Più di trecento cercano aiuto, gli altri restano sommersi dal loro dramma. Incapaci di trovare la luce in fondo al tunnel delle dipendenze. Nascosti agli occhi degli specialisti o più semplicemente renitenti a un percorso di disintossicazione.

Il Serd di Tortolì ha in cura un piccolo esercito: i tossicodipendenti da stupefacenti sono 156, 150 gli alcolisti (alcuni dei quali in terapia sostitutiva) e soltanto 26 i ludopatici. Un dato, quest’ultimo, che letto superficialmente indurrebbe a esultare ma che, nella realtà, è angosciante. Gli ogliastrini entrati nella spirale senza uscita del gioco d’azzardo sono molti di più. Li vedi alle slot o in fila nelle tabaccherie. I volti sono sempre gli stessi. Perduti davanti agli schermi che sfornano numeri vincenti. Illusori. Sul fronte della droga l’emergenza si chiama cocaina. Seduce sempre di più, i suoi adepti si mimetizzano.

Antonello Demontis (foto Ettore Loi/Unione Sarda)
Antonello Demontis (foto Ettore Loi/Unione Sarda)
Antonello Demontis (foto Ettore Loi/Unione Sarda)

“Consumano nel weekend, non li vedi, non riesci a censirli”. Se n’è fatto un’idea precisa Antonello Demontis, 65 anni, neuropsichiatra dal curriculum invidiabile e dalla robusta esperienza, che dirige il Centro di salute mentale della Asl Ogliastra e il Serd di Tortolì. Ha avuto un incarico da commissario della navicella sanitaria pubblica e molti da amministratore in diversi comuni ogliastrini. Dirige anche il Serd dell’area vasta di Cagliari, “dove la vera emergenza sul fronte delle dipendenze – sottolinea lo specialista - sono proprio loro, i cocainomani. In confronto gli oppiomani sono chierichetti”. Le piaghe ogliastrine sono invece costituite da eroina e alcol. “Anche qui gira la cocaina, preferibilmente nel week-end e in associazione con altre sostanze, ma è nascosta. Mentre invece a Cagliari i cocainomani che delinquono sono quelli che, dovendo chiedere misure alternative alla detenzione, devono necessariamente frequentare il Serd per un periodo di tempo”. In sostanza non possono fare a meno di uscire allo scoperto.

Roberta Puddu, 39 anni, di Cardedu, neurologa specializzata in medicina delle dipendenze, è l’unico camice bianco in servizio permanente effettivo al Serd. Lavoro di frontiera, casistiche ampie, situazioni spinose. Servono competenze ma soprattutto grande sensibilità. Per un anno al suo fianco ha avuto un altro specialista, che però adesso ha traslocato al Centro di salute mentale.

Roberta Puddu\u00A0(foto concessa)
Roberta Puddu\u00A0(foto concessa)
Roberta Puddu (foto concessa)

“Dei tossicodipendenti che abbiamo in cura – dice la neurologa -  molti provengono da altri Serd. Stabili sono una settantina. Alcuni li seguiamo da trent’anni, ma nonostante le nostre cure non escono dal tunnel. Altri sono meteore, vengono trattati e guariscono rapidamente. Altri migliorano la propria qualità della vita. Restano tossicodipendenti ma riescono a lavorare e conservare una vita di relazione”. C’è chi accetta di finire in una comunità di recupero, ma lontano dall’Ogliastra “perché – osserva Roberta Puddu – in zona queste strutture non esistono. Dai responsabili dei centri riceviamo le relazioni trimestrali, che servono ad assicurarci che il percorso intrapreso dai nostri pazienti vada a buon fine”.

L’entità del fenomeno è ben delineata in un rapporto sul ruolo dei Serd, frutto del meticoloso studio di Roberta Puddu e pubblicato due anni fa. I fatti dicono che dal 2016 al 2019 i pazienti seguiti dal Serd sono passati da 235 a 476 e, come detto, oggi sono 350. E interessanti le ricerche condotte sul fronte delle ludopatie da Carla Murino, psicoterapeuta di Arzana.

Fondamentale nella lotta alle dipendenze – ritengono al Serd - è la prevenzione. E occorre cominciare dalle scuole. “I risultati delle ricerche scientifiche – faceva osservare la neurologa nel rapporto citato - rimarcano l’influenza dell’età in cui si fa la prima esperienza con le sostanze: minore è l’età della prima esperienza, maggiore è la probabilità di sviluppare una dipendenza. L’età della prima esperienza si sta abbassando sempre di più. Tutte le più recenti inchieste sui giovani – sottolineava il già citato rapporto del Serd - indicano la straordinaria facilità nel reperire le varie sostanze e l’aumentata disponibilità a provarle”.

La sede del Serd\u00A0a Tortolì (foto concessa)
La sede del Serd\u00A0a Tortolì (foto concessa)
La sede del Serd a Tortolì (foto concessa)

Anche per le forze dell’ordine la prevenzione del traffico e del consumo di sostanze stupefacenti è prioritaria. Il comando provinciale dei carabinieri, attraverso le compagnie di Lanusei e Jerzu, la Questura, tramite i commissariati di Lanusei e Tortolì, spesso sono impegnati in controlli dentro e fuori dalle scuole e diverse volte hanno intercettato e neutralizzato attività di spaccio. Molte consumatori di droga minorenni sono stati segnalati alla Prefettura.

Come argine al fenomeno molto ha significato in Ogliastra il progetto No dipendenze, finanziato dall'Ordine degli psicologi, dalla Fondazione di Sardegna dai Comuni di Cagliari, Nuoro, Oristano, Simaxis, Quartucciu. Con loro anche le Unioni dei Comuni di Barbagia, Montalbo, Ogliastra, Nord Ogliastra, la Diocesi di Nuoro e Lanusei, grazie alla sensibilità del vescovo, monsignor Antonello Mura, e alcuni sponsor privati. In tutta l’Isola l’iniziativa, ideata dal giornalista e conduttore televisivo Roberto Betocchi e approdata anche sugli schermi di Videolina, ha coinvolto complessivamente 3000 bambini. E gli ogliastrini hanno fatto la parte del leone nel concorso “Interpreta la Città di Tablet”, sulla base di un racconto scritto e interpretato dal regista e attore Gianluca Medas. I primi premi sono spettati alla scuola primaria di Santa Maria Navarrese dell'istituto comprensivo di Baunei, e all'istituto comprensivo “Grazia Deledda” di Ilbono, che hanno scritto elaborati suggestivi sul tema proposto.

La sensibilità dei piccoli cresce. Ed è già abbastanza. 

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