Conoscete il Circolo Arci Murray? Qui ai piedi dei Tacchi di Osini, nel 1986, nacque l’associazione Un’estate a Osini. Due amici, Tito Loi e Pietro Boi, pensarono di organizzare qualcosa per animare l’estate del borgo. Calcio e pugilato sullo schermo gigante, musica in piazza e tanto entusiasmo. I primi passi di un storia lunga 36 anni. L’anno successivo, la premiata ditta pensò di organizzare qualcosa di più impegnativo. Chiese in prestito sedie e attrezzature a Jazz in Sardegna e convocò al campo sportivo di Tortoli grandi nomi della canzone italiana: Dalla, De Gregori, Cocciante e altri.

Il quartier generale venne installato all’hotel Victoria dove il vulcanico Battista Corda garantiva cibo e assistenza logistica fino alle 3 del mattino. Al termine di un breve periodo di apprendistato venne alle luce Rocce Rosse & blues. Racconta Tito Loi, medico, sindaco di Osini, e patron della manifestazione. “La scelta omaggiava un genere sul quale in Sardegna, ad eccezione di Narcao Blues, non aveva grande spazio, a differenza dei grandi festival jazz che già da anni attiravano il grande pubblico”. Per inaugurare la kermesse, nello scenario incantato degli Scogli Rossi, in verità piuttosto mal ridotti all’epoca, “erano una discarica”, arrivò sua maestà B.B.King, sacerdote del blues e nume tutelare di generazioni di musicisti. Con lui Edoardo Bennato, nelle vesti del suo alter ego Joe Sarnataro. “Bennato venne gratis, solo per suonare con B.B. King ma quasi tutti i partecipanti vennero per sentire lui, mica B.B.King”. Per tantissime persone da tutta l’Isola la prima edizione fu il battesimo del blues. I cagliaritani, pietra angolare del pubblico di Rocce Rosse, cominciarono a conoscere l’Ogliastra, nonostante dovessero affrontare le micidiali curve della vecchia Orientale. La seconda edizione (invernale) venne funestata dall’alluvione che si abbattè sull’Ogliastra. Tuttavia coloro che riuscirono ad arrivare al teatro tenda di Tortolì non rimasero delusi. I cagliaritani e gli appassionati di blues di tutta la Sardegna non hanno mai abbandonato il festival, che a fase alterne ha contribuito in maniera decisiva a diffondere il verbo Ogliastra in tutta l’isola e Oltretirreno.

Gli aneddoti e i ricordi sono tanti.

Nell’estate del 1997 Eric Clapton arrivò ad Arbatax in elicottero. Sorvolò l’Ogliastra in stato d’assedio. A Tortolì non c’era un posto in albergo, neppure per una rockstar come lui. Tutto esaurito causa sequestro Melis, un incubo a occhi aperti. Il concerto fu un successo clamoroso e aprì la strada a una lunga serie di sold out.

Il concerto più breve fu quello di un mito della musica soul e blues, Wilson Pickett. Rimase talmente affascinato dalla cultura vinicola ogliastrina e dal cannonau, principe del rossi, che dopo tre canzoni cadde dal palco e dovette ricorrere alla cure del medico. Trasportato d’urgenza in albergo, dopo una lunga notte riapparve sano come un pesce. Come lui anche James Brown apprezzò la cucina e le bevande locali. Si fece attendere non poco il giorno del concerto perché impegnato in un pranzetto frugale nella trattoria Pepito, nel cuore di Pelau. Un giorno, dallo spazio siderale, arrivò perfino David Bowie, a far capire a tutti quale fosse la caratura di Rocce Rosse.

E poi Turner arrivato da Senorbì spingendo la sua auto, John Mayall protagonista di un concerto epocale  e Red Ronnie che in versione presentatore e collezionista compulsivo raccolse perfino le cicche fumate dai grandi del blues. E come non citare Zucchero. “Fece quindicimila paganti, ma poi aprirono i cancelli. La gente arrivò anche con i gommoni”. Nell’elenco, tra Yes e chiunque altro, anche Vasco, che non deluse certo le aspettative. “Ma forse l’apice del Festival – conclude Loi - è arrivato con il concerto di Patty Smith all’anfiteatro romano di Cagliari”. Tito Loi guarda avanti. “Il nostro obiettivo è riportare il festival Rocce Rosse nella sua sede naturale  e mantenere una presenza costante nel territorio, posti meravigliosi da valorizzare. Non riesco a immaginare un posto più bello in cui fare un concerto della stazione dell’arte o di piazza Barigau o i Tacchi di Osini”. Tra le quasi certezze della prossima edizione il ritorno di Vinicio Capossela sui Tacchi di Osini, a vent’anni di distanza da un concerto rimasto nella leggenda.

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