Sos Enattos, viaggio tra storia e scienza
Un’esposizione nel centro polivalente di Nuoro racconta il sito minerario di Lula, candidato a ospitare l’Einstein TelescopePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Astrofisica, cosmologia, fisica delle particelle, astronomia multimessaggera, fisica fondamentale. È l’ampio ventaglio di ricerca che l’Einstein Telescope pone tra i suoi obiettivi scientifici. Ruotano attorno allo studio dell’universo con le onde gravitazionali ripercorrendo la storia e tornando tanto indietro nel tempo da arrivare alle origini per ricostruire la formazione e la sua evoluzione. Un viaggio estremo e promettente, non solo per gli scienziati. Il progetto internazionale è una grande scommessa anche per Sos Enattos, la vecchia miniera di Lula che nel corso del 2024 è salita spesso alla ribalta, a iniziare dal G7 della scienza svolto in Barbagia a sostegno della candidatura presentata dal Governo italiano per ospitare l’Einstein Telescope.
Sos Enattos è già un luogo di scienza: dal 2019 è operativo il laboratorio Sar-Grav. È anche base di ricerca per l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia con il progetto Faber e in futuro con Earth Telescope. Inoltre, è in corso Archimedes, esperimento che punta a “pesare il vuoto” attraverso una bilancia speciale e ultrasensibile, capace di operare solo in condizioni di silenzio sismico e antropico, che è poi la grande virtù di questo luogo già sfruttato nell’antichità per i suoi minerali.
Nell’Ottocento l’estrazione di argento, galena e soprattutto blenda. Nel secondo dopoguerra nel sito vengono condotte nuove attività di studio, la Rimisa realizza varie opere, come un impianto di trattamento dei minerali. Nel 1996 la chiusura e il ricordo di una storia importante perché nel tempo l’industria estrattiva porta a Lula società straniere e manodopera specializzata per lo più del nord Italia, assieme a macchinari e tecniche d’avanguardia che consentono di trasportare il materiale da Sos Enattos alla marina di Orosei per essere imbarcato e spedito alle fonderie del nord Europa. Il sito va oltre il richiamo pur importante dell’archeologia mineraria quando la scienza scopre l’unicità di Sos Enattos.
«Sono molte le caratteristiche che rendono Sos Enattos il sito ideale per l’Einstein Telescope», ricorda la mostra scientifica aperta fino al 6 gennaio nel centro polifunzionale di via Roma a Nuoro e curata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare, dalla società Orientare e dall’associazione culturale “Rosas 1945 eventi”. Anzitutto la stabilità della Sardegna dal punto di vista sismico. «Si tratta di un fattore essenziale per garantire alte prestazioni dell’interferometro gravitazionale, specialmente nella ricerca di oscillazioni a bassa frequenza. Il rivelatore, infatti, deve essere il più possibile protetto dal rumore sismico. Inoltre, la configurazione delle rocce della miniera e della zona interessata, oltre alla scarsa presenza di falde acquifere, rende il sito individuato particolarmente idoneo alla costruzione in sicurezza di un laboratorio sotterraneo. Infine, la regione di interesse è caratterizzata da un basso livello di antropizzazione, fattore che rafforza la silenziosità dell’ambiente, condizione necessaria per l’operatività di Einstein Telescope».
Il percorso espositivo propone diverse aree tematiche che vanno dalla relatività generale di Albert Einstein, lo scienziato che più di tutti ha influenzato l’evoluzione della fisica e della scienza moderna, alle onde gravitazionali, cioè a quelle vibrazioni dello spaziotempo che si propagano nell’universo alla velocità della luce, prodotte dal movimento accelerato di grandi masse, come buchi neri o stelle di neutroni.
La parte centrale è dedicata all’Einstein Telescope che, osservando attraverso le onde gravitazionali alcuni fenomeni astrofisici più estremi, come la fusione di buchi neri e stelle di neutroni, ripercorrerà la storia evolutiva dell’universo, fino a poco dopo il big bang. E potrà anche contribuire a far luce sulla natura della materia oscura e dell’energia oscura, che assieme costituiscono oltre il 95 per cento dell’universo.
Un’altra sezione è dedicata alla cosiddetta astronomia multimessaggera, nuovo approccio di esplorazione dell’universo, reso possibile proprio dalla scoperta delle onde gravitazionali. Permette di indagare lo stesso evento astrofisico tramite diversi messaggeri cosmici, portatori di informazioni differenti.
Il percorso propone anche i nuovi scenari che si aprirebbero grazie all’Einstein Telescope. E aiuta a comprendere la complessità e le sfide tecnologiche che la costruzione di un’infrastruttura d’avanguardia pone alla comunità scientifica e al mondo industriale.
A proposito della mostra “Einstein Telescope, in ascolto dell’universo”, Alessandro Cardini, direttore della sezione di Cagliari dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, spiega: «L’iniziativa è particolarmente importante perché ci permette di raccontare il progetto in un luogo geograficamente molto vicino all’area candidata di Sos Enattos. L'Einstein Telescope è un’opportunità unica per l’Italia e per la Sardegna: per riuscire a coglierla è fondamentale condividere il progetto con la cittadinanza e coinvolgere la società, creando un dialogo e un confronto in modo che Et diventi un progetto di tutti».
Per ospitare l’Einstein Telescope l’area di Sos Enattos, tra i comuni di Lula, Bitti e Onanì, concorre assieme a quella del Mosa-Reno, al confine tra Paesi Bassi, Belgio e Germania. Sarebbe possibile anche una terza candidatura, tutta tedesca, che però è ancora in fase di elaborazione.