Al netto del fatto che nemmeno quest’anno si è avverato il sogno di diventare milionari, pure il 2025, a suo modo, ha fatto fare un giro al mondo. E non in positivo. Ecco, allora, una carrellata di eventi, passaggi e storie che a livello globale danno l’occasione per riflettere.

1. È il 29 gennaio quando in Siria comincia l’era dello jihadistaex esponente di Al Qaeda, un terrorista, voluto lì dal dittatore turco Edorgan. Ma Ahmad al-Sharaa non ha cambiato assolutamente nulla: conflitti e massacri continuano a segnare il passo in un Paese dove il 90% della popolazione vive in condizioni di povertà. In più i riflettori del mondo si sono spenti su questa perenne guerra civile, per via dei conflitti che interessano più da vicino l’Europa: da una parte l’invasione russa in Ucraina, che si avvia verso il quarto anno; dall’altra il genocidio in Palestina, deciso da Israele.

2. Il siparietto, che svela tutti i limiti democratici di Donald Trump, è andato in scena il 28 febbraio scorso. Alla Casa Bianca, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky viene ricevuto dal leader americano e dal suo vice, J. D. Vance. Doveva essere l’occasione per parlare di terre rare in Ucraina. Finisce con un’aggressione verbale. Trump e Vance accusano Zelensky di «ostacolare la fine della guerra con la Russia» e di «non esser riconoscente agli Stati Uniti d'America per il supporto ricevuto». Francia, Spagna e Londra si schierano con Kiev sull’accaduto.

3. È ancora un 28 del mese: in Myanmar, la vecchia Birmania, ugualmente dilaniata da anni di opposizione alla dittatura militare, un terremoto di magnitudo 7,7 colpisce la regione di Sagaing, culla di Mandalay, la seconda città più grande del Paese dopo la capitale Yangon. Terra di templi,  quella, lì dove il turismo, prima della guerra civile, stava portando un po’ di speranza. I morti sono stati almeno 5mila.

4. Papa Francesco, il primo latino-americano in Vaticano, il rivoluzionario Bergoglio, muore dopo le complicanze di un ictus cerebrale che gli provoca un collasso cardio-circolatorio. Il pontefice argentino aveva 88 anni. 

5. L’altra metà del lutto, in Santa Romana Chiesa, è un nuovo inizio. L’8 maggio, a sorpresa, diventa Papa, il 267°, Robert Francis Prevost. Sceglie di chiamarsi Leone XIV. Da pontefice compie 70 anni, essendo nato il 14 settembre del 1955. Americano di Chicago divenne cardinale, quindi eleggibile, grazie a Bergoglio che lo mandò a governare la chiesa peruviana di Chiclayo.

6. Una foto, in particolare, ha fatto il giro del mondo. Il selfie ritrae una famiglia indiana – genitori medici e figli piccoli al seguito – che si stava trasferendo definitivamente in Inghilterra, dove lui, marito e padre apripista dell’emigrazione, esercitava la professione già da tempo. Invece il volo Air India partito da Ahmedabad e diretto nella capitale inglese si schianta durante la fase di decollo. Le vittime, comprese quelle a terra che si trovano sullo studentato dove il velivolo è caduto, sono state in tutto 270. Un solo sopravvissuto, che occupava il posto 11A. L’indagine ha svelato che a causare l’incidente è stato il comandante: era depresso e ha bloccato l’alimentazione dei motori. E quando il co-piloto se n’è accorto e ha rimesso la leva in posizione, era troppo tardi. Ormai l’aereo aveva perso quota e potenza.

7. La guerra, stavolta, è lampo. Comincia il 23 luglio e si conclude il 28. Si imbracciano armi e ci sono diverse vittime e molti sfollati. Tutto ruota intorno al Preah Vihear, un tempio induista che la Corte internazionale di giustizia, insieme alle aree circostanti, prima nel 1962 e poi nel 2013 ha assegnato alla Cambogia. Ma la Thailandia ha deciso di opporsi e rivendicato la proprietà di confine. Di qui lo scontro militare a cui la Malesia, prontamente, ha messo una mediazione con una mediazione andata a buon fine nel giro di pochi giorni.

8. Un altro terremoto, lontano da casa nostra e che ugualmente ci lascia indifferenti, perché la distanza funge da barriera emotiva, colpisce l’Afghanistan. È il 31 agosto. La stima, anche stavolta approssimativa (in questi Paesi non esiste certo la Protezione civile) è stata di oltre 1.400 morti e più di 3.700 feriti. La magnitudo, classificata come 6 punto zero, ha colpito le regioni orientali di Konar, Nangarhar, Laghman, Nurestan e Panjshir. L’Afghanistan è un Paese totalmente isolato sulla scena internazionale e alla fame.

9. All’instabilità politica mondiale si è aggiunto l’ennesimo tassello. Questa volta i fari sono sul Nepal, di cui l’Occidente si occupa per via dell’Himalaya. Situato tra India e Tibet, il Paese, con capitale Kathmandu, è una polveriera. Instabilità politica interna, fame e corruzione. E infatti le proteste anti-governative hanno portato alle dimissioni del premier Khadga Prasad Sharma Oli che ha lasciato insieme a molti parlamentari e ministri. Alla guida dell’Esecutivo, con un mandato a tempo, è stata nominata Sushila Karki, 73 anni, giurista, la prima donna a ricoprire l’incarico. In lei ripongono la fiducia i giovani scesi in piazza contro l’ex governo in carica.

10. La storia cambia anche a Canterbury, cuore della Chiesa anglicana, il cui arcivescovo è il leader spirituale di tutta la comunità globale. Per la prima volta nella storia, cominciata nel 597, una donna diventa la guida. Arcivescova, appunto. Declinazione femminile di un sostantivo che non esisteva perché mai una religiosa era arrivata tanto in alto. Lei si chiama Sarah Mullally, ha 63 anni, è un’ex infermiera. La Chiesa anglicana nel 1992 ha autorizzato il sacerdozio delle donne.

11. È il 13 novembre quando il Consiglio di sicurezza dell’Onu, con tredici voti a favore e due astensioni, approva il Piano Trump per la pace in Palestina. La risoluzione aveva ottenuto il via libera un mese prima, a Sharm el Sheik, dove al tavolo si erano seduti i Paesi mediatori. Appunto gli Stati Uniti, più Egitto, Qatar e Turchia. C’è stata la liberazione di ostaggi israeliani e di detenuti palestinese, ma la tregua è stata più volte violata. Nel frattempo il presidente americano ha annunciato la fase due prima di Natale. Concretamente dovrà essere nominata una forma di amministrazione e una forza di sicurezza, in sostituzione di Hamas.

12. Manca poco perché l’anno finisca. Ma è sotto il segno di Trump che il 2025 si può chiudere. Non fosse altro che la sparata del 6 dicembre è stata la più grossa di tutte. Si inquadra nel nuovo ordine mondiale che il presidente Usa vuole stabilire, attraverso la nuova National security strategy. La strategia di sicurezza nazionale. Il documento, di trentatré pagine, ruota intorno alla missione dell’American first, prima l’America, mantra di Trump, in perenne campagna elettorale. «In Europa – si legge –c'è il rischio di cancellazione della civiltà e, se le tendenze attuali continueranno, il Continente sarà irriconoscibile tra vent’anni o meno». Le carte choc sono state commentate sul Corsera da Anne Applebaum, giornalista e saggista statunitense naturalizzata polacca. «Un suicidio per gli Usa. Trump è stanco, confuso e forse malato».

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