Una distesa di ghiaccio e le montagne innevate hanno accolto il piccolo aereo della Icelandair. Poi a bordo di un elicottero rosso, che trasportava alimenti e prodotti di prima necessità, direttamente dal cuore dell’Oristanese Giorgio Sedda è arrivato sulla fredda isola di Ammassalik, in Groenlandia. Così il 29 gennaio è iniziata la nuova esperienza estrema del 47enne originario di Assolo, ma da qualche anno residente in Francia, che ha deciso di trascorrere l’inverno al Circolo polare artico. Un’avventura unica e avvincente che aggiungerà nuove pagine al progetto artistico “Un monde de couleurs (mondo di colori)” ideato alcuni anni dall’artista. “Viaggio per conoscere nuove realtà. Dopo ogni esperienza realizzo opere, foto e video che possono proporre spunti di riflessione” ha raccontato pochi giorni prima della partenza per la Groenlandia.

Giorgio Sedda, 47 anni (foto concessa)
Giorgio Sedda, 47 anni (foto concessa)
Giorgio Sedda, 47 anni (foto concessa)

Sedda, che da sempre ha avuto un grande amore per l’arte (ha studiato l’Accademia di belle arti) e per la montagna, nel 2016 ha deciso di cambiare vita. “Ho lasciato tutto perché avevo una forte necessità di viaggiare e trovare stimoli nuovi per il mio percorso artistico ma anche per praticare l’alpinismo” ricorda. Partì in Francia, sognava di scalare il Monte Bianco, tanti viaggi fino all’incontro con la società cooperativa Odcvl che si occupa di turismo sociale. “Iniziai a lavorare con loro e proposi il mio progetto artistico in qualità di ambasciatore” spiega. Un lavoro che tanti sognano. “Un’attività che riflette il mio essere libero e solidale con il prossimo, con particolare attenzione e rispetto della natura” racconta Giorgio Sedda. Occupazione che finora lo ha portato in Africa, in Islanda e adesso in Groenlandia (imprese interamente autofinanziate). “Sarà un'esperienza tutta da vivere in una delle terre più difficili con cui uno come me, figlio del Mediterraneo, possa confrontarsi in pieno inverno”.

La Groenlandia (foto concessa)
La Groenlandia (foto concessa)
La Groenlandia (foto concessa)

Il nuovo viaggio ha preso ispirazione dalla vita straordinaria dell’esploratore Robert Peroni, che dopo aver fatto la traversata dell’Isola su una slitta, decise che quella sarebbe stata la sua nuova casa. “Lui sarà anche il mio punto di appoggio – racconta Sedda – sarà un’occasione di crescita, lontano dal ritmo sfrenato con cui conviviamo costantemente nella realtà contemporanea”. Il nuovo progetto si chiama “Chez eux” (Da loro) e come ricorda il 47enne “sarà un’esperienza di ricerca, studio e avventura. La Groenlandia è un luogo dove l'equilibrio naturale è estremamente delicato, soggetto più di altri agli effetti del surriscaldamento globale, cosi come precarie sembrano essere oggi le radici della cultura Inuit che da sempre ha basato la propria dignità sulla capacità di adattarsi a condizioni ambientali proibitive”. L’esplorazione parte proprio dall’incontro con il popolo degli eschimesi che vive nella costa orientale groenlandese. “Mi sono preparato a lungo, ho tutta l’attrezzatura necessaria che si utilizza abitualmente per l’alpinismo – dice - per il resto cercherò di integrarmi completamente con la gente di quel villaggio, che vive ancora di caccia e pesca. E mi adeguerò anche alle loro abitudini alimentari”. Tra le tante affascinanti novità di una realtà nuova, per l’oristanese potrebbero esserci anche situazioni a rischio. E fra le insidie in cui Giorgio Sedda potrebbe imbattersi c’è l’orso polare come lui stesso racconta sulla sua pagina Facebook, in cui in questi mesi terrà una sorta di diario. “L’orso è un maestoso animale che trova nei mesi invernali il miglior contesto di caccia – fa notare - Esso è in grado di fiutare una preda a quasi due chilometri di distanza e persino sotto la neve. L’orso polare adopera un’efficace tecnica di caccia chiamata “still-hunting”, ossia non rincorre la preda ma attende pazientemente che riemerga dall’acqua per afferrarla. Inoltre è un ottimo inseguitore, capace di superare i 40 chilometri orari”. Il progressivo scioglimento dei ghiacciai determina la scomparsa del suo habitat naturale e la conseguente difficoltà nel reperire risorse “perciò sempre più spesso l'orso è costretto a cercare cibo anche vicino alle zone abitate dall’uomo, creando notevoli conflitti con la specie umana”. L’avventura è iniziata, non resta che seguire giorno dopo giorno Giorgio Sedda nel suo cammino.

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