Molto più di un capitano. Il simbolo di un’Italia eroica, mai doma. Intorno a questo pilastro è stato edificato un intero edificio che negli anni a venire continuerà a dare i suoi frutti. Lui è quello sempre in mezzo, a menare come un fabbro, a guidare la carica. Come in questa foto in un Olimpico gelato.

Sergio Parisse, 142 caps con la maglia della dell'Italrugby, l'atleta più presente e celebrato della storia del rugby tricolore, novantaquattro volte capitano dell'Italia, è il primo azzurro ad entrare a far parte della Hall of Fame di World Rugby.

La Federazione internazionale ha ufficialmente introdotto Il Capitano della Nazionale, insieme ad altri due atleti e altrettante atlete, nel panel di coloro che - giocatori, allenatori, dirigenti, arbitri o istituzioni - hanno contribuito in modo eccezionale alla storia e allo sviluppo del gioco.
Parisse dopo il ritiro dal rugby giocato nell'estate del 2023 ha intrapreso la carriera di allenatore con il Toulon RC, il club dove ha concluso la sua carriera, è entrato ufficialmente a far parte della ristrettissima cerchia di leggende del gioco il 24 novembre a Montecarlo, in occasione della cerimonia annuale dei World Rugby Awards.

Il riconoscimento
Andrea Duodo, presidente della federugby, ha voluto rendere omaggio a Parisse con un lungo messaggio. "Conosco Sergio sin dal suo arrivo, giovanissimo, alla Benetton Rugby. “Come amico, come presidente della federazione e come membro del consiglio World Rugby considero un privilegio poter celebrare il suo ingresso nella Hall of Fame, il giusto riconoscimento a una carriera agonistica che non si può fare a meno che definire stellare. Sergio ha dato lustro al rugby italiano nel mondo, è stato e continua ad essere ancora oggi un magnifico ambasciatore. Con il suo talento ed il suo carisma ha contribuito, insieme a una generazione di atleti straordinaria, a mostrare per anni il volto migliore del rugby italiano. La Hall of Fame del rugby apre per la prima volta le proprie porte a un atleta italiano, altre e altri lo seguiranno negli anni a venire ma, ancora una volta, Parisse è stato un fantastico precursore, portando con le sue gesta il nostro movimento ai vertici del rugby globale”. I tifosi ricorderanno per sempre la vittoria di Murrayfield sulla Scozia del febbraio 2015, ma soprattutto non possono dimenticare le mille battaglie in cui ha guidato gli azzurri.
Parisse - di madre cosentina e padre aquilano - ha commentato l'annuncio di World Rugby esprimendo "un ringraziamento a tutto il rugby italiano per avermi sostenuto, insieme alla mia famiglia, in ogni momento della carriera. Dedico questo riconoscimento a tutto il movimento. E' stato un viaggio indimenticabile, un'avventura che da ragazzo, arrivato in Italia dall'Argentina compiendo a ritroso il viaggio dei miei genitori, potevo solo sognare. Essere il primo italiano mi riempie di orgoglio, anche se non posso fare a meno di pensare a tanti altri giocatori che mi hanno preceduto e che hanno giocato con me”.

I migliori

Nel corso del Galà la federazione mondiale, 'World Rugby', ha assegna i suoi Oscar, ovvero i premi ai migliori giocatori dell'anno.

Per il 2024 il riconoscimento è andato al seconda e terza linea del Sudafrica Pieter-Steph du Toit in campo maschile e all'inglese Ellie Kildunne (14 mete in 10 test) in quello femminile. Per du Toit è la seconda volta, dopo quello del 2019. Assegnati i premi anche nel rugby a Sette, disciplina del programma delle Olimpiadi, e proprio l'oro conquistato in casa a Parigi ha fruttato il titolo di migliore del 2024 ad Antoine Dupont, mediano di mischia della Francia prestato (con successo) al Seven proprio in prospettiva dei Giochi. Tra le donne premio all'australiana Maddison Levi. L'impresa della Francia all'Olimpiade ha fatto sì anche che al suo tecnico del Seven Jerome Daret sia stato assegnato il premio di allenatore dell'anno: è la prima volta che questo riconoscimento viene dato a un coach del rugby a sette (fra i tecnici non si fanno distinzioni fra Seven e XV). Infine premio di meta dell'anno, per il quale era in lizza anche l'azzurro Lorenzo Pani per quella realizzata a marzo contro il Galles, al francese Nolann Le Garrec che l'ha segnata nel Sei Nazioni contro l'Inghilterra. Peccato per l’italiano, che forse l’avrebbe meritato il premio, ma splendida anche la meta del francese.

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