Un’infanzia con pochi colori, sempre di più i bambini poveri
L’Atlante dell’infanzia di Save the Children, pubblicato nei giorni scorsi, fornisce uno spaccato allarmante per oltre un milione di bambini in ItaliaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dovrebbe essere l’età della spensieratezza, di una serenità allegra e ricca di certezze. E invece l’infanzia non sempre è a colori, anzi in Italia la povertà continua a colpire i minori, in particolare i più piccoli: sono 1 milione 295mila le bambine e i bambini tra 0 e 3 anni in povertà assoluta, circa 200mila vivono in povertà alimentare ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Quasi un bambino su dieci ha sperimentato la povertà energetica ha vissuto in una casa non adeguatamente riscaldata in inverno. Oltre la metà risiede nel Sud soprattutto in Sardegna e Sicilia, dove la percentuale sale al 12,9 per cento. Uno spaccato da brividi emerge dalla XV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, pubblicato nei giorni scorsi da Save the Children. L’Atlante restituisce la fotografia della prima infanzia in un Paese fragile, con profonde disuguaglianze sociali e territoriali, in cui i nuovi nati sono sempre meno e le opportunità, fin dai primi mille giorni di vita, non sono uguali per tutti, dalla salute all’ambiente per arrivare ai servizi educativi.
Dall’analisi di Save the Children emerge che “le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila, negli ultimi anni hanno dovuto fare i conti con gli aumenti dei prezzi di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia”. Da un’analisi realizzata con il Centro studi di Confindustria emerge che in 4 anni, dal 2019 al 2023, una spesa indispensabile come quella per “latte e pappe” ha subìto un aumento del 19,1%, superiore anche al forte aumento dell’indice generale dei prezzi (16,2%). E ancora la crescita più marcata si osserva per i costi degli asili nidi, pari all’11,3 per cento, in particolare nelle strutture private (in quelli comunali l’aumento risulta pari all’1,5 per cento). Inoltre, secondo un’elaborazione del Centro studi Confindustria e di Save the Children sui dati diffusi da Federconsumatori, tra il 2014 e il 2024, i costi pre-nascita – visite mediche, ecografie, abbigliamento premaman sono cresciuti del 37 per cento, passando dai circa 2mila euro complessivi del 2014 a oltre 2mila 740 euro nel 2024. Aumenti significativi anche per le spese indispensabili nel primo anno di vita, in particolare per le famiglie con i redditi medio bassi: dal 2021 al 2024 le spese per i pannolini, ad esempio, sono cresciute dell’11 per cento e le spese per le creme sono aumentate del 14 per cento (50,40 euro annui).
Diseguaglianze anche nei servizi sanitari ed educativi per l'infanzia (foto archivio Unione Sarda)
Sul fronte dei servizi educativi le famiglie incontrano molte difficoltà. Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni trova posto in un asilo nido. Diseguaglianze emergono anche in ambito sanitario, con differenze a seconda degli ospedali: ad esempio le strutture o punti nascita “grandi” (sopra i 1000 parti l’anno) che sono dotati in gran parte di reparti di neonatologia e di terapia intensiva neonatale a differenza di quelli più piccoli, dove la presenza di un reparto di neonatologia è più sporadica. In Italia i posti letto nelle terapie intensive pediatriche erano solo 273 nel 2023, con una carenza del 44,4% rispetto agli standard europei e una distribuzione disuguale sul territorio: si va dai 128 posti letto al Nord (a fronte di un fabbisogno di 222) ai 55 del Sud e Isole, dove ne servirebbero 168, ai 90 del centro, sotto solo di 2 posti letto. Rispetto al numero di posti letto che servirebbero secondo gli standard europei, la carenza è del 67,3 per cento al Sud, del 42,3 al Nord e del 2,2 al Centro.
“Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente – ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children- Con Save the Children siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi”.