Quando è arrivato il calcio a Cagliari? Nessuno sembra avere risposte certe. Secondo il sito “Storie di football”, curato da Alessandro Bassi, l’unica certezza è il fatto che a portare quello strano sport in città fu tale Tullio Zedda: girando per la Penisola, ebbe modo di conoscere il football e, una volta rientrato nella sua città, decise di farlo conoscere ai cagliaritani.

Ma, se non si sa quando è arrivato il calcio a Cagliari, ci sono certezze, invece, sulla data della prima partita. A darle è L’Unione Sarda che, nella seconda delle quattro pagine che formavano allora il giornale, titola La 1ª gara di “Foot-ball”. Il giorno? L’articolo viene pubblicato il 28 aprile 1902, quindi, la partita fu giocata il giorno prima. In quegli anni poteva accadere che le notizie venissero date con qualche giorno di ritardo. Ma, in questo caso, non ci sono dubbi: come scrive il cronista alla fine del pezzo, la partita fu giocata proprio domenica 27 aprile 1902. 

A giudicare dalle prime righe del suo articolo, quella partita fu un avvenimento in città. “Nonostante, l’atmosfera grigiastra e qualche goccierella d’acqua caduta nella mattinata e che minacciava un acquazzone”, scrive il cronista, “Piazza d'armi verso le 17, l’ora annunziata, presentava un magnifico colpo d'occhio, confuse le numerose bandieruole con gli scintillanti colori delle toilette femminili e tutt' intorno, sui poggi, nel rondò del Buoncammino, un mondo. Tutta Cagliari aveva accettato l’invito ed aveva corrisposto in modo gentile al primo sforzo sportivo della studentesca universitaria, assistendovi nella molteplice eleganza muliebre, che nei fugaci raggi di sole rispondeva di bellezza, e nella folla immane e tumultuosa”.

Dunque la data è il 27 aprile e il primo campo in cui venne giocata una partita in città fu piazza d’Armi. In un campo, va detto, che oggi apparirebbe improbabile: un quadrato, lo definì il giornalista. Ci sarebbe da ridire anche sui “ventitré” protagonisti. “Alle 17,30, alle prime battute della banda cittadina”, prosegue l’articolo, “ventitré foot-ballers si presentarono nel quadrato destinato al giuoco nel costume semplice ed elegante che offriva un gruppo di fiorenti forze giovanili, grato all'occhio”.

Una cronaca di centovent’anni fa. Adesso i lettori gradirebbero sapere quali sono state le squadre di che si sono sfidate e, soprattutto, con quale risultato è finita la partita. Occorre attendere ancora un po’ prima di scoprirlo. “Dapprima vi fu un po’ d'incertezza e quasi di gelidità, dovuta forse alla pavidità per il pubblico enorme che v'assisteva. Ma vinta per falli dal partito azzurro la prima semi-partita, cominciò un animato rincorrersi e le battute divennero più frequenti e con esse anche le cadute dei giocatori nel terreno poco adatto. Ogni tanto il pubblico sottolineava con mormorii d'approvazione qualche bel colpo, qualche bell'arresto di palla, qualche situazione ove l'agilità dei singoli si mostrava in tutta la sua estensione”. Finalmente l’aspetto sportivo viene fuori: la squadra azzurra ha chiuso in vantaggio il primo tempo. E, soprattutto, nel prosieguo, viene fuori anche il nome di un protagonista. “Applausi vi furono, quando Giorgio Ballerini, del partito rosso, dopo una corsa brillantissima, avendo sviato colla palla tutti i giuocatori azzurri, la fece entrare dalla porta, vincendo l'unica partita per goal”.

Che cosa accaduto? Molto probabilmente, quando il cronista parla di falli, intende indicare il calcio di rigore. Quindi, il gol di Ballerini, studente della facoltà di Medicina, servì a impattare la rete su rigore nel primo tempo degli azzurri.

Una partita che proseguì ben oltre i 90 minuti regolamentari. “Il giuoco”, prosegue il cronista, “riuscì per parecchie ore con varia vicenda, interessando il pubblico per la progressiva animazione che andava prendendo, in seguito all'aumentata emulazione. Verso le 19 i partiti erano alla pari: il rosso aveva due partite, una per goal ed una per falli, l’azzurro tutto e due per falli”.

Alla fine dei tempi regolamentari, le due squadre erano, dunque, sul 2-2 (le due reti su rigore degli azzurri il gol insieme a un rigore per i rossi). E fu necessario fare ricorso ai supplementari (o, forse, addirittura ai calci di rigore, il racconto lascia spazio ai dubbi). “Nella semi-partita finale”, si legge, “vi fu uno splendido succedersi di battute e alla fine l'azzurro restò vincitore con quattro falli contro cinque fatti dal rosso”.

Eppure, a leggere tra le righe, per il cronista i vincitori morali sono quelli della squadra rossa. “Cosicché”, conclude, “se la vittoria formale fu tenuta dal partito azzurro è da tenersi conto che i rossi fecero un goal, che è il clou d'una partita, e che persero per un solo fallo. Perciò è da ritenersi che le forze dei partiti si siano mostrate pressoché uguali o degne d'un'altra prova, senza che le previsioni possano essere influenzate dal risultato d’ieri”.​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​

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