Oltre. Oltre le sbarre, oltre i pregiudizi, oltre la realtà. Oltre e ancora oltre. Un titolo, tante interpretazioni ma un solo luogo dal quale le autrici di questa raccolta di racconti, dal titolo Oltre, provengono: il carcere. Sono le donne del carcere di Uta che si sono cimentate nella scrittura di racconti, dai quali emergono le esperienze, talvolta dure e crudeli, talvolta meno terribili che sprigionano la speranza di un’altra vita. Oltre il carcere. Ma è possibile per chi ha commesso un reato sperare in un’altra vita? E soprattutto: la comunità, noi tutti, cosa facciamo perché avvenga? Sono alcuni interrogativi scaturiti dalla presentazione della raccolta di racconti ospitata dalla Biblioteca comunale di Oristano. Un incontro che ha dato la possibilità ai partecipanti di scoprire questa realtà, diversa da quella degli uomini che stanno in carcere. Anche in questo le donne subiscono una discriminazione, ha fatto notare Maria Grazia Calligaris, presidente di Sdr, Claudio Moica, giornalista editore del “Pettirosso” e Federica Portoghese, giornalista.

La presentazione di un libro nato da e con donne in una condizione di perdita della libertà è un’occasione per conoscere e approfondire una realtà che ci riguarda tutti.

“La realizzazione di “Oltre” – sottolinea Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo diritti e riforme – è il risultato di una collaborazione non soltanto con chi ha portato a termine il lavoro, ma anche con l’Area Educativa e quella della Sicurezza del carcere. Una condivisione costante di stati d’animo e sentimenti con donne, oltre gli stereotipi, in un ambiente dove la privazione della libertà genera una condizione psicologica molto fragile. Il percorso creativo, articolato anche nel disegno curato da Anna Lusso, ci ha permesso per qualche ora di stare insieme fuori dallo spazio e dal tempo. Attimi di libertà in cui abbiamo ritrovato la nostra più profonda identità”.

“I racconti sono nati ascoltando un po’ di musica e sollecitando sentimenti e pensieri attraverso la scelta di parole chiave o frasi significative per ciascuna- spiegano nella prima pagina Maria Grazia Calligaris, Rita Corda, Anna Lusso, Claudio Moica e Federica Portoghese - In questa raccolta si sono cimentate con la scrittura donne di diversa età, solo a tratti consapevoli del perché del loro destino. Alcune si sentono vittime dell’operato di altre persone che le hanno raggirate. Altre sono convinte di avere sbagliato affidando la loro fragilità all’abuso di sostanze, altre ancora animate da un forte desiderio di non ripetere gli errori. Tutte però decise a riacquistare la libertà al più presto e desiderose di imparare un mestiere, aprirsi una strada fatta di lavoro e famiglia”.

La presentazione del libro a Oristano
La presentazione del libro a Oristano
La presentazione del libro a Oristano

Il libro è stato presentato anche a Oristano, nel giardino della Biblioteca comunale ed è stata l’occasione per raccontare questa realtà che molti davvero non conoscono. Una realtà dura che riguarda tutti. Durante la serata è emerso uno spunto di riflessione e tanti interrogativi: le donne detenute hanno davvero la possibilità di costruirsi un futuro? Alla fine della detenzione come possono affrontare il rientro nella realtà esterna? Il carcere rappresenta uno strumento di recupero? All’incontro hanno partecipato Maria Grazia Calligaris, Claudio Moica, le avvocate Rosaria Manconi, Maddalena Bonsignore e Monica Murru ma anche Enrico Meloni, presidente dell’ordine degli avvocati di Oristano. Ed è emerso che purtroppo anche in carcere la discriminazione delle donne ha un peso consistente, tanto che a loro non è consentito svolgere alcune attività. Quelle che potrebbero rendere meno gravi le giornate trascorse in cella e che magari potrebbero rappresentare anche l’opportunità di formazione per trovare una alternativa dopo il carcere.

La band dei musicisti, al centro Fiammetta
La band dei musicisti, al centro Fiammetta
La band dei musicisti, al centro Fiammetta

La serata è stata anche arricchita dagli intervalli musicali della cantante, chitarrista Fiammetta e la sua band, che hanno reinterpretato alcuni brani scritti da detenute.

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