Ci sono anch’io…è questa la risposta delle donne sarde all’invito rivolto dal blog “La città delle ragazze” perché rendano visibile la loro presenza sul territorio, presenza fatta di attività lavorative, culturali, in campo sociale e per lo svago.
Ci sono anch’io, appunto. E con queste parole, incontrandosi sul sito S’Intrecciu, la Rete, iniziano i loro racconti con uno stile del tutto nuovo, più personale e narrativo, che intreccia lo stile professionale ad accenni di vita vissuta fra impegni sociali e famiglia.
L’iniziativa nasce grazie al blog curato da Carla Piras, cagliaritana, 54 anni, pranoterapeuta, specializzata nella bioenergetica: durante il periodo del primo lockdown dà vita a “La città delle ragazze” per descrivere la forza e la resilienza delle donne in Sardegna, in un momento di grande difficoltà. Nasce così uno spazio virtuale dove le donne iniziano a descriversi e a trovare l’opportunità per confrontarsi sulla loro reale capacità di incidere sulla vita del nostro paese.
L’Isola c’è...un grande potenziale, delle vite ricchissime, nascoste dal pudore e dal non avere dimestichezza del parlare di sé. Un’economia gestita sulle relazioni, le amicizie, le conoscenze, una sapienza forte nell’incidere sui valori che ancora sopravvivono nella loro cultura, aperta al moderno, ma ancora carica di tradizioni. Su queste tradizioni le donne sarde fondano il loro impegno, sull’amore per ciò che conta e ha significato, sulla preziosità della loro terra, selvaggia ma anche particolare nei suoi cicli e che parla ancora al loro sentire profondo.
Il sito ne diventa l’estensione per una reale esigenza di potersi riconoscere, contare, di poter manifestare modelli vivibili. Ne vien fuori un volto nuovo delle donne di Sardegna, inedito, ma affascinante e credibile, con lo scopo di renderlo più familiare e sconfiggere stereotipi coniando un nuovo linguaggio per descriversi. In questi mesi si è rivelato un mondo al femminile, di una ricchezza immensa, fatto di coraggio, intraprendenza, creatività.
La città delle ragazze sta costruendo una città, virtuale, ma fatta di vite reali, talmente concrete che sembrano irrompere dallo schermo mentre leggi i loro racconti e che ti riempiono il cuore e la mente, con quegli sguardi così intensi… L’adesione si fa sempre più numerosa, la notizia corre veloce, attraverso il blog, ma non solo, scivola di voce in voce. Numerose le richieste di elaborare un profilo, attraverso mille dubbi ed incertezze che quasi sempre accompagnano le donne quando devono mostrare il loro valore.
La procedura è semplice: è sufficiente inviare una breve descrizione della propria attività, passione o talento alla mail del sito, corredata di una foto. Ma è proprio qui che le donne non si arrendono e coniano un nuovo linguaggio, che è ben lontano dall’essere stereotipato e di circostanza. «Nella città virtuale le “ragazze” – spiega Carla Piras - sentono il bisogno di verificare il nome delle realtà a cui appartengono. In molte realtà sono identificate come non vorrebbero, altre non le corrispondono, altre ancora le sentono incomplete. Il linguaggio diventa più personale, si parte dalle proprie sensazioni, si articola attraverso i vissuti e le relazioni diventano le protagoniste. Il lavoro spesso è nominato come la “propria conquista”, perché magari realizzato in situazioni avverse o perché raggiunto perseguendo la propria idea».

Le donne artefici dell'iniziativa
Le donne artefici dell'iniziativa
Le donne artefici dell'iniziativa


Diventa parte di un “percorso di crescita” che si sente arricchito da molte variabili. Ecco come lo spiegano le blogger: «I figli diventano “opportunità” in quest’ottica, magari cresciuti in solitudine e con fatica, ma riuscendo a risalire la china del percorso ad ostacoli che decenni precedenti avevano consegnato all’esperienza di madre. Le relazioni, comunque intese, sono “visione, variabile, curiosità, ispirazione, punti di partenza o tappe. Nessuna ha parlato di denaro, compenso, orario di lavoro, business, marketing. Mai. Perché non prescindendo da questo, il linguaggio va oltre una semplice ricompensa da lavoro svolto o da medaglia guadagnata sul campo. Il denaro diventa risorsa, ulteriore investimento, necessità per raggiungere obbiettivi, conferma di avere uno spazio che altri riconoscono e rispettano». 
Attraverso il linguaggio nuovo affermano il diritto di dire la propria, di avere sostanza nei propri discorsi e la forza dell’esperienza che avvalla ogni proposta, fugando il dubbio che le donne abbiano poca dimestichezza col mondo.
Anzi. Osano dire che le donne sarde questo mondo lo hanno già in mano, ma non se ne sono accorte...è un mondo strutturato da leggi non scritte e costumi che si tramandano in silenzio, osservando le “sorelle” più grandi, quasi in rituali nascosti.
Sanno portare avanti una professione, ma contemporaneamente vivono le tradizioni: fare il pane, coltivare un orto, tessere...anche in centro città. Le cose cambiano così...scuotendo le coscienze e creando un nuovo modo di vivere la comunità al femminile.
«Le protagoniste del sito – spiega Piras – non sono solo le donne che vi si iscrivono, ma anche tutte coloro che contribuiscono a realizzarlo con tanti mezzi: molte hanno profuso tempo ed energia per parlarne con le loro conoscenze, altre hanno creato nuovi contatti con associazioni, altre ne hanno parlato al lavoro»
Il blog ha avuto in tutto questo un’importanza decisiva, perché ha garantito scambi su tutta l’Isola e i social sono diventati la sede di molti primi contatti. Da facebook a messanger, Piras ha passato intere giornate di maggio a rispondere alle richieste e alle molteplici domande delle donne interessate, a creare profili, a divulgarli, in questo sostenuta dal piccolo gruppo di donne che in questi mesi l’ha sempre affiancata: Eliana Sanna, Giorgia Sanna, Isotta Macciò, Luisella Pani,  Marilisa Crespi, Monica Setzu e, nuova ragazza, Barbara Barrecca.
Ma il contributo è arrivato anche da altre preziose ragazze, senza le quali non si sarebbero potute scoprire storie belle e dense di vissuti: Maria Cleofe Setzu, Stefania Cuccu, per citarne alcune, a dimostrare che il senso della comunità non è circoscritto, che si avvale del supporto di tutte coloro che ne sentono la bellezza e l’importanza. L’iniziativa, infatti, ha ispirato liberamente donne provenienti da diversi luoghi dell’Isola, sia dai centri urbani che rurali e stupisce come si possa percepire la stessa sintonia, parlare delle stesse istanze.
Un modo più moderno di promuovere l’attività delle donne con un’iniziativa che, come loro stesse dicono, ha il sapore di un «femminile plurale» e incentra l’attenzione sulla capacità di innovare «con stile…muliebre».
Un lavoro, quello sul sito, che ha già prodotto i primi frutti. Come indicato nel nome, S’intrecciu, uno degli obiettivi è quello di creare rete fra le donne. Sono già nate le prime collaborazioni in attività lavorative e culturali fra diverse iscritte e anche fra iscritte e chi ha potuto conoscerle grazie alla sua diffusione su Google e sul blog. Conoscere e informare sono le esigenze più forti alle quali si è voluto dare una prima risposta con S’Intrecciu. Ma non è che l’inizio. Parola di donna.

Carla Raggio

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