Ventiquattro itinerari sui sentieri dei cervi a pochi chilometri da Cagliari. C’è una grande foresta tra i monti di Capoterra e Assemini. E’ frequentata dai tantissimi appassionati di escursionismo per i fantastici scenari naturalistici, ma non tutti conoscono altri aspetti del territorio legati a storie, leggende, fatti di cronaca e altre notizie di grande interesse. Il giornalista Angelo Pani, firma per trent’anni de L’Unione Sarda, appassionato di fotografia e pioniere della speleologia in Sardegna, ha pubblicato una guida ricca di immagini e informazioni che si intitola “Sui sentieri dei Cervi”, un volume di 144 pagine su Gutturu Mannu e i monti di Capoterra.

“C’è un bosco in Sardegna, alle porte di Cagliari – scrive l’autore nell’introduzione – dove è possibile camminare per giornate intere in assoluta solitudine e dove si risalgono valli dove l’unico segno di presenza umana sono antiche mulattiere fagocitate dalla vegetazione e rovine di capanne coperte di muschio. E’ la foresta del Sulcis, il più grande polmone verde della Sardegna, un territorio che ha conservato uno straordinario campionario di biodiversità fatto di endemismi vegetali, come il garofano di Mossa che fiorisce sulle rocce, e di nicchie ecologiche dove vivono specie estinte altrove, come la trota sarda”.

Nei luoghi raccontati da Angelo Pani vive il cervo sardo (salvato dall’estinzione grazie a una campagna di sensibilizzazione che risale a trent’anni fa). Il giornalista-fotografo-escursionista si è messo sulle sue tracce e ha disegnato ventiquattro percorsi da “leggere e camminare”. Un viaggio supportato da mappe aggiornate, descrizioni minuziose, profili altimetrici, segni convenzionali (quanto basta) e fotografie, tantissime fotografie che regalano panorami mozzafiato e scorci di Sardegna poco conosciuti.

“Gli itinerari di questo libro – spiega Angelo Pani – sono indicati per escursionisti esperti”. Un consiglio che è anche un avvertimento per affrontare circuiti di trekking tanto affascinanti quanto impegnativi. L’autore della guida si sofferma con una simpatica battuta anche sui tempi di percorrenza: “Si è tenuto conto di chi scambia i sentieri montani per piste di atletica e di chi ama immortalarsi con un selfie su ogni spuntone di roccia. I primi concludono la tappa in un lampo, i secondi in un’eternità”. Come dire: ogni escursionista può interpretare a suo modo i ventiquattro che si snodano nelle località di San Leone, Baccu Tinghinu, Is Olias, Margini Rubiu, Costa Castangias, Trunconeddu, Fenarbas, Bidda Mores, S’Arcu Mannu e altre decine di luoghi.

La valle del rio Is Cioffus (Foto Angelo Pani)
La valle del rio Is Cioffus (Foto Angelo Pani)
La valle del rio Is Cioffus (Foto Angelo Pani)

Nell’ultima parte del libro c’è un capitolo dedicato agli approfondimenti con testi ricchi di curiosità di carattere storico. Tra le altre cose si racconta dei due industriali francesi che nell’Ottocento avviarono un’attività mineraria a San Leone, ma anche dell’uranio di Su Linnarbu. Poi ancora storie di bombardamenti e di guerra che chi si avventura sui sentieri dei cervi deve necessariamente conoscere. Per acquistare il libro e per tutte le informazioni sui sentieri (e sui tracciati Gps) consultare la pagina Facebook “Hiking sui sentieri dei cervi”.

Su Suloni, il cervo col palco privo di ramificazioni (foto Angelo Pani)
Su Suloni, il cervo col palco privo di ramificazioni (foto Angelo Pani)
Su Suloni, il cervo col palco privo di ramificazioni (foto Angelo Pani)

Angelo Pani in questo lavoro rivela anche le sue grandi qualità di fotografo. Il giornalista, originario di Iglesias ma da anni residente a Capoterra, ha al suo attivo anche diverse mostre sulle coste del Sulcis Iglesiente (Mare Nostrum del 2007) e sul Dc9 precipitato sui monti di Capoterra nella notte tra il 13 ed il 14 settembre del 1979 (Voci nel Buio del 2011). Nel 2008 ha pubblicato anche un volume fotografico sull’alluvione di Capoterra. Nella sua produzione recente anche un libro inchiesta sulla scoperta del tempio nuragico della grotta Pirosu di Santadi (Su Benatzu-Il tempio ritrovato, Cagliari 2018).

Pani ha sempre avuto un occhio di riguardo per la fotografia naturalistica. Da giornalista si è occupato per tanti anni di temi legati all’ambiente. Ha iniziato con le macchine analogiche e poi è passato al digitale. E’ specializzato nei panorami realizzati con più scatti che grazie a software di grande precisione consentono di ottenere immagini ad altissima risoluzione.​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

© Riproduzione riservata