Chi non ricorda l’immagine di quei ragazzi a cavalcioni del Muro di Berlino? Era il 9 novembre 1989, il vento della Perestroika russa soffiava forte e in Europa cadeva il più famoso simbolo della Guerra Fredda, la lunga fase di tensione politica tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Un grande entusiasmo pervase non solo la Germania ma anche l’Europa e il resto del mondo. Una vittoria della democrazia e della libertà: la dittatura della Germania dell’Est crollò aprendo i confini all’Occidente dopo mesi di pacifiche proteste di massa. Quel giorno segna l’inizio della riunificazione tedesca (dopo 44 anni) poi conclusa formalmente solo nel 1990, e anche il crollo del comunismo sovietico. Sono trascorsi 35 anni, la Germania è unita ma il travagliato passato non si può dimenticare.

A Berlino per tutto il mese di novembre saranno organizzati eventi per ricordare quella giornata dal valore storico così pregnante. Le istituzioni hanno previsto anche una commemorazione “materiale”: lungo l’ex striscia del Muro, è stata allestita un’installazione composta da una serie di striscioni storici e attuali. Lungo i quattro chilometri del percorso del Muro sono esposte le riproduzioni dei cartelli delle proteste del 1989. Tra le installazioni artistiche ci saranno anche le creazioni dei cittadini, con particolare attenzione a quelle che parlano delle lotte di oggi in diversi parti del mondo. Un percorso che si estende per chilometri e che intende far ricordare e riflettere sul significato della caduta del Muro.

Lo slogan scelto per il 35esimo anniversario della caduta del Muro è “preserva la libertà”. Del resto, il messaggio che arriva da quel 9 novembre è più attuale che mai: è simbolo della volontà di libertà che non può mai essere soppressa e anzi deve essere un esempio per le lotte per la democrazia che ancora oggi tengono banco fra tutti quei popoli che liberi non sono. In particolare in questo momento storico con la guerra della Russia in Ucraina, una situazione politica interna molto delicata in Germania ma anche i rapporti tesi tra la Nato e la Russia. Sono cambiati i protagonisti, ma le divisioni restano eccome (questo solo per stare entro i confini europei perché se si guarda oltre dal Medio Oriente all’Africa va da sé che la battaglia per la libertà è appena agli inizi).

Un altro modo per immergersi nella storia di ieri e di oggi è la possibilità di noleggiare una bici e percorrere il Berliner Mauerweg, l’ex percorso del Muro, una ciclopedonale di 160 chilometri divisa in 14 tratti, che dal centro porta fuori città. Un itinerario semplice in cui poter visitare il Checkpoint Charlie, il posto di confine oggi sede del museo dove sono documentati i piani di fuga più ingegnosi, e l’East Side Gallery, la parte più scenografica del muro dipinta da vari artisti con immagini sul tema della pace.

L'inizio della costruzione del Muro di Berlino il 13 agosto 1961 (foto archivio Unione Sarda)
L'inizio della costruzione del Muro di Berlino il 13 agosto 1961 (foto archivio Unione Sarda)

L'inizio della costruzione del Muro di Berlino il 13 agosto 1961 (foto archivio Unione Sarda)

La storia

Il Muro di Berlino fu un sistema di barriere attivo dal 1961 al 1989, eretto dal governo della Germania dell’Est per impedire la libera circolazione delle persone verso l’altra parte della Germania, quella Ovest. Il Muro era un lungo sistema di recinzione in cemento armato, lungo 155 chilometri e alto tre metri e mezzo che dal 1961 divise la parte occidentale della capitale Berlino da quella orientale. Quel Muro è stato il simbolo concreto della “cortina di ferro”, di quella immaginaria linea di confine fra i Paesi sotto l’egida della Nato e quelli del Patto di Varsavia durante la Guerra Fredda.

La frontiera tra Berlino Ovest e Berlino Est era fortificata militarmente da due muri paralleli di cemento armato, separati dalla cosiddetta "striscia della morte", larga alcune decine di metri. In quegli anni vi furono circa 5mila tentativi di fuga verso Berlino Ovest. Secondo varie fonti, in quello stesso periodo circa 200 cittadini della Germania Est furono uccisi dalla polizia di frontiera mentre tentavano di superare la barriera e arrivare nella parte Ovest, molti altri rimasero feriti.

Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il governo della Germania Est annunciò che le visite verso la Germania Ovest sarebbero state permesse. Dopo quella comunicazione, in migliaia si arrampicarono sul muro e lo superarono per raggiungere l’altra parte della città. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono demolite e portate via come souvenir. Era troppa la voglia di libertà dopo gli anni bui della dittatura. Un evento che ha fatto storia, un capitolo da rileggere e tenere a mente viste le guerre e i regimi dittatoriali che ancora oggi esistono e, purtroppo, resistono.

Caduta del Muro di Berlino (foto archivio Unione Sarda)
Caduta del Muro di Berlino (foto archivio Unione Sarda)

Caduta del Muro di Berlino (foto archivio Unione Sarda)

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