Enrico Loria, psichiatra e psicoterapeuta, salesiano cooperatore, già giudice onorario al Tribunale dei Minori per un triennio, ha lavorato nei Centri di salute mentale di Sanluri, San Gavino, Isili, Quartu e Cagliari. Nel 1996 insieme a un gruppo di colleghi ha fondato il "Centro Poiesis" per lo sviluppo e l'autonomia della persona, per sostenere le persone impegnate in una relazione d’aiuto. Particolare attenzione e impegno sono stati messi nella nascita dell’esperienza di alcuni gruppi di psicoterapia integrata con la spiritualità. Nel 2009 ha inizio l'esperienza del "Gruppo Sales" di psicoterapia integrata con la spiritualità. Successivamente nel 2013, fonda insieme ad un gruppo di psicoterapeuti (e non) l’associazione "Istituto Sales" per sostenere l’attività dei Gruppi Sales, aperti e gratuiti. Di recente si è unito al gruppo di operatori professionisti per fronteggiare, come volontari, il fenomeno del disagio giovanile a Cagliari.

-  Dottor Loria, Covid e guerra in Ucraina quanto hanno influito sull’equilibrio degli adolescenti?

“Premetto che, ancora prima che insorgessero questi due gravi eventi, eravamo già di fronte a cambiamenti epocali che, soprattutto negli ultimi due decenni, hanno profondamente modificato, in modo repentino, lo stile di vita di tutte le persone, destabilizzando lo stile educativo che, fino a pochi anni fa, veniva utilizzato dai genitori, gli insegnanti, e tutti gli educatori.

Il mondo era impreparato alla pandemia, e nel tentativo di tenere sotto controllo il fenomeno, ha adottato misure contenitive sicuramente oppressive e grandemente limitanti la libertà degli individui. I giovani in particolare, hanno subìto la limitazione del loro bisogno naturale di mantenere il contatto sociale diretto, dovendo rinunciare addirittura alle attività scolastiche. L’insorgenza del conflitto in Ucraina sembra presentare ai giovani, ancora di più, l’assurdità dei sistemi coercitivi ed oppressivi che, nel loro immaginario, non hanno più alcuna giustificazione. Essi sembrano più desiderosi di ricevere una vera possibilità di dialogo e sembrano più orientati a soluzioni basate sulla accettazione della diversità e sulla accoglienza.

Loro quindi soffrono in modo significativo dei terribili eventi di questi anni, e sono chiamati a prepararsi al nuovo mondo che verrà, quando noi non ci saremo più, per affrontare la vita con nuovi valori di inclusività e amorevolezza”.

- Bullismo e vandalismo sono in aumento?

“Il fenomeno del bullismo, che presuppone la presenza di una persona prevaricante, di una persona che subisce passivamente, e di un gruppo che osserva, è sempre esistito, ed oggi forse è più evidente solo perché è notevolmente aumentata la possibilità di rilevarlo, e questo non è ovviamente negativo. Ricordiamoci che, da sempre, i fenomeni di abuso avvengono tra le mura domestiche più che all’aperto, e che i fenomeni sociali sempre più evidenti ed incontrollati, come l’abuso di genere, il vandalismo, i comportamenti inadeguati di uso smodato di sostanze o le pratiche sessuali per strada, evidenziano una sofferenza umana incontrollata e non adeguatamente gestita. Voglio dire che lo stile di vita del mondo di oggi, così competitivo ed orientato al successo ed al profitto smodato, manifesta evidenti limiti rispetto al bisogno dell’uomo di sentirsi profondamente realizzato secondo valori autentici. I nostri figli ci fanno da specchio e con il loro disagio manifesto, stanno comunicando qualcosa di importante, e in qualche modo ci costringono a metterci in discussione”.

- Qual è la situazione a Cagliari?

Come in altre città italiane, anche a Cagliari è presente il fenomeno della mala movida, che in particolare si evidenzia, già da diversi anni, nel quartiere della Marina, ma anche all’ingresso delle discoteche. I giovani, nel tentativo di favorire la socialità,  hanno preso l’abitudine di incontrarsi in gruppi più o meno grandi e di procurarsi bevande alcoliche, che mescolano con  bevande analcoliche, formando dei cocktail, che consumano per strada. Allo stesso modo, ovvero con estrema naturalezza, fanno uso di sostanze stupefacenti. La maggior parte mantiene un comportamento adeguato e fa un uso moderato di queste pratiche. Alcuni esagerano e arrivano ad avere problemi fisici che richiedono l’intervento dei sanitari del 118. Gli atti di vandalismo sono rari e le degenerazioni occasionali, ma molto “rumorose” e dolorose per chi le subisce. Intendo dire che le gravi degenerazioni, anche se sporadiche, fanno capire la gravità del fenomeno, che nel complesso è disarmante”.

- I giovani vivono in un mondo virtuale

“Come è noto, con l’avvento dei i social e gli strumenti informatici, i giovani sono continuamente in contatto con i loro pari più che con gli adulti, ed hanno sviluppato una straordinaria capacità di comunicare tra loro e di organizzare attività. Voglio dire che la realtà della comunicazione a distanza ha molti aspetti positivi, anche se è descritta dagli studi sociali come un fenomeno allarmante e fortemente preoccupante, per come è arrivato ad essere fuori dal controllo. Non dimentichiamo che i giovani di oggi sono figli di una cultura che ha portato alla distruzione della famiglia tradizionale, e senza dei fattori correttivi che hanno consentito comunque di beneficiare di una “presenza” forse non sarebbero stati in grado di sopravvivere alla solitudine. E’ noto per esempio che l’uso del cellulare, pur eccessivo, riduce però l’uso di sostanze. Ciò premesso, dobbiamo assolutamente ritornare ad una maggiore presenza reale, che sia veramente in grado di favorire che la realtà virtuale manifesti, a quel punto, tutta la potenzialità positiva”.

- Come scuola e famiglia possono affrontare il fenomeno?

Scuola e famiglia sono in grande difficoltà per i motivi già sottolineati. Come già diceva San Giovanni Bosco nel suo “Sistema Preventivo” i sistemi punitivi non sortiscono nei giovani un effetto positivo, in quanto loro anno bisogno di una  vicinanza amorevole, ovvero una presenza ed un sostegno affettivo di grande intensità, che sia in grado di accompagnare i giovani verso la loro crescita personale, secondo i loro personali talenti. Anche i magistrati affermano oggi la sessa cosa, ovvero che l’applicazione delle pene non è un deterrente al ripetersi degli atti delinquenziali.

Nella nostra pur breve esperienza di attività di strada nel quartiere della Marina, iniziata da poche settimane come volontari, abbiamo avuto la conferma che i giovani gradiscono molto il nostro intervento, e rispondono positivamente quando gli adulti si avvicinano rispettosamente, astenendosi dal giudizio, per parlare con loro. E’ davvero questa la strada giusta, in famiglia, nella scuola, ed in tutte le situazioni educative. Possiamo ipotizzare che giovani si stiano preparando per un nuovo mondo, dove le prevaricazioni non saranno più possibili, perché il dibattito sociale e la coscienza collettiva sarà in grado di soverchiare e sostituire le imposizioni stabilite dall’alto, e non sempre per giustificati motivi. E’ quindi auspicabile attivare nella scuola e nella famiglia, le occasioni di dialogo che favoriscano una nuova cultura della solidarietà, basata sulla possibilità di fare emergere i valori essenziali dell’uomo. Terapeuti e guide spirituali devono necessariamente unirsi e collaborare con gli educatori, genitori e insegnanti, per avviare un fenomeno virtuoso al servizio di tutta l’umanità”.

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