C'è chi desidera cambiare vita e chi l'ha fatto davvero. Filippo Melis, 41 anni, di Serramanna, ha messo da parte laurea in Ingegneria civile e computer e oggi è uno dei pochi insegnanti di padel in Sardegna. "Da progettista ho seguito lavori importanti, ho lavorato anche per la società Aeroporti di Roma. Non stavo facendo la fame quando è arrivata una proposta inaspettata: è stato un amico a invitarmi a Roma e a propormi di occuparmi del lancio di questo nuovo sport". 
Detto fatto. Filippo Melis prima ha preso lezioni "al circolo Due Ponti", quello dei vip vicino a Saxa Rubra, "poi ho partecipato a Milano a un corso della Federtennis per diventare istruttore, quindi insieme ad alcuni soci abbiamo cominciato a costruire i primi campi di padel a Cagliari". 
Esordio alla Ferrini, storica società di calcio e hockey su prato a ridosso di viale Marconi a Cagliari, poi il piccolo padel club in via De Gioannis, una bomboniera in uno spazio di proprietà della parrocchia di Sant'Eulalia, quindi i nuovi campi coperti nella zona di Santa Gilla: "Gestiamo dieci campi, diamo lavoro a una dozzina di persone". Questo perché il padel è diventato lo sport del momento ed evidentemente rende in termini economici più della laurea tecnica per antonomasia. 

Filippo Melis con il dirigente della Ferrini Ugo Rizzo (foto concessa)
Filippo Melis con il dirigente della Ferrini Ugo Rizzo (foto concessa)
Filippo Melis con il dirigente della Ferrini Ugo Rizzo (foto concessa)

Filippo Melis non si è inventato sportivo inseguendo il business: "Da piccolo giocano a tennis nel club di Serramanna, il mio maestro era Antonello Puddu. Ma il giro era ristretto, sono passato all'atletica leggera, quindi al basket. Poi gli studi mi hanno tenuto lontano dallo sport".

Stupito del successo del padel?

"No, ho intuito subito le potenzialità di questo tennis dentro la gabbia osservando le face delle persone che finivano la partita: contente, sorridenti, sudate e divertite". 
Perché?

"Perché è uno sport facile, quasi come i racchettoni al mare. Ci si diverte subito. Per fare un paragone con il tennis, lo sport che preferisco, non è necessario prendere due anni di lezioni per cominciare a disputare una partita, a seguire un filo tattico, a divertirsi, appunto". 
Numeri importanti anche in Sardegna?

"Soltanto la nostra società, che raduna gli iscritti alla Ferrini, in via De Gioannis al cosiddetto capannone, ha circa 600 tesserati. Io personalmente seguo circa 70 allievi, non riesco a rispondere a tutte le richieste di lezioni. Dalle nostre statistiche, abbiamo visto che c'è un boom ogni sei mesi, cominciato prima della pandemia Covid". 

Filippo Melis (foto concessa)
Filippo Melis (foto concessa)
Filippo Melis (foto concessa)


Adesso il padel è uno dei pochi sport che si può praticare. 
"Sì, in tanti sportivi che praticavano calcetto, volley o basket si sono dedicati adesso al padel ma non penso che lasceranno questo sport". 
Il vero nemico è il tennis. 
"All'inizio forse erano in concorrenza. Adesso no: per certi versi sono compatibili, soprattutto con i bambini è didatticamente corretto insegnare entrambi gli sport e diversificare racchette e palle. Ed essere sotto la tutela della stessa federazione sportiva è una garanzia assoluta per entrambe le discipline e anche per il beach". 


Appunto, e il beach tennis?

"Forse qualcuno preferisce il padel al beach, ma in genere gli appassionati continuano a praticare entrambi". 
In Sardegna il livello non è alto?

"Sta crescendo: Alessandro Cannavera, Matteo Casula e altri seguiti dal maestro Mariano Tagliaferro, arrivato dall'Argentina, patria di questo sport, sono già competitivi anche in campo nazionale. Sicuramente i migliori sono i giovani che provengono dal tennis". 
Il padel è uno sport costoso. 
"Non più di altri. Se un appassionato si iscrive a una società, paga sei euro un'ora e mezza". 
E' sicuramente un affare. 
"Ci sono tanti imprenditori pronti a investire nello sport". 
Come ha fatto lei cambiando vita. 
"Non so se farò il maestro di padel tutta la vita. Sicuramente svolgere la professione di ingegnere mi piaceva tantissimo, ho studiato tanto. Ma avevo lo studio in casa, stavo tutto il giorno in cantiere oppure davanti al computer che adesso non so nemmeno dove sia. Adesso ho la possibilità di lavorare a stretto contatto con persone che vengono ai campi per rilassarsi, per divertirsi, per trascorrere un'ora in relax praticando uno sport. Non ho più la responsabilità di un cantiere edile. Eco, sicuramente la mia vita è diversa. Sì, io posso dire che il padel mi ha cambiato la vita". 

Filippo Melis con alcuni suo allievi (foto concessa)
Filippo Melis con alcuni suo allievi (foto concessa)
Filippo Melis con alcuni suo allievi (foto concessa)
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