Da rifiuti a piccole opere d’arte, che sanno di mare e di quei suoi invasori di plastica. Eccoli i quadri dell’oristanese Andrea Pala: lavori realizzati con la plastica ritrovata lungo la costa dopo le mareggiate. Un progetto nato quasi per gioco ma che racchiude un importante messaggio d’amore verso il mare, uno spirito ambientalista che ribadisce l’importanza del riciclo e della tutela della natura come emerso durante le esposizioni temporanee prima nel villaggio di San Salvatore (Cabras) poi a Oristano. Già nel titolo delle mostre “Plastica e Poseidonia” si coglie il valore dell’iniziativa dal cuore ecologista: “La plastica e la posidonia sono gli elementi che si depositano sulla spiaggia dopo una mareggiata” racconta Pala, 60 anni impiegato. “Il mio non è un processo alla plastica, una delle grandi invenzioni dell'uomo, ma al cattivo uso che se ne è fatto e purtroppo si continua a fare. L’uomo non riesce a gestire questa risorsa finendo poi per danneggiare l’ambiente”.

Oggetti in plastica raccolti in spiaggia durante tre ore di passeggiata (foto V. Pinna)
Oggetti in plastica raccolti in spiaggia durante tre ore di passeggiata (foto V. Pinna)
Oggetti in plastica raccolti in spiaggia durante tre ore di passeggiata (foto V. Pinna)

Il progetto è nato proprio su uno dei litorali dell’Oristanese, durante una passeggiata all’aria aperta. “Da circa dieci anni durante le mie camminate al mare, raccolgo frammenti di plastica e tutto ciò che dopo le burrasche, le onde ci restituiscono”. Oggetti puntualmente smaltiti secondo il regolamento comunale poi tre anni fa la svolta con l’idea di dare una nuova vita a quei rifiuti (utilizzando sia parte della plastica raccolta sia la pittura acrilica). Ed ecco “l’opera numero 1, tanti frammenti colorati per rappresentare un volto” spiega Andrea Pala che in poco più di due anni ha realizzato oltre cinquanta opere di varie dimensioni con gli oggetti più disparati. Ci sono soldatini, giochi per bambini, tappi, bottiglie, resti di palloncini, pinne, accendini, filtri e persino le mollette che si utilizzano per stendere i panni. “Le mollette ad esempio non sono il classico oggetto che si può lasciare o si dimenticare in spiaggia – spiega – però è certamente un rifiuto che può essere gettato nelle campagne, vicino ai corsi d’acqua e alla fine arriva in mare”.

Alcune delle opere della mostra Plastica e Posidonia (foto V. Pinna)
Alcune delle opere della mostra Plastica e Posidonia (foto V. Pinna)
Alcune delle opere della mostra Plastica e Posidonia (foto V. Pinna)

C’è un’infinità di oggetti in plastica che viaggia tra le correnti marine, alcuni di essi adesso hanno nuova dignità nei quadri che rappresentano volti umani, cani, uccelli, fiori, scene militari e astratte e persino l’incendio del 2021 nel Montiferru: un quadro nero (la devastazione) con sprazzi di rosso (il fuoco) e di verde (la rinascita della natura). “Ciascuno interpreta le opere liberamente – sottolinea – si può giocare con la fantasia ma per me ogni quadro ha un significato particolare”.

L’occhio cade subito sul pesce realizzato con una serie di filtri di depurazione.

Il pesce realizzato con i filtri di depurazione raccolti in spiaggia (foto V. Pinna)
Il pesce realizzato con i filtri di depurazione raccolti in spiaggia (foto V. Pinna)
Il pesce realizzato con i filtri di depurazione raccolti in spiaggia (foto V. Pinna)

“Questi piccoli filtri dimostrano quanto possa viaggiare la plastica – spiega – sono quelli del depuratore di Capaccio Paestum, in provincia di Salerno, sversati in mare nel 2018. Circa 130 milioni di filtri abbandonati che si spostano in mare arrivando poi sulle coste tra cui quelle sarde”.

Come Pala ricorda nel suo sito www.andreapala.it “l’inquinamento del mare da plastica è una delle emergenze ambientali più gravi dell’epoca moderna. Mari e oceani ne sono invasi al punto che si sono formate delle vere e proprie isole: le cosiddette Plastic island o il Great Garbage Patch. Ne esistono sei: due fluttuano nel Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’Oceano Indiano. Enormi piattaforme di inquinamento che galleggiano tra le onde in un’area più estesa di quella di Stati Uniti e India. L’inquinamento da plastica è un problema globale, tanto che le Nazioni Unite hanno inserito la tutela dei mari tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile: è il Goal 14 – Vita sott’acqua. Nell’Agenda 2030 si legge che occorre “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Da questi presupposti è partito il progetto sperimentale che intende “sensibilizzare sugli effetti pericolosi della plastica che, se abbandonata, provoca gravi danni all’ambiente, alla salute dei pesci e anche alla nostra. Bisogna ridurne il consumo e favorire un corretto smaltimento” ripete Pala che guarda oltre. L’obiettivo è coinvolgere privati, associazioni, enti pubblici in una più ampia opera di sensibilizzazione e di divulgazione scientifica.

Andrea Pala illustra l'opera che rappresenta il rogo del Montiferru (foto V. Pinna)
Andrea Pala illustra l'opera che rappresenta il rogo del Montiferru (foto V. Pinna)
Andrea Pala illustra l'opera che rappresenta il rogo del Montiferru (foto V. Pinna)

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