La grande sete attanaglia l’Ogliastra in una delle estati più torride mai vissute. L’acqua scarseggia, complice un’impennata dei consumi dovuta all’arrivo di frotte di turisti, che affollano i paesi della zona nonostante l’emergenza sanitaria non sia cessata. In molti centri vigono restrizioni. E non c’è differenza tra i paesi serviti da Abbanoa o quelli nei quali acquedotto e rete idrica sono gestiti dai Comuni. Ad Arzana come a Lanusei, tanto per citare un esempio, i rubinetti si chiudono dalle 18 fino alle 6 del mattino successivo.

Il razionamento dell’acqua, anche di recente, ha fatto riesplodere la polemica, storica, sulla ripartizione dell’acqua tra Ogliastra e Campidano. Se ne è fatto portavoce il sindaco di Lanusei, Davide Burchi, al quale il gestore ha però risposto a stretto giro di posta: fondamentalmente i centri ogliastrini sono alimentati da sorgenti locali e da due potabilizzatori di Villagrande (Lanusei e altri centri) e Monte Attu (Tortolì e altri centri). Il primo prende l’acqua dall’invaso di Villanova Strisaili e il secondo da quello di Santa Lucia. Nemmeno un goccio d’acqua di questo schema finisce verso il Campidano.

La guerra dell’acqua, forse, cesserà quando l’Ogliastra avrà il nuovo acquedotto che Abbanoa ha appaltato assieme al nuovo potabilizzatore di Villagrande.

L’importante opera da undici milioni di euro, divisa in due lotti, consentirà di approvvigionare diversi centri dell’Ogliastra che da sempre dipendono dalla fornitura di sorgenti e pozzi locali. Fonti che sono soggette alle bizze stagionali e all’assenza di precipitazioni che ne limitano la portata nei mesi estivi tanto da rendere necessario effettuare chiusure notturne dei rubinetti per recuperare le scorte, accumularle nei serbatoi e distribuirle nell’arco della giornata.

L'invaso di Santa Lucia tra Villagrande e Tortolì (archivio L'Unione sarda)
L'invaso di Santa Lucia tra Villagrande e Tortolì (archivio L'Unione sarda)
L'invaso di Santa Lucia tra Villagrande e Tortolì (archivio L'Unione sarda)

L’iter che ha portato all’appalto delle due opere è stato lungo, tortuoso e disseminato di ostacoli. Nel settembre del 2012 Abbanoa aveva mandato in gara entrambi i due lotti dell’acquedotto Ogliastra: il primo da circa 8 milioni di euro e il secondo da 3 milioni di euro. Gli interventi, però, erano rimasti al palo a causa dei contenziosi. Nel 2014 era arrivata la prima sentenza del Tar sul primo lotto e nel 2015 una seconda sentenza del Tar sul secondo lotto con lo stesso esito: la bocciatura del ricorso di una ditta esclusa. Quest’ultima si era appellata al Consiglio di Stato, ma anche i giudici di secondo grado hanno confermato la legittimità dell’operato di Abbanoa sottolineando la correttezza dell’operato della commissione di gara. “La valutazione compiuta dalla stazione appaltante”, scrivevano i giudici nella sentenza, “risulta congrua, logica e adeguatamente motivata”. Il nuovo acquedotto dell’Ogliastra consentirà di utilizzare l’acqua dell’invaso di Bau Muggeris (Villanova Strisaili) per potabilizzarla e distribuirla a Villagrande Strisaili, Arzana, Elini, Ilbono, Lanusei, Loceri e Tortolì.

L’appalto del primo lotto è stato aggiudicato per un importo pari a otto milioni di euro. Previste condotte e diramazioni con diametri che variano da 800 a 150 millimetri in acciaio e ghisa sferoidale, materiale di ultima generazione che garantisce un ottima tenuta. La condotta principale partirà dal nuovo potabilizzatore di Villagrande Strisaili fino a Loceri con diramazioni e opere idrauliche per distribuire l’acqua nei centri abitati di Villagrande, Arzana, Elini, Ilbono, Lanusei e Loceri.

L’appalto del secondo lotto ha un importo di oltre tre milioni di euro. Sono previste opere di completamento del ramo est dell’acquedotto Ogliastra nei Comuni di Villagrande e Arzana che consentirebbero di potenziare l’approvvigionamento idrico verso i centri delle località costiere: Tortolì, Girasole, Lotzorai e Santa Maria Navarrese. Abbanoa, attraverso le nuove opere, promette dunque di risolvere in gran parte l’emergenza idrica in Ogliastra. Spesso subissato di critiche, il gestore unico aveva risposto sostenendo di aver ereditato in molti casi reti idriche colabrodo e di aver migliorato l’efficienza degli impianti. Sono un ricordo – osservano dagli uffici di Abbanoa – i periodi in cui in alcuni centri dell’Ogliastra, compreso Lanusei, ogni estate si doveva interrompere l’erogazione addirittura a giorni alterni e in altri l’approvvigionamento era limitato a pochissime ore della giornata. Anche rispetto agli anni passati, quando le chiusure notturne erano iniziate a maggio, la situazione secondo Abbanoa è migliorata. Il Gestore unico ha portato avanti anche un piano per rendere più efficienti le reti idriche comunali con l’obiettivo di ridurre al massimo le dispersioni.

Un operaio di Abbanoa al lavoro (archivio L'Unione Sarda
Un operaio di Abbanoa al lavoro (archivio L'Unione Sarda
Un operaio di Abbanoa al lavoro (archivio L'Unione Sarda

Il moderato trionfalismo di Abbanoa non cancella però i problemi. Se e vero come è vero che non c’è giorno in cui le cronache non registrino disservizi nell’Isola. Una condotta che si rompe, una pompa in avaria, un pozzetto che trabocca. A Lanusei c’è voluto un anno, corredato da ripetute proteste, per porre freno a una copiosa perdita in viale Europa. E in altri centri si sono vissute troppo spesso situazioni ai confini tra ridicolo e grottesco.  Dimenticarle sarà difficile anche se, e quando, i problemi dovessero essere risolti.

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