In principio era un problema confinato ai margini della periferia, dietro un pugno di case ai piedi dei Tacchi. Da cinque anni, quando il titolare è andato in pensione, Ussassai è senza medico di base. Il paese più piccolo d’Ogliastra vive una situazione di disagio totale. Un medico due volte alla settimana viene a portare soccorso. I cittadini si mettono in fila, a tarda sera e fino a orari improbabili, per un consulto o una ricetta. Perfino questo placebo ora sembra un lusso per questo piccolo borgo. Angelo Pili, medico di base titolare a Lanusei, ha rinunciato al rinnovo del contratto trimestrale. Il 15 luglio sarà il suo ultimo giorno di servizio tra Seui e Ussassai. Intanto, la Asl Ogliastra, mercoledì ha pubblicato il nuovo bando rivolto ai medici in graduatoria. L'ideale sarebbe trovare almeno un candidato per queste sedi, dichiarate carenti da maggio 2021, cosicché la Regione possa assegnare la titolarità, dopo cinque anni, a un medico di famiglia a tempo indeterminato. Tuttavia quanto accaduto in passato non fa ben sperare: nell'ultimo anno e mezzo tutti i bandi sono andati puntualmente deserti. E allora a salvare la situazione sul campo, quando gli ambulatori venivano letteralmente presi d'assalto dai pazienti, era rimasto il camice di frontiera Angelo Pili. L’incubo rimasto confinato in un villaggio sperduto ora si è materializzato in quasi tutta l’Isola. E se prima le speranze per Ussassai di trovare un medico erano ridotte al lumicino ora sono pari a zero. Qualsiasi medico disposto a trasferirsi in Ogliastra porrebbe il paesino nelle ultime caselle della sua lista. Il sindaco Francesco Usai detiene un probabile poco invidiabile record di appelli caduti nel vuoto. Poche le persone disposte ad ascoltare, nessuna soluzione in vista.

Il problema è noto da tempo, le cifre allarmanti a livello isolano e nazionale. Qui si contano 3-4mila sedi vacanti su una categoria che ne conta circa 40mila. Le carenze tra l’altro non sono solo in zone rurali ma anche in grandi città come Milano e Firenze. Almeno 1,5 milioni di italiani sono senza il proprio medico di base. Alcuni sono costretti ad appoggiarsi a studi che hanno già il pieno di assistiti (il massimo è 1500). In prospettiva non c’è da essere ottimisti.

Dopo aver perso 3mila medici di famiglia tra il 2013 e il 2019 ora è anche partita la corsa ai pensionamenti: se ne prevedono 35.200 entro il 2027 . Probabilmente non ce ne saranno abbastanza per sostituirli. L’unica speranza passa il Pnrr. Nel piano si stanziano infatti le risorse per aggiungere 900 borse in più per formarsi in medicina generale.  

Riusciranno le risorse del Pnrr a risolvere anche il problema di Ussassai, Seui e altre decine di piccoli paesi? La situazione nell’entroterra è aggravata dalle distanze. Per raggiungere l’ospedale più vicino sono necessari 40 minuti d’auto su curve amate solo dai motociclisti del Nord Europa. Nei centri più grandi i pochi medici rimasti devono sobbarcarsi carichi di lavoro abnormi. La media in Sardegna di assistiti per medico è fissata dalle statistiche dello scorso anno in 1200 paziente. Ma la condizione reale al momento parla di 1700 pazienti per medico. Molto oltre i numeri del Nord Italia.

Le regioni con il maggior numero di assistiti per medico di base sono: Trentino-Alto Adige (1.454), Lombardia (1.408) e Veneto (1.365) mentre le ultime sono Calabria (1.055), Basilicata (1.052) e Umbria (1.049). Una foto che oggi non rispecchia più la realtà. Un tempo il problema era Ussassai, oggi il morbo dilaga. Ai piedi dei Tacchi si può solo sperare in un miracolo.

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