Ci sono molti modi per dichiarare amore incondizionato alla propria terra, Soprattutto se si è un’artista capace di riportare sulla tela storie incredibili, fatte di passioni, tradizioni, sofferenze e contraddizioni di una terra come la Sardegna. Ielmo Cara, 88 anni da compiere tra qualche mese, è uno di questi artisti e all’Isola che lo ha accolto ed è diventata la sua terra quando era in tenera età ha dedicato una vita intera di opere d’arte.

Vive a Carbonia e nel Sulcis è considerato il decano degli artisti, ma c’è un’altra terra che al suo lavoro è legatissima e annovera Ielmo Cara tra i suoi cittadini più illustri: si tratta di Gavorrano, in provincia di Grosseto, dove l’artista è nato il 16 marzo 1934. I suoi genitori erano di Narcao e prima che lui nascesse si trasferirono a Gavorrano, precisamente nella frazione di Filare (località Boschetto) per ragioni di lavoro. Nel Sulcis la città di Carbonia non era ancora nata e suo padre Ernesto aveva trovato lavoro nella miniera di pirite alle dipendenze della società Montecatini. Non vi rimasero a lungo: quando Ielmo aveva soltanto sei anni, la famiglia Cara fece rientro nel Sulcis, prima a Narcao, dove la vita nella casa dei nonni fece conoscere al futuro artista il mondo agropastorale che poi nerrerà nei suoi quadri, poi a Carbonia dove la città delle miniere stava prendendo forma e di cui il pittore ne ha tracciato ritratti unici, da quando le miniere erano in attività fino alla chiusura, alle lotte dei minatori, alle grandi trasformazioni di un territorio in cerca di una nuova identità trovata poi nel mondo industriale anch’esso oggi in declino.

Un quadro di Ielmo Cara (foto S. Piredda)
Un quadro di Ielmo Cara (foto S. Piredda)
Un quadro di Ielmo Cara (foto S. Piredda)

Era, come lo è oggi, un grande osservatore del mondo che lo circondava e nei suoi taccuini prendeva mille appunti, tanti schizzi a matita, in bianco e nero che poi si trasformavano in opere d’arte la cui tecnica, anno dopo anno, cresceva, migliorava, veniva contaminata dai tanti contatti con gli artisti eppure rimaneva unica, inconfondibile. Nel suo paese natio è tornato tante volte e per il maestro Cara è stata un’emozione immensa scoprire che la sua storia e la sua arte sono state inserite nei ricordi di un paese tanto lontano dalla sua Carbonia: «Qualche mese fa ho ricevuto la comunicazione che la Pro Loco di Gavorrano stava lavorando alla redazione di un libro che avrebbe raccolto le storie delle persone che avevano dato lustro al paese – racconta emozionato l’artista – avevano deciso di inserire anche me. È stata una sorpresa graditissima».

Il libro in cui compare Ielmo Cara (foto S. Piredda)
Il libro in cui compare Ielmo Cara (foto S. Piredda)
Il libro in cui compare Ielmo Cara (foto S. Piredda)

Ed ecco il libro, dell’autore Franco Balloni: si intitola “Genio e Memoria – Storie di cittadini illustri nativi e adottivi di Gavorrano e del suo territorio”: a pagina 75 inizia la sua storia, la storia del maestro e pittore sulcitano e c’è un’immagine che lo ritrae davanti a un suo quadro: è quello che racconta le tante lotte dei minatori del Sulcis e che per vent’anni è stato ospitato nella redazione di Carbonia de L’Unione Sarda (che nel 2015 ha inserito una delle opere del decano degli artisti del Sulcis nella collana “Pittori di Carbonia”). Leggendo la sua storia si potrà fare un tuffo nella storia del Sulcis: ancora una volta Ielmo Cara ne diventerà ambasciatore, un ruolo al quale si sta pian piano abituando.

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Da qualche giorno i suoi quadri possono essere ammirati a livello internazionale grazie anche al film “Rosas” del regista di Portoscuso Ignazio Vacca: il film, dal 21 dicembre, è stato lanciato su tre piattaforme per essere noleggiato e visto in streaming: sono Amazon Prime, Apple Tv e Google Play. Sono suoi i quadri che disegna la protagonista del film: sono i celebri ritratti che hanno composto la sua mostra “I volti della memoria”. E sono suoi anche i murales che il film mostra per raccontare la dura vita dei minatori di Rosas, murales che il maestro ha realizzato in omaggio alla terra dei suoi nonni e al mondo delle miniere che, per decenni, ha fatto parte della sua vita. A un passo dai 90 anni Ielmo non ha alcuna intenzione di fermarsi e, dopo aver familiarizzato con il mondo dei social, con la destrezza di un ragazzino, sta ampliando la sfera dei suoi contatti e, soprattutto, dei suoi estimatori.

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