La Serie B è tremenda. Basta guardare la storia della cadetteria per non stupirsi davanti alle statistiche di un campionato che – da sempre – stravolge i pronostici, fagocita ogni certezza, rottama senza bonus chi non ha un approccio adeguato alle asperità di una stagione lunghissima.

Ci è passato anche lui, Rolando Maran. Esonerato dal Pisa a metà settembre, dopo aver tentato di rimettersi in gioco proprio in Serie B. Al suo posto, nella panchina toscana, è ritornato Luca D’Angelo, che a giugno aveva portato i nerazzurri fino alla finale playoff per la Serie A, poi persa contro il Monza. E così un altro allenatore dai trascorsi rossoblù a tinte forti (nel caso del tecnico trentino fortissime) non riesce a riemergere dal vortice negativo in cui era stato risucchiato dopo aver salutato l’Isola. Prima di lui era capitato a Massimo Rastelli, esonerato l’anno scorso dal Pordenone con modi fin troppo spicci; quindi a Eusebio Di Francesco, che a Verona, sempre nell’ultima stagione, è durato poche partite e che, proprio di recente, ha dichiarato che a Cagliari, di fatto, era stato lui a dimettersi perché il progetto non era stato rispettato. Sarà. Non va benissimo neppure a Diego Lopez, il cui rapporto con l’Universidad de Chile si è interrotto dopo appena quattro mesi. E, nonostante la miracolosa salvezza in A del 2021, Leonardo Semplici, dopo una lunga inattività, non trova panchina nel massimo campionato e, prima che la scelta cadesse su Fabio Cannavaro, ha rifiutato il Benevento e la cadetteria per tornare in pista.

Maran, arrivato quest’estate sotto la Torre dopo l’esonero dal Genoa per rientrare nel giro, paga i risultati negativi (due punti in sei partite) e un’impostazione di gioco non sempre brillante. Le cause, però, sono da ricercare nel periodo di rodaggio, naturale per una squadra rinnovata per larghi tratti rispetto alla stagione precedente. E, forse, indebolita. L’allenatore trentino – prima dell’esonero – ha cercato di tranquillizzare l'ambiente, ripetendo che la squadra si sarebbe presto sbloccata anche per quanto riguarda i risultati. Forse non gli è stata data neppure un’ultima occasione.

Neppure tre anni fa, di questi tempi, veleggiava con il Cagliari nelle zone alte della classifica, in Serie A. Per lui, come per il Cagliari, la deriva è cominciata da quel tragico (sportivamente parlando) Cagliari-Lazio 1-2 del 16 dicembre del 2019, con i rossoblù a un passo dalla zona Champions. Ma neppure Maran, uomo pragmatico e di buon senso, avrebbe potuto immaginare che sarebbe durata ben più del recupero di quella partita, fino ad assomigliare tutt’altro che in modo vago a una maledizione. La maledizione di Caicedo (l’autore del gol decisivo per i biancocelesti) e di quel Cagliari-Lazio finito al 98’ che, da quel momento, avrebbero trascinato lui verso una spirale di sconfitte e di esoneri spesso inspiegabili e i rossoblù fino a dove si trovano oggi. Dai sogni di gloria, alla realtà di un campionato di lotta. A una Serie B senza certezze. 

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