“Rimmel” ha 50 anni e li porta benissimo, nel disco anche i versi sardi di “Piccola mela”
L’album dei record di Francesco De Gregori nel 1975 restò in classifica 60 settimanePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Qualcosa è rimasto tra le pagine chiare e le pagine scure. Ed è rimasto in classifica per 60 settimane consecutive (un record assoluto per oggi, in tempi dominati dall’usa e getta) e nella cultura musicale italiana per 50 anni, compiuti qualche settimana fa. Nel gennaio del 1975 l’uscita, per l’etichetta Rca, di “Rimmel” di Francesco De Gregori, nove canzoni e 29 minuti incisi profondamente nella musica d’autore del Paese. Ma che procureranno anche qualche guaio al Principe, ferocemente contestato per un album che era lieve solo ad una lettura superficiale di tempi molto ideologici. Per onorare il disco dei record in autunno partirà il tour Rimmel 2025 nei teatri.
Non aveva ancora 24 anni, veniva dalla fucina del Folkstudio di Roma, aveva tre album alle spalle (il primo con Antonello Venditti) e l’idea di esplorare più a fondo il mondo musicale, andando oltre le parole. Per vestirle, quelle parole, chiama i Cyan (un gruppo che accompagnava Riccardo Cocciante), Renzo Zenobi, chitarrista acustico mentre su “Le storie di ieri” c’è il sax di Mario Schiano, uno dei pionieri del free jazz italiano e il contrabbassista Roberto della Grotta. Inizia la registrazione quasi clandestinamente in uno degli studi della Rca e sforna uno dei suoi dischi di maggior successo, mezzo milione di copie vendute e un effetto dirompente su classifiche che in Italia erano ancora ampiamente dominate dal pop melodico.
Rimmel era tutt’altro che pop melodico, entrava in pieno nella rivoluzione dei cantautori ma sapeva parlare d’amore. Dalla canzone autobiografica che dà il nome all’album, su una relazione finita, al “Signor Hood” dedicato a Pannella, un galantuomo sempre ispirato dal sole con due pistole caricate a salve e un canestro pieno di parole, “Pablo” scritto con Lucio Dalla e dedicata a un emigrato morto sul lavoro in Svizzera, l’antifascista “Storie di ieri” , Mussolini ha scritto anche poesie/i poeti che brutte creature/ogni volta che parlano è una truffa, la poetica “Piccola mela” con la citazione di una poesia sarda.
La citazione della poesia sarda
Una storia che rimane sullo sfondo quello della maestrina che conosce a memoria tutti i libri d’Omero e li ripassa tre volte la mattina, gli stessi versi che si ritrovano in una poesia dell’orgolose Peppino Marotto, il sindacalista-poeta leader della rivolta di Pratobello ucciso nel suo paese nel 2007. Così come ti portassero in piazza tra ferri e catene “ti colen in piatza garrigada ‘e ferru”. Lo stesso de Gregori parla di un “testo tratto da una canzone popolare sarda”.
A procurargli più fastidi è “Buonanotte fiorellino”, parole d’amore su un giro di valzer, ispirata alla “Winterlude” di Bob Dylan e bollata in una celebre recensione di Giaime Pintor come “una canzone insulsa e zuccherosa da Baci Perugina”. Un anno più tardi, nel 1976, arriverà il famigerato processo con le contestazioni al Palalido di Milano proprio durante l’esecuzione delle canzoni di Rimmel.
Al lavoro con De Andrè
Parte del’album è stato pensato in Sardegna, nella villa di Fabrizio De Andrè a Costa Paradiso, mentre De Gregori lavorava con l’artista genovese al suo “Volume 8”. Il verso Mi hanno fatto le carte, mi han chiamato vincente ma è uno zingaro, un trucco pare sia riferito alla lettura dei tarocchi fatta da Enrica Rignon-Puny, la prima moglie di De Andrè.
Il contributo di De Gregori, oltre che ne “Le storie di ieri” interamente firmata da lui e che compare in entrambi i dischi, in alcune delle canzoni dell’album come “Oceano” e “Canzone per l’estate”, Volume 8, non è il più celebre o il più venduto dei dischi di De Andrè ma che contiene gioielli come “Amico Fragile”. Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra. Succedeva in Italia nell’anno di grazia (musicale) 1975.