Da alloggi per i pellegrini a case di accoglienza per i familiari dei pazienti del Santa Maria Bambina. È una vera rinascita quella delle “cumbessias” che si affacciano nel santuario della Madonna del Rimedio a Donigala, alle porte di Oristano. Piccoli gioielli di architettura, storia e tradizione, gli antichi novenari da alcuni anni sono protagonisti di un progetto di ristrutturazione voluto dalle socie del Club Soroptimist di Oristano in collaborazione con la Curia, proprietaria dei “muristenes”. Cinque alloggi erano stati inaugurati tre anni fa, adesso altri due si aggiungeranno al complesso per dare un respiro più ampio a un’iniziativa dal grande valore sociale oltre che culturale.

Il novenario

Le cumbessias o muristenes sono piccole case in mattoni crudi, risalenti al XVI e XVII secolo. Il loro insieme forma i cosiddetti novenari che sorgevano nelle vicinanze delle chiese e dei santuari campestri della Sardegna; secondo alcuni studiosi in epoca antichissima erano gli alloggi per i monaci. In questa cornice si inseriscono le cumbessias che sorgono a ridosso del santuario della Madonna del Rimedio: per anni hanno ospitato fedeli e devoti che arrivavano da ogni parte dell’Isola per sciogliere un voto o per una semplice preghiera. Catalogate dalla Regione come bene identitario, le cumbessias rappresentano la cellula-base della casa tradizionale del Campidano di Oristano. “Le case si estendono soprattutto in lunghezza e sul retro si aprono in un giardino. Sono esempi tipici dell'edilizia campidanese, realizzate in mattoni crudi, canne e legno” ha chiarito l’architetto Roberta Sanna. Una ricchezza architettonica che ha rischiato però di andare persa: da anni ormai gli alloggi in terra cruda erano chiusi e inutilizzati, senza manutenzioni rischiavano di sbriciolarsi sotto l’azione della pioggia e del vento.

Le vecchie cumbessias in mattoni crudi (foto archivio L'Unione Sarda)
Le vecchie cumbessias in mattoni crudi (foto archivio L'Unione Sarda)
Le vecchie cumbessias in mattoni crudi (foto archivio L'Unione Sarda)

Ed ecco la scommessa del Soroptimist che circa sei anni fa ha deciso di ristrutturare i muristenes. L’idea era di una della socie, residente a Donigala, che conosceva da vicino sia la grande ricchezza del novenario sia le difficoltà dei familiari dei pazienti nel trovare alloggi in zona. Così con questo progetto, sposato subito dalla Chiesa (che con atto pubblico e formale ha dato il complesso in concessione per 25 anni al Club), da un lato si intende riqualificare l’intera area del Santuario, dove da sempre si svolge una delle feste religiose più sentite in tutta l’Isola. Dall’altro si offre un servizio fondamentale alle famiglie di chi soffre in un letto dell’istituto Santa Maria Bambina: i parenti hanno un luogo accogliente durante il periodo di degenza dei propri cari.

Il progetto

I primi cinque alloggi ristrutturati sono stati consegnati tre anni fa, dopo un lungo lavoro e una campagna di solidarietà e beneficenza che, con svariate iniziative, è riuscita a mettere insieme le risorse necessarie per gli interventi di restauro. “Si è trattato di un recupero conservativo, che ha mantenuto inalterata la struttura originaria: l'abitazione è stata adattata alle impostazioni caratteristiche del muristene. Celle erano e tali sono rimaste anche se adesso ci sono vari comfort”. La casa è composta da tre camere da letto, tre bagni, un soggiorno, una sala da pranzo e una cucina in comune e può contare su 5 posti letto.

La cumbessia restaurata (foto archivio L'unione Sarda)
La cumbessia restaurata (foto archivio L'unione Sarda)
La cumbessia restaurata (foto archivio L'unione Sarda)

Ma l’attività del Soroptimist è andata avanti con lavori di messa in sicurezza sulla parte rimanente dell’intero complesso. E altri due nuovi alloggi apriranno le porte questo autunno. Anche in questo caso la strategia dell’intervento è all’insegna del più assoluto rispetto sia dei materiali che delle tecniche costruttive impiegati. “I lavori proseguono nel giardino della struttura – spiega la presidente del Club Caterina Murru - È stato realizzato anche un ampio passaggio coperto». E alla fine si aggiungeranno altri sei posti letto con ambienti comuni per la cucina e i servizi, complessivamente il complesso può ospitare fino a undici 11 familiari.

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