Il colore rosso pompeiano caratterizza le costruzioni meglio conservate. Le altre hanno muri scrostati, pareti malferme, tetti squarciati, architetture decadenti. Sono le case cantoniere disseminate sulle principali strade statali italiane, diventate testimoni indolenti e spesso dimenticati di tempi lontani, quando erano sentinelle di territori e tracciati disegnati tra curve e paesaggi belli e selvaggi. Fino agli anni Ottanta i custodi di case e strade erano i cantonieri che lì avevano l'alloggio. Esigenze di servizio: la dimora era anche il luogo di lavoro dove depositare gli attrezzi del mestiere e tirar su le famiglie. I locali erano adeguati per l'una e l'altra funzione: a disposizione stanze e autorimesse. Poi l'inizio della decadenza, coincisa con la declassificazione di varie strade statali. Molte case sono state dismesse, altre chiuse e passate all'Anas, altre ad enti diversi. 
Ora per molte di queste costruzioni storiche c'è la possibilità di una nuova vita. Una bella fetta ricade in Sardegna. Anas ha un progetto di valorizzazione che prevede la concessione di cento case disseminate in ogni parte d'Italia. Un patrimonio immobiliare non da poco che va naturalmente preso in mano, messo in sicurezza e adeguato a nuove esigenze, perlopiù turistiche e ricettive. Fa comunque leva sull'interesse diffuso di società e privati che lo scorso autunno hanno espresso la disponibilità alla gestione presentando richiesta di concessione. Un centinaio le domande che Anas ha giudicato più rilevanti, accompagnate da progetti e tante buone intenzioni. Adesso un passo avanti con la pubblicazione del bando sulla Gazzetta ufficiale. Le cento case in palio si trovano soprattutto in Sardegna: ben trenta sono quelle ambite nell'Isola. Poi c'è la Lombardia che punta alla valorizzazione di 12 cantoniere, l'Abruzzo di dieci, la Toscana e il Lazio ne vorrebbero sette a testa, la Puglia cinque assieme a Emilia Romagna, Calabria e Piemonte mentre la Valle d'Aosta tre come pure la Sicilia. Marche, Campania e Veneto si accontenterebbero di due, Liguria e Umbria di una a testa. Una piccola graduatoria del gradimento di queste costruzioni che raccontano una storia minore dell'Italia che cresceva e allargava la rete viaria nazionale. 

Una delle costruzioni di Anas\u00A0(foto archivio L'Unione Sarda)
Una delle costruzioni di Anas\u00A0(foto archivio L'Unione Sarda)
Una delle costruzioni di Anas (foto archivio L'Unione Sarda)


In Sardegna tante stanno sull'Orientale sarda, strada simbolo di paesaggi mozzafiato e di viaggi lunghi, quasi da penitenti, magari a bordo di vecchie corriere. Come quella che partiva da Lanusei per arrivare a Olbia, tra tornanti panoramici oggi pieni di fascino, allora molto meno al punto che a Baunei, la moglie del cantoniere, consapevole dei disagi del lungo viaggio verso il porto gallurese, ogni volta che poteva offriva il caffè ad autista e passeggeri. Storie ormai sbiadite, eppure rimaste nella memoria collettiva assieme alle figure fuori dal tempo dei cantonieri. Sotto il sole o al gelo erano lì, pronti a liberare le strade da erbacce e detriti, ma soprattutto dalla neve che si ammucchiava sui passi in quota, tra i i profili montuosi dell'Orientale sarda. 

Una cantoniera sulle strade sarde (foto archivio L'Unione Sarda)
Una cantoniera sulle strade sarde (foto archivio L'Unione Sarda)
Una cantoniera sulle strade sarde (foto archivio L'Unione Sarda)


Le case cantoniere in Sardegna sono in tutto duecento. Venticinque ancora in uso al personale di Anas, alcune sono alloggi per i dipendenti. A parte ci sono le trenta che aspettano una nuova vita, assieme alle altre 70 della Penisola. A livello nazionale il 41 per cento delle richieste è rappresentato da società, il 31 da privati, il 15 da enti, amministrazioni pubbliche e protezione civile, l'8 da associazioni e cooperative mentre il 5 per cento da aziende agricole. Secondo i progetti annunciati le case storiche dovrebbero risorgere con iniziative imprenditoriali nell'ambito di attività ricettive, ristorazione, bar e punti di ristoro, centri informativi e didattici, stazioni per la ricarica dei veicoli elettrici. 
"Attraverso il recupero di questi edifici dal rilevante valore iconico - sottolinea Massimo Simonini, amministratore delegato di Anas - vogliamo promuovere un modello di sviluppo sostenibile in termini ambientali e socio economici per i territori, rivitalizzando l'economia locale ed i suoi microsistemi industriali, incentivando un turismo diffuso di qualità, oltre ad offrire all'utenza della strada più servizi possibili, in linea con gli standard comunitari, a sostegno della mobilità e della viabilità, inclusa quella sostenibile. In ultima sintesi restituendo una nuova dimensione a questo patrimonio architettonico che da un secolo testimonia la storia e l'evoluzione del nostro Paese". Non solo, perciò, punti ristoro e centri di assistenza per chi ama il movimento lento, per esempio delle ciclovie. Ma - come sottolinea Mario Delogu, responsabile Assetto economico di Anas - anche la possibilità di portare avanti finalità pubbliche e sociali realizzando centri di protezione civile e di pronto intervento a supporto della popolazione. 
Il bando, che scade il 15 giugno, prevede la conservazione dei manufatti originari e del loro inserimento nel paesaggio, come pure l'utilizzo di materiali compatibili con l'ambiente e con l'architettura storica, colori coerenti con peculiarità locali privilegiando il rosso pompeiano codificato dal MiBact con il Ral 3001, della targa con l'indicazione della strada statale, della chilometrica e dello stemma identificativo di Anas. 
Le tappe in Sardegna per vedere da vicino le case o la loro rinascita portano alla statale 125, ovvero l'Orientale sarda: da Palau a Monti, da Budoni a Posada, da Olbia a Urzulei, da Burcei a San Vito, da Dorgali a Sinnai, a Siniscola. Lungo altre arterie si può passare a Santa Teresa di Gallura, a Seui, Lanusei, nel Gerrei, nella Sulcitana, nel nord dell'Isola tra Tempio, Calangianus, Bortigiadas oppure nel centrale sarda, a Tonara. Trenta tappe per un tour inedito. 

 

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