Non teme il freddo e diffonde i virus. La zanzara coreana sembra uscita da una serie tv thriller. La buona notizia – per ora – è che i pericoli non riguardano l’Italia. Ma, come ci ha insegnato il Covid, c’è poco da stare tranquilli.

Il nome scientifico è “Aedes koreicus”, viene dall'isola vulcanica sudcoreana del distretto di Jeju, non teme il freddo (condizione a cui, comunque, si stanno abituando anche le nostre zanzare comuni) e sta dilagando nel Nord Italia, dove era stata segnalata per la prima volta dieci anni fa in Veneto, nel Bellunese. Ora sembra essersi perfettamente ambientata e si è diffusa anche in Lombardia, dove non si esclude che possa essere arrivata a bordo dei voli internazionali dell’aeroporto di Orio al Serio, come ipotizza la ricerca pubblicata sulla rivista Parasites & Vectors e condotta dall’Università di Milano. Una supposizione che non escluderebbe dai rischi di “colonizzazione” la Sardegna.

“È una zanzara ancora poco studiata e ad oggi la sua capacità di trasmettere malattie è limitata a studi fatti in laboratorio”, detto Sara Epis, alla guida del gruppo di ricercatori milanesi che sta studiando l’insetto.  

Gli studiosi hanno prelevato circa 6.000 larve e centinaia di uova di zanzara da piccoli stagni e vasche. Molte di queste zanzare sono state identificate come appartenenti alla specie Aedes koreicus, endemica in Giappone, nel nord della Cina, nella Corea del Sud e in alcune zone della Russia. “Sottolineiamo che questa zanzara, a differenza delle note sorelle del genere Aedes, come la zanzara tigre, tollera molto bene le basse temperature, tanto che ha già colonizzato un’ampia area collinare-montana del Veneto e Trentino”, spiega Epis.

Ma la cosa più preoccupante è che la zanzara coreana è in grado di trasmettere alcuni virus.

“Può essere vettore di encefaliti virali equine o encefaliti giapponesi, virus portati da animali, ma che in Italia non ci sono al momento. Occasionalmente può essere vettore non principale di altre malattie, come la febbre gialla”, ha spiegato al Corriere della Sera Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di medicina molecolare dell’Università di Padova. Al momento non rischiamo nulla, “perché in Italia non esiste un tipo di virus degli animali che possa sfruttare questa zanzara come vettore, fortunatamente. Ma non è detto che la situazione resti invariata”.

Nel frattempo l’Aedes koreicus si sta spostando rapidamente. Paolo Gabrieli, del gruppo di ricerca dell’università di Milano, racconta: “Apparentemente la zanzara coreana si sta diffondendo dall'originaria area infestata verso l'Italia meridionale e occidentale, probabilmente in relazione alle intense attività di trasporto di merci e alla disponibilità di habitat idonei in altre aree. La sua presenza nell'area pedemontana della provincia di Bergamo ci porta a pensare che l'aeroporto internazionale di Orio al Serio possa essere stata una possibile via di introduzione. Oppure, Aedes koreicus potrebbe essere stata introdotta nel bergamasco da altre zone infestate dell'Italia o della Svizzera. Ovviamente ulteriori studi genetici ci aiuteranno a comprendere meglio la sua origine”.

Studi necessari, perché le zanzare non vanno sottovalutate. Come suggerisce l’ondata di casi di Dengue che sta affrontando Delhi. La febbre, causata dalla puntura di zanzara, sta intasando gli ospedali della capitale indiana.  I pazienti in attesa di ricovero nei reparti specializzati degli ospedali pubblici devono aspettare almeno due giorni prima di essere accettati.  E qualche giorno fa c’è stato il primo caso di morte per l'infezione.

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