romana, così maestosi, imponenti e vivi pur nella loro antichità, sono illuminati in modo discreto ma estremamente suggestivo.

Lo sguardo cerca di accogliere tutto lo splendore che può, volgendosi a destra e sinistra, senza decidersi però su quale sia la prospettiva migliore, e per arrendersi poi alla sola ed esclusiva contemplazione. Mentre si ammira il Tempio di Venere Genitrice, quello di Marte Ultore, l'incantevole Tempio della Pace e il Foro di Traiano con la maestosa Basilica Ulpia, si procede sul lastricato che da piazza Venezia porta fino al Colosseo: la via è pedonale e così fanno capolino qua e là artisti che scelgono il punto migliore per allestire il  palcoscenico per una sera. Un violino suona i Coldplay, mentre poco più in là una voce intona la Turandot; una ballerina danza sulle note dolci di un pianoforte, intanto che un artista prova a catturare sulla tela il fascino del luogo.

Si respira arte, storia, genio umano e desiderio di grandezza: Roma, caput mundi, emblema di progresso e di affermazione di sé, ieri come oggi. Così, procedendo nella passeggiata, il museo sotto le stelle si arricchisce di un capolavoro nel capolavoro: il Colosseo, con le sue aperture in sequenza, rese spettacolari dalle luci che si rincorrono in un'intermittenza naturale. Peccato per il cantiere aperto. Passano gli anni e i padiglioni aumentano anziché diminuire. Tre anni fa erano più discreti, rispetto a quelli di ora che quasi disturbano la visuale: il Colosseo sembra ferito da un intervento che non gli appartiene, anacronistico. Sono i lavori per la linea C della metropolitana: si scava sotto via dei Fori imperiali, facendo attenzione a non sprecare alcunchè di ciò che ancora c'è là sotto, sperando che niente di ciò che il tempo ha conservato venga danneggiato. “Il cantiere della Linea C si veste di storia”, recitano i pannelli, in cui si esprime la volontà di raccontare oltre 20 secoli di storia attraverso l'installazione grafica che fotografa i momenti più importanti della storia romana.

Si lavora a ritmi lenti, non si conoscono i tempi di chiusura esatti dei lavori, i tempi che serviranno per unire in un ideale binario il passato e il presente. Il percorso si riavvolge su se stesso e, dando le spalle al Colosseo, l'anfiteatro voluto dai Flavi per intrattenere il popolo con giochi e spettacoli, si torna nella suggestione notturna e delicata delle luci dei Fori. Con calma si incede per tornare al presente: via del Corso è di fronte, le saracinesche dei negozi sono appena state abbassate, la via si svuota. Ma domani sarà ancora movimento, folla, chiasso e confusione.

© Riproduzione riservata