C'è una protagonista inaspettata, nel tormentato rapporto tra la città di New York e le sue statue. È un'italiana. Ma è anche la prima cittadina statunitense proclamata santa dalla Chiesa cattolica. Perché madre Francesca Saverio Cabrini, vissuta a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo (lo scorso 15 luglio è stato il 170esimo anniversario della nascita), fu naturalizzata americana vent'anni dopo essersi trasferita negli Usa, dov'era andata per annunciare il Vangelo e aiutare chi ne aveva più bisogno. Dal 1950 è la patrona degli immigranti. Nel caso di un italiano ancora più famoso, Cristoforo Colombo, si discute sull'opportunità di conservare o rimuovere (per le sue eventuali colpe storiche) il grande monumento che New York gli ha dedicato ai confini di Central Park. Invece la polemica su Mother Cabrini nasce dalla circostanza opposta: dal fatto che una statua per lei ancora non c'è. Nonostante sia stata quella più "richiesta" dai cittadini, in una sorta di televoto popolare online sulle donne meritevoli di una celebrazione pubblica nella Grande Mela.

La vicenda è un po' contorta, un po' buffa e al tempo stesso terribilmente seria: come spesso capita per questioni che mescolano storia, fede, politicamente corretto, sensibilità etniche. Nasce ben prima dell'ondata revisionista sulle statue dei personaggi storici, effetto secondario dell'indignazione antirazzista suscitata dall'omicidio dell'afroamericano George Floyd, morto il 25 maggio scorso a Minneapolis per la violenza di un poliziotto. E sta agitando parecchio la comunità italo-americana, che a New York esprime il governatore Andrew Cuomo e il sindaco Bill De Blasio.

Entrambi sono coinvolti personalmente nel caso di Madre Cabrini, che ha pure creato qualche tensione tra di loro. De Blasio è finito nel mirino delle polemiche degli italiani di New York, perché a ignorare il ruolo della santa degli immigrati è stata una speciale commissione guidata da sua moglie, Chirlane McCray. Cuomo qualche mese fa ha proposto una soluzione per colmare la carenza di un monumento per Francesca Cabrini: ma anche questo ha suscitato reazioni contrarie.

Andiamo con ordine. Tutto nasce nel giugno 2018, quando De Blasio affida alla moglie (scrittrice e attivista politica, nonché tra i suoi consiglieri più ascoltati) la guida della commissione She built NYC, che in italiano letteralmente significa: "Lei ha costruito New York". La municipalità ha stanziato 10 milioni di dollari da destinare a installazioni in spazi pubblici, per celebrare figure femminili che abbiano avuto un ruolo importante nella storia della città. "Più del 95 per cento degli attuali monumenti - ha precisato la vicesindaca Alicia Glen - è dedicato a uomini, a volte molto discutibili". Fino al paradosso di Central Park: "Su 24 opere - ha aggiunto Glen - l'unica che non raffigura un uomo è quella ad Alice nel paese della meraviglie. La sola donna meritevole di memoria è una donna che non è mai esistita". Per decidere chi celebrare con le prime nuove statue, la commissione ha invitato i newyorkesi a dire la loro sul sito Women.nyc. Tra le oltre 300 personalità segnalate dalle molte migliaia di messaggi, a sorpresa madre Francesca Saverio Cabrini ha ottenuto il maggior numero di "nomination". È vero, non era stato annunciato come un concorso, o un sondaggio dall'esito vincolante. Ma molti sono rimasti molto stupiti quando hanno visto che la più "votata" non compariva tra i primi sette progetti di nuovi monumenti a Manhattan e negli altri distretti. L'elenco, definito da un sotto-comitato formato da esperti di varie competenze ed etnie, comprende figure molto eterogenee; alcune note per l'impegno per i diritti civili, o politico (come Shirley Chisholm, prima afroamericana eletta al Congresso). Nomi perlopiù sconosciuti al pubblico italiano, a parte la grande cantante jazz Billie Holiday. I nostri connazionali a New York non hanno gradito l'ostracismo verso madre Cabrini, considerato offensivo anche nei confronti dei cattolici. Il 12 ottobre 2018, circa un mese dopo la comunicazione delle donne prescelte, la parata per il Columbus Day è diventata l'occasione per una protesta pacifica contro la commissione McCray. Sei giorni prima, circa mille persone avevano partecipato a una marcia per madre Cabrini voluta dal vescovo della diocesi di Brooklyn Anthony DiMarzio (l'ennesimo italoamericano di questa storia). Il fatto è che la devozione nei confronti della santa arrivata da oltreoceano è davvero notevole. Nata nel 1850 a Sant'Angelo Lodigiano, Francesca Cabrini divenne maestra elementare prima di maturare la vocazione religiosa. Il suo interesse era l'impegno missionario, e perciò aggiunse al suo il cognome Saverio, in onore di San Francesco Saverio che aveva evangelizzato l'Estremo Oriente. Nel 1880, a Codogno (tristemente nota negli ultimi mesi come primo focolaio italiano del coronavirus), Francesca fonda la congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Nel 1889 Papa Leone XIII la manda negli Usa per aiutare gli emigrati italiani. All'attività missionaria, che la porterà anche a contattare persino tribù di nativi ignorate da chiunque altro, madre Cabrini affianca un instancabile impegno sociale. Riesce a far aprire decine di scuole, convitti per studentesse, ospedali, centri di accoglienza.

Amatissima e molto considerata anche in vita, la missionaria lombarda muore a Chicago nel 1917. Viene seppellita a New York. Aveva acquisito la cittadinanza americana nel 1909. Viene proclamata beata appena 21 anni dopo la morte, santa nel 1946 (da Pio XII), infine patrona degli immigranti nel centenario della nascita. Non sono solo gli italoamericani a conservare memoria del suo apostolato, ma ovviamente è quella la comunità che ce l'ha più a cuore. E ora insiste perché ne venga riconosciuta la grandezza con un monumento pubblico. Per sbloccare il caso creato dalle scelte della commissione She built NYC, ha preso l'iniziativa il governatore Cuomo: "La statua per madre Cabrini sarà eretta a Battery Park City, con fondi dello Stato di New York", ha detto nel dicembre scorso. Battery Park City è un quartiere che si affaccia sul fiume Hudson nella parte più meridionale di Manhattan. Alcune aree sono possedute e gestite direttamente da una società di pubblica utilità dello Stato di New York: perciò Cuomo ha potuto annunciare la costruzione del nuovo monumento, che costerà 750mila dollari, senza chiedere il permesso al sindaco De Blasio. Ma non ha chiesto neppure il parere dei residenti della zona, che si sono schierati contro l'ipotesi di una nuova installazione davanti ai loro palazzi. Inoltre, secondo gli storici dell'arte, collocare la statua di Mother Cabrini in un'area che non ha niente a che fare con la sua opera in vita, e neppure granché con la comunità italoamericana, rischierebbe di sminuire il significato dell'opera. E così, tra una polemica e l'altra, per la santa arrivata dal Lodigiano non si vede ancora all'orizzonte l'onore di un riconoscimento pubblico a New York. Mentre tra gli italoamericani, ora irritati anche per le richieste di rimuovere la statua di Colombo, cresce il disagio nei confronti di una città che forse iniziano a sentire un po' meno "loro" di prima.
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