Cannabis terapeutica e “canna” non sono la stessa cosa. In Sardegna siamo stati i primi a utilizzare l’erba medica per combattere e gestire il dolore. Un record che dimostra la lungimiranza e la professionalità dei nostri medici e di alcuni politici che, combattendo soprattutto contro i luoghi comuni, sono riusciti a dimostrare l’efficacia di quella che anche l’Onu non giudica più uno stupefacente ma un’erba medicamentosa, non un farmaco ma un fitofarmaco. Un record che ha avuto e continua ad avere un impatto notevole nella cura soprattutto delle malattie oncologiche, tanto che l’Isola è stata nel 2017 anche una delle prime regioni d’Italia a rendere mutuabile la cannabis terapeutica.

Di “Nuove frontiere nella gestione del dolore”, si è parlato sabato 14 maggio a Cagliari in un convegno organizzato dal Tomaso Cocco, direttore della struttura di Terapia del dolore del Binaghi e dell’ospedale San Giuseppe di Isili.

Dottor Cocco, il dolore si può sconfiggere?

“La sofferenza fisica e psichica legata al dolore, in particolare al dolore cronico, rappresenta una sfida sia in termini assistenziali che sociali. Non più considerato un sintomo espressione di malattia, ma una malattia nella malattia, il dolore cronico merita un management multidisciplinare che coinvolge vari specialisti e in particolare personale formato e dedicato alla terapia del dolore. In quest’ottica, il presente evento propone una panoramica di interventi volti a trattare la complessità ed eterogeneità del dolore, nonché le controversie legate alla sua gestione nell’attuale scenario assistenziale e terapeutico”. 

Come si assume la cannabis terapeutica?

“Assolutamente non si fuma. Il trattamento può avvenire per via orale, come decotto o assunzione di olio oppure per via inalatoria mediante dei vaporizzatori specifici. Il metodo più efficace è rappresentato dalle gocce, che consentono un dosaggio più preciso”.

Chi può prescrivere la cannabis terapeutica?

“Anche il medico di famiglia, per poterla prescrivere è necessario collegarsi alla piattaforma ministeriale dell’Istituto superiore di sanità. La terapia avrà una durata di sei mesi, rinnovabile, ma può essere per tutta la vita come nel caso di paziento col dolore cronico neurogeno”.

Per quale indicazione può essere utilizzata la cannabis terapeutica?

“La cannabis terapeutica può essere utilizzata per il dolore cronico neuropatico, per rigidità muscolare in pazienti con spasticità muscolare, in pazienti con sclerosi multipla o lesioni nel midollo spinale, in pazienti chemioterapici che presentano nausea e vomito e non sono responsivi alla terapia farmacologica (plasil e zofran). E’ efficace anche nella cura del glaucoma perché riduce la pressione endooculare. Può ridurre i movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette ed è molto valida anche per la gestione dell’epilessia”.

I numeri

“Ad oggi seguiamo oltre 8.000 pazienti. Dal 2021 a tutt'oggi abbiamo effettuato 12.000 prestazioni (primi in Italia e secondi in Europa). Dal 2013, il numero di prestazioni è aumentato ogni anno del 50% rispetto a quello precedente. Siamo punto di riferimento per oltre mille pazienti trattati con cannabis medica”.

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