Ci sono malattie latenti, subdole che per certi periodi restano quasi in “sonno”, poi improvvisamente esplodono. A Cagliari quest’anno sono stati registrati numeri record di casi di sifilide e Hiv. Al reparto Infettivi dell’ospedale Santissima Trinità, diretto da Goffredo Angioni, lanciano l’allarme.

Dottor Angioni, cosa sta succedendo a Cagliari, un aumento esponenziale dei casi di sifilide e Hiv?

«I nostri dati vanno inseriti in un contesto più generale. Le rilevazioni più recenti sulle malattie sessualmente trasmesse sono state pubblicate lo scorso 23 ottobre dal Centro per il Controllo delle Malattie Europeo (ECDC): i tassi di notifica delle infezioni da sifilide sono aumentati, in Europa, continuamente fino al 2019, quando hanno raggiunto il massimo storico. Dopo una diminuzione nel 2020 (sotto-notifiche legate alla pandemia COVID), il tasso complessivo di notifica UE è nuovamente aumentato nel 2021. Anche per quanto riguarda l'Italia, il Sistema di sorveglianza sentinella coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha segnalato un aumento costante a partire dal 2005 e un rallentamento nel 2020 a causa dell'emergenza Covid. I casi di sifilide sono passati da 1060 del 2015 a 1.826 del 2019. I dati registrati dal nostro Ambulatorio di Malattie Infettive dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari indicano una crescita ancora più sostenuta: dai 19 casi del 2015 siamo passati ai 36 del 2019 fino ai 65 nei primi dieci mesi del 2023, con proiezione a fine anno di circa 80. Un aumento esponenziale.

Per quanto riguarda lHiv i dati italiani (pubblicati annualmente nel bollettino COA deIl’ISS) indicano una costante riduzione da circa dieci anni. Anche questa tendenza quest’anno verrà completamente ribaltata. Il nostro Ambulatorio ha visto triplicare i nuovi casi rispetto al 2022».

Cos’è la sifilide?

«La sifilide è un’infezione sessualmente trasmessa (IST) causata dal batterio Treponema pallidum. A livello mondiale, è la terza più diffusa IST di tipo batterico dopo la clamidia e la gonorrea. La maggior parte dei casi di sifilide si trasmette per contatto sessuale, ma può anche diffondersi congenitamente (in utero o, meno comunemente, durante il passaggio attraverso il canale del parto). Sono stati segnalati anche rarissimi casi di acquisizione attraverso emoderivati e donazione di organi, così come casi derivanti da esposizioni professionali e di altro tipo».

Quali sono i sintomi?

«I sintomi precoci si sviluppano in sede di infezione (il cosiddetto sifiloma): una lesione nodulare, rotondeggiante, dura al tatto, indolente, di colore rosso scuro. L’ulcera guarisce spontaneamente, senza esiti, nel giro 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo corso. Per questo è fondamentale rivolgersi al proprio Curante o agli specialisti qualora si noti una lesione con le caratteristiche descritte. In assenza di terapia, dopo 2-8 settimane di benessere, si arriva allo stadio secondario che è caratterizzato dallo sviluppo di macchie rosate di varia forma, chiamate “roseola sifilitica”, spesso accompagnate da una linfoadenopatia generalizzata con linfonodi mobili, duri e indolenti, febbre, mal di gola, disturbi gastrointestinali, dolori ossei. Come nel caso della sifilide primaria i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono anche senza trattamento ma l’infezione progredisce verso lo stadio latente per poi arrivare, in alcuni casi, alla forma terziaria. La sifilide terziaria è rara e si sviluppa in un sottogruppo di infezioni da sifilide non trattate. Si presenta molti anni dopo il contagio (10-30 anni) e può interessare qualsiasi organo; le manifestazioni più gravi, che possono causare il decesso, sono quelle a carico dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso centrale».

E la forma congenita?

«La sifilide congenita precoce, che compare entro i primi due anni di vita, è caratterizzata dalla presenza di eruzioni vescicolo-bollose sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi e lesioni papulose intorno al naso e la bocca e nella zona del pannolino. Il lattante può presentare un rallentamento della crescita. È possibile anche l’interessamento del sistema nervoso centrale. La morte sopraggiunge spesso per scompenso epatico. Dopo il secondo anno può manifestarsi la sifilide congenita tardiva, caratterizzata da lesioni oculari, ipoacusia o sordità».

Colpisce più gli uomini o le donne?

«A livello europeo i tassi di notifica sono nove volte più alti negli uomini che nelle donne e più alti negli uomini di età compresa tra 25 e 34 anni; la maggior parte (77%) dei casi di sifilide sono stati riportati in uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). Nello stesso periodo, ci sono state fluttuazioni molto piccole nelle notifiche di sifilide tra la popolazione eterosessuale. La nostra casistica è praticamente sovrapponibile ai dati di genere europei (83% maschi) mentre è diversa la distribuzione per età: il 27% ha meno di 30 anni (non abbiamo registrato minorenni) ma ben il 25% ha più di 50 anni. Il 93% è di nazionalità italiana».

Come si capisce se si ha la sifilide? Come si cura?

«Il principale problema è sospettare la malattia sulla base dei sintomi riportati; se si esclude la lesione della forma primaria, il sifiloma, gli altri sintomi sono poco specifici e comuni a tante altre patologie; non è un caso che la sifilide venga definita “la grande simulatrice”. Per una diagnosi corretta è sufficiente un prelievo di sangue per la valutazione dello stato sierologico. Trattandosi di infezione batterica la terapia è antibiotica».

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