“Il fenomeno dello spopolamento in Sardegna costituisce da tempo uno dei problemi più rilevanti, anche oggetto di studio, per le interrelazioni tra le dinamiche demografiche, economiche e sociali. In particolare, lo spopolamento affligge i piccoli centri, prevalentemente delle zone interne, contrassegnati anche da sistemi di viabilità e trasporti inadeguati e da una forte carenza di servizi alla persona, alimentato dai connessi fenomeni dell'invecchiamento della popolazione e del trasferimento delle giovani generazioni verso centri più attrattivi per esigenze di studio e di lavoro”.

Così la Giunta regionale nella delibera che dà il via al cosiddetto bonus bebè, una misura approvata con l’ultima Finanziaria che, insieme con altre, ha l’obiettivo di combattere lo spopolamento.

Possono presentare domanda per l’assegno di natalità i nuclei familiari, anche monogenitoriali, per ogni figlio nato a partire dal 1° gennaio 2022, o adottato o in affido pre-adozione.

I genitori destinatari dei benefici economici devono essere cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione Europea o di una nazione non nell’Ue in possesso di regolare permesso di soggiorno alla data di pubblicazione dell’avviso da parte del Comune beneficiario dei contributi. Ancora, devono essere residenti in uno dei Comuni sardi con popolazione inferiore a 3.000 abitanti alla data del 31 dicembre 2020; aver trasferito la residenza da un comune con popolazione superiore ai 3.000 abitanti in uno con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti e mantenerla, per almeno 5 anni, insieme alla dimora abituale, pena la decadenza del beneficio; avere uno o più figli fiscalmente a carico, nati nel corso del 2022, anche in adozione o affido preadottivo; essere conviventi e coabitare con il figlio nato/adottato o in affido nell’anno 2022, nonché avere abituale dimora in uno dei comuni sardi aventi le caratteristiche per beneficiare dei contributi; non occupare abusivamente un alloggio pubblico; essere proprietari o affittuari di un immobile nel nuovo Comune di residenza; l’immobile deve essere destinato a dimora abituale per l’intero periodo di godimento del beneficio.

È previsto per ogni figlio nato, adottato e in affido preadottivo un assegno mensile di 600 euro per il primo, e di 400 euro per ogni figlio successivo, a prescindere dall’Isee, fino a quando il bambino non compirà cinque anni.

Per quest’anno ci sono 7.098.600 di euro complessivi, i paesi potenzialmente interessati sono 275. Le risorse disponibili vengono trasferite ai Comuni in due tranche: la prima dell’80% e la seconda del 20%, sulla base dei fabbisogni.

Le domande devono essere presentate ai Comuni.

Paola Casula, sindaca di Guasila (2.500 anime), sottolinea che “si tratta di un buon sostegno economico per le famiglie”, ma non crede “che contrasterà lo spopolamento”.

Infatti, “la scelta di vivere in un piccolo paese, non dipende soltanto dalla possibilità di prendere un contributo, ma soprattutto dai servizi che vengono garantiti. Soprattutto di questi tempi, quando mancano pediatri e medici di medicina generale, come nel nostro caso, come si fa a decidere di restare o di trasferirsi in questi luoghi? Per incidere realmente sullo spopolamento servono azioni strutturate che affrontino i problemi reali, oltre alla sanità territoriale, la scuola e i trasporti”, prosegue la sindaca.

Secondo la consigliera di parità Tiziana Putzolu, “finalmente la generosa misura annunciata due anni fa dal governo regionale si concretizza. In linea generale, considero positivamente ogni tipo di contributo e aiuto destinato alle neo mamme. Ogni euro speso a favore delle mamme e delle donne è un euro speso bene. Purtroppo destinare i fondi ai soli Comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, se da un lato può contribuire a contrastare lo spopolamento, dall’altro creerà squilibrio e discriminazione nei confronti delle donne che vivono e lavorano nelle altre aree dell’Isola, che non hanno sufficienti servizi gratuiti, come asili nido territoriali, servizi che danno la possibilità di non dover scegliere tra il lavoro o la maternità e la cura dei piccoli”.

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