Il paradosso del vino: estirpare le viti per aiutare il settore a crescere
L’Italia ci pensa, la Francia sta agendo: smantellare 60 mila ettari e diminuire la produzione per far risalire i prezziIl tempio del vino mondiale stava tremando da anni. A Bordeaux hanno fatto i conti con la crisi dei consumi, calati negli ultimi anni anche per abitudini dei consumatori profondamente cambiate: più incentrate su stili di vita sani e lontani da quelli dei loro genitori.
Per questo motivo il vino francese, tra i più buoni del pianeta, si beve di meno, le bottiglie invendute aumentano e i prezzi crollano per la disperazione di una filiera che anche in Italia macina miliardi di euro. E allora che fare, in attesa di sapere se la disaffezione delle nuove generazioni nei confronti del vino sia un trend passeggero o una decisione ben precisa?
Scelta drastica
La Francia ha imboccato una strada che ai non addetti ai lavoro può sembrare assurda: smantellare i vigneti per ridurre la produzione e innescare quindi un aumento dei prezzi che remuneri maggiormente le cantine. Nel mirino c’erano circa 130mila ettari di filari, più recentemente ridotti a 60mila. Una maxi operazione di sradicamento benedetta dal Governo transalpino. Il Ministro dimissionario dell’Agricoltura francese, Marc Fesneau, da Bruxelles, ha mandato infatti un messaggio al Commissario Europeo per l’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, confermando la propria volontà di procedere in questa direzione per un progetto che ha «la necessità di concretizzarsi rapidamente, dopo diversi mesi di scambi sul sistema di estirpazione co-costruito con la filiera, in modo che sia operativo entro il 2024. Questo è necessario, urgente e utile per ridare prospettiva al settore. Questa misura strutturale servirà, quindi, da progetto pilota per il Gruppo di Alto Livello della Commissione sull’industria vitivinicola».
E il paradosso raddoppia nel momento in cui si scopre che le aziende verranno addirittura pagate con contributi pubblici per sradicare le piante, assicurandosi circa 4mila euro a ettaro se l’estirpazione è permanente o 2.500 in caso estirpazione temporanea.
Giovani distanti
Il problema tuttavia sembra più radicato nei tempi che cambiano definitivamente. Secondo uno studio californiano condotto da Wine Glass Marketing in Napa Valley, il 40% dei millenials intervistati reputa il settore vino distante dai loro interessi e dalla loro generazione.
L’Italia ha le stesse criticità ma è ancora alla finestra attendendo segnali più precisi dai mercati. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida però sembra intenzionato a seguire i cugini francesi: «Dobbiamo ricordarci che il vino non lo facciamo più solo noi in Europa», ha detto durante un’intervista al Gambero Rosso. «Ormai ci sono molte nuove aree con vini mediamente importanti. Penso alla Georgia, agli Stati Uniti. L’Italia, quindi, non può competere con produzioni troppo elevate, perché la quantità non corrisponde al valore. Insomma: meno vino da taglio, più produzioni di qualità».