L’immagine di quel cagnone bianco ustionato su un muretto in pietra aveva commosso tutti. Era uno dei sopravvissuti all’inferno di fuoco che il 24 luglio di un anno fa ha devastato il Montiferru. “Angelo”, così era stato ribattezzato in onore del veterinario di Suni che lo aveva salvato, alla fine non ce l’ha fatta. E come lui migliaia di altri animali sono morti bruciati in quel rogo maledetto. Tantissimi selvatici ma purtroppo anche diversi cane pastore, molti dei quali erano legati con la catena e non hanno avuto alcuna possibilità di fuggire davanti alle fiamme. Un problema sempre più attuale tanto che il deputato leghista Filippo Maturi nei mesi scorsi ha presentato un disegno di legge per abolire per sempre la catena in tutta Italia. I tempi del Parlamento però sono lunghi mentre l’emergenza è adesso. Così Maturi, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la tutela degli ecosistemi e biodiversità e capo del dipartimento nazionale tutela animale della Lega, ha cercato di accelerare i tempi inviando una richiesta formale ai presidenti delle Regioni a rischio incendi in cui l’utilizzo della catena per legare i cani non è vietato. E il primo destinatario è proprio il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas: nell’Isola l’usanza è ancora piuttosto diffusa con rischi altissimi, come confermato dalle fini atroci a cui sono andati incontro tanti animali nell’estate 2021. Un problema caldo visto che gli incendi neanche quest’anno risparmiano il territorio e che è comune anche ad altre realtà (la lettera è stata inviata pure ai presidenti di Sicilia, Toscana, Calabria, Basilicata e Molise).

Il progetto

L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi alla Camera dei deputati da Filippo Maturi e Monica Pais, veterinaria oristanese e presidente della onlus “Effetto palla” che un anno fa per mesi è stata in prima linea a dare supporto e assistenza agli animali rimasti feriti negli incendi. “Ho visitato il Montiferru qualche tempo dopo il rogo – ha spiegato il deputato – e si sentiva ancora l’odore acre del fumo, colpivano il silenzio e la mancanza di vita in un territorio vastissimo. In quell’occasione feci visita anche alla clinica veterinaria Due Mari di Oristano, diretta da Monica Pais e dal marito Paolo Briguglio, dove arrivavano animali di ogni tipo ustionati e feriti”. Come ricorda la veterinaria “dopo l’incendio, la clinica era stata trasformata in un ospedale da campo. Abbiamo curato animali che sono arrivati dopo settimane, erano sopravvissuti al fuoco restando immersi nei ruscelli magari senza zampe o con le zampe bruciate. Sono arrivati anche cinghiali e li abbiamo aiutati. E ancora cervi, uccelli, lepri, cani e gatti”.

Un momento della conferenza stampa al Parlamento (foto concessa)
Un momento della conferenza stampa al Parlamento (foto concessa)
Un momento della conferenza stampa al Parlamento (foto concessa)

Il dramma

Tanti sono stati salvati ma moltissimi non hanno avuto nemmeno la possibilità di scappare. “La cosa terribile è stata vedere negli animali il tentativo estremo di mettersi in salvo e non riuscirci – ricorda Monica Pais - il fronte del fuoco era immenso, esteso per 50 chilometri e non ha lasciato scampo. Vedere quelle bestie legate a catena, morte cercando di fuggire è stato straziante”. Ed è per evitare che quelle scene si ripetano ancora che il deputato Maturi, sostenuto da ENPA (Ente nazionale protezione animali), Lav, OIPA, Lega nazionale per la difesa del cane, Animal Law Italia, APA e Effetto Palla Onlus, ha deciso di incalzare le Regioni affinché emettano ordinanze urgenti per vietare l’utilizzo della catena. “Mi sono occupato degli effetti che un rogo simile può causare e della ricaduta sugli animali selvatici ma anche sui nostri amati animali da compagnia – spiega il parlamentare - Mi hanno contattato diverse associazioni tra cui Anima Law Italia che mi ha fornito un report sui “cani a catena”. L’utilizzo della catena è regolamentato da ciascuna Regione quindi esistono leggi diverse e in molte realtà il divieto è scattato da tempo, sono previste anche sanzioni. Restano purtroppo zone ancora indietro e per di più sono quelle in cui il rischio incendi è maggiore”. Da qui la mobilitazione, la necessità di sensibilizzare non solo la popolazione ma soprattutto le istituzioni. “La nostra è una lettera condivisa che chiede un atto di sensibilità ai Governatori che, con una semplice firma, possono salvare la vita a tanti animali che, altrimenti, rischiano di essere legati non solo a catena ma anche a un inesorabile destino”. Monica Pais: “I presidenti delle Regioni possono sottrarre a una morte orrenda gli animali, siamo nel pieno dell’estate e bisogna intervenire subito”.

Il rogo che a luglio 2021 ha devastato il Montiferru e la Planargia (foto archivio Unione Sarda)
Il rogo che a luglio 2021 ha devastato il Montiferru e la Planargia (foto archivio Unione Sarda)
Il rogo che a luglio 2021 ha devastato il Montiferru e la Planargia (foto archivio Unione Sarda)

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