Le “bandiere” nel calcio: Bergomi nella leggenda
L’ex capitano dell’Inter premiato a Bilbao con il “One Club Man Award”, assegnato dall’Athletic Club ai giocatori che hanno indossato sempre una sola maglia: da Riva a Maldini, tutti i recordmanPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I tempi sono decisamente cambiati da quando la sentenza Bosman, nel 1995, ha modificato il mercato calcistico. Da allora le “bandiere”, coloro che militano per tutta la carriera o quasi in un solo club, sono diminuite. I cambi di casacca sono sempre più frequenti ma ci sono alcune società che tengono in maniera particolare al senso di appartenenza. Tra questi di sicuro le squadre di calcio basche, l’Athletic Club e la Real Sociedad che fanno della presenza di giocatori baschi nelle loro fila non solo motivo di orgoglio ma una vera e propria regola per selezionare i giocatori. Non è così difficile, dunque, trovare campioni che fanno tutta la trafila nelle formazioni dei due club, dalle giovanili fino alla prima squadra, oppure nelle squadre B e C che militano nella terza e nella quinta serie per quanto riguarda l’Athletic Club.
Il premio
Tanto è importante per il club di Bilbao questo senso di appartenenza, che ogni anno premiano un calciatore che nel mondo si sia distinto per aver militato sempre con la stessa maglia. La scorsa settimana, il riconoscimento è andato a una vecchia conoscenza del calcio italiano, ossia lo “Zio” Beppe Bergomi, per vent’anni (dal 1979 al 1999) calciatore con la maglia nerazzurra dell’Inter, da quando esordì giovanissimo in Serie A e poi in Nazionale fino a quando lasciò il calcio giocato. A lui la società biancorossa di Bilbao ha voluto assegnare il prestigioso premio “One Club Man Award”, che qualche anno fa venne assegnato invece a Paolo Maldini, anche lui fedele a una sola maglia, a parte quella azzurra, per tutta la sua carriera, quella del Milan.
Bergomi, 756 presenze ufficiali con la maglia dell’Inter in vent’anni di carriera, è il secondo giocatore della storia con il maggior numero di apparizioni in nerazzurro: meglio di lui ha fatto solo Javier Zanetti con 858 partite giocate. Nel giorno della sfida di Bilbao tra l’Athletic e il Real Madrid di Carlo Ancelotti, Bergomi è stato premiato al centro del campo prima della partita. «È un grande onore per me essere qui, l’Athletic Club è conosciuto in tutto il mondo per la sua storia e i suoi valori unici. Quando in Italia si è sparsa la voce che avrei preso questo riconoscimento molte persone mi hanno chiamato e hanno sottolineato quanto fosse importante questo premio, che mi riempie di orgoglio», ha detto. «Oggi è più complicato pensare che possano esserci ancora calciatori legati a vita a un unico club ma dobbiamo essere bravi tutti - ha aggiunto - a far capire loro cosa vuol dire questo senso di appartenenza forte».
L’appartenenza
Oggi, essere una bandiera in una squadra di calcio, per tante ragioni, è sempre più difficile. Eppure, chi è lo è stato viene ricordato come un eroe. Per esempio, senza andare troppo lontano, Gigi Riva: una volta arrivato al Cagliari dal Legnano nel 1963 non lasciò più la maglia rossoblù, allontanando anche le sirene juventine che lo volevano a Torino per una somma per quei tempi di sicuro valore. Riva diventò più sardo dei sardi, così come è stato più interista di molti milanesi Javier Zanetti, che oggi ricopre il ruolo di vicepresidente della società nerazzurra dopo aver raggiunto il record di partite ufficiali con quella maglia. Un record che per anni è appartenuto a Bergomi e prima ancora a Giacinto Facchetti, arrivato a Milano dalla Trevigliese nel 1960 e rimasto nell’Inter fino all’addio al calcio giocato nel 1978.
Gli irragiungibili
Il giocatore che più a lungo ha militato sempre con la stessa squadra, senza mai cambiare casacca, è invece un turco, Sait Altınordu, classe 1912, nato a Istanbul, e giocatore del club che portava il suo stesso nome. Dall’età di 16 anni fino a quando appese le scarpine al chiodo, mise insieme 27 anni di militanza con la formazione che aveva sede nella città di Izmir. Scomparso nel 1978, è considerato il recordman mondiale tra i giocatori di calcio che hanno militato più a lungo nella stessa squadra. Il secondo posto, in questa speciale classifica, è invece in coabitazione di due giocatori italiani: il primo è Francesco Totti, capitano e bandiera della Roma, con cui giocò per 25 anni, dalle giovanili fino alla massima serie e diventando anche campione del mondo con la nazionale italiana a Berlino nel 2006. Il secondo è Paolo Maldini, 25 anni nel Milan, anche lui protagonista fin da quando era bambino nel club, in cui giocò anche il padre e poi ha militato il figlio Daniel, oggi al Monza.
Nella classifica dei giocatori più fedeli c’è anche Alessandro Costacurta, 23 anni nel Milan, e un po’ più in basso Franco Baresi, altra bandiera rossonera con vent’anni di partite memorabili alle spalle. Tutti e tre i giocatori del Milan hanno fatto parte del periodo d’oro rossonero, quell’era Sacchi che diede il via alla conquista di numerosi trofei tra cui Champions League e scudetti.
Andando invece all’estero, tra i giocatori che hanno indossato sempre la stessa maglia va ricordato Ryan Giggs, gallese, bandiera del Manchester United, con cui ha giocato per 24 anni, due in più di Paul Scholes. In fondo, per modo di dire, alla graduatoria ci sono altri due italiani: Alessandro Del Piero, 20 anni con la maglia bianconera cucita addosso, prima di chiudere la carriera negli Stati Uniti, e Daniele De Rossi, 19 anni nella Roma. Anche lui, per terminare la sua lunga frequentazione dei campi di calcio, decise di fare un’esperienza all’estero riuscendo a essere uno dei pochi, se non l’unico, italiano a indossare la maglia del Boca Juniors, a Buenos Aires, società fondata da emigrati genovesi, in cui hanno militato grandi campioni che vanno da Diego Armando Maradona fino a Martín Palermo, Edinson Cavani e Nahitan Nández, il guerriero uruguayano che ha fatto innamorare i tifosi del Cagliari fino allo scorso anno.