Il video choc di Iryna, uccisa in metropolitana. Si era salvata dalla guerra, è morta nell’indifferenza
La 23enne ucraina è stata afferrata alle spalle e accoltellata: è successo tutto in pochi istanti, ma nessuno dei passeggeri presenti nel vagone è intervenutoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Iryna aveva ventitré anni. Di cognome faceva Zarutska. Nel 2021 era scappata dalla guerra in Ucraina, il suo Paese, e aveva raggiunto l’America con madre, sorella e fratello. Una nuova vita a Charlotte, nel Nord Carolina, lontano dalle bombe. Dal sangue, dalla violenza, dalla paura. Ma il 22 agosto la giovane è stata uccisa in metropolitana. Barbaramente. A sorpresa, senza preavviso, afferrata alle spalle e poi accoltellata. Mezzo minuto, anche meno, per passare dalla vita alla morte.
Il video sull’omicidio di Iryna sta facendo il giro del mondo dopo che l’altro giorno l’ha diffuso l’Area Transit System, l'azienda che a Charlotte gestisce il trasporto locale. Le immagini, registrate dalle telecamere di sorveglianza, sono agghiaccianti. Chissà se era il caso di renderle pubbliche.
Iryna occupava un sedile vicino a una delle porte del vagone. Dietro di lei un uomo con una felpa rossa. La 23enne – esile, un cappello nero in testa, maglia dello stesso colore e pantaloni color cachi – è seduta. Il telefonino sulla mano destra, con il braccio sollevato e tenuto dalla mano sinistra. È zitta, non disturba, legge e va verso la sua meta. Il mostro alle spalle si solleva di scatto. Ha un coltello in mano. Lo apre. Si tocca la faccia. Poi si alza di scatto ed entra in azione. Davvero un pugno di secondi. Iryna, nel frattempo, perde il cappello. Si mette una mano sulla bocca. Disperata. Sconvolta. Terrorizzata. Si guarda intorno. Poi guarda il suo corpo. Non c’è audio, nel video. Non si sa se qualcuno, nel frattempo, abbia almeno urlato. Di sicuro nessuno si avvicina alla ragazza. Il criminale nel frattempo si dirige verso la porta della metro più vicina a Iryna. Lei piange. Ma soprattutto perde i sensi. Cade. Lentamente verso un lato e finisce per terra. Quasi incastrata tra il sedile e una barriera di sicurezza della metro.
Quando il suo corpo non si vede quasi più nell’inquadratura, sullo stesso posto dove era accomodata si nota una grossa chiazza di sangue. Iryna se n’è andata in pochissima istanti.
L’America si è indignata. Anche perché nessuno, per giorni, sapeva come fosse successo dentro quel vagone. Solo quando per la 23enne ucraina non c’era più nulla da fare, qualcuno ha chiamato i soccorsi. Ma era troppo tardi. Iryna non respirava più quando è stata portata all’ospedale. «Era un'artista dotata e appassionata che si era laureata in restauro a Kiev», hanno scritto i suoi amici americani. A Charlotte e nella sua nuova vita, però, «sognava di diventare assistente veterinaria».
Gli inquirenti, grazie a quel video, hanno potuto dare nome all’assassino. Si chiama Decarlos Brown Jr, ha 34 anni ed è un senzatetto con precedenti penali. Un senza dimora fissa che colleziona reati. Dal furto aggravato alla rapina a mano armata. Ma ogni volta è riuscito a ottenere il rilascio su cauzione. Adesso per il massacro di Iryna si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’accusa, però, dopo questo orrore è molto più pesante: omicidio di primo grado. Il presidente Donald Trump, a sua volta attaccato dai democratici che lo considerano un alimentatore di violenza, ha detto di sperare nella pena di morte per il 34enne. Ma il tycoon non sa dire altro: in questi giorni che il movimento Maga piange Charlie Kirk, 31 anni, influencer conservatore da milioni di followers, amico dello stesso Trump, ucciso mentre teneva un discorso in un college dello Utah, il capo della Casa Bianca ha ripetuto lo stesso pensiero. Ma di concreto nulla. Le metropolitane americane sono meno controllate di quanto dovrebbero. Iryna pensava di essere sicura. Invece su quel sedile si è fatta piccola piccola. Lei sì, disarmata. Non difesa da nessuno. Eppure accanto alla 23enne, dall’altra parte del finestrino, a pochissima distanza, c’era una donna, china sul proprio cellulare. E appena dietro un ragazzo, anche lui con lo smartphone in mano. Ancora dietro un altro uomo. Dalle immagini si vede tutto chiaramente. Ma per Iryna nessuno si è alzato. Ha mosso un dito. Oggi si muore anche così. Nell’indifferenza in pochi metri quadri. Peggio di una guerra.