Un anno di allarmi, disastri e stanziamenti pubblici milionari. Tutto (o quasi) inutile, visto che il Granchio blu continua a terrorizzare i mari italiani, distruggendo la fauna locale e i delicatissimi ecosistemi marini. 

Veloce, abile nuotatore e aggressivo (molto di più dei più diffusi cugini color corallo) il Granchio blu, nonostante gli interventi del Governo per arginarne la proliferazione, sta devastando le aziende venete di mitilicoltura, mettendo a rischio le produzioni estive di cozze, vongole e arselle. 

Un disastro economico quantificato dalla Coldiretti in 100 milioni di euro, che potrebbero però essere solo la punta dell’iceberg, visto che anche l’intera gastronomia italiana ora trema. 

Allarme rosso

«Il granchio blu ha causato sino ad oggi danni per 100 milioni di euro ai pescatori italiani», confermano i vertici dell’associazione agricola. «Devastando gli allevamenti di vongole e cozze ma facendo piazza pulita anche di ostriche, telline, altri crostacei e pesci come sogliole e cefali, per un conto che rischia di raddoppiare se non verranno presi provvedimenti per fermare l’invasione del “killer dei mari”».

Il Veneto e il delta del fiume Po sono diventati purtroppo l’epicentro di un’emergenza ambientale tipica di questi decenni di globalizzazione nei quali specie “aliene” riescono ad ambientarsi e dominare in poco tempo la catena alimentare di territori lontani migliaia di chilometri. 

Terrore nazionale

Non solo, l’Italia intera sembra diventata un terreno di caccia ideale per il crostaceo arrivato dall’altra parte dell’Atlantico. Dalla scorsa primavera infatti alcuni esemplari sono stati pescati addirittura in Sicilia. Segno evidente di quanto il pericolo ambientale possa espandersi a macchia d’olio in pochissimo tempo.

«Il Delta del Po è la zona dove la presenza del granchio blu sta causando i danni più ingenti», ribadisce Coldiretti. A partire dalla primavera 2023 ed a tutt’oggi, sia nel versante veneto che in quello emiliano la produzione di vongole è stata praticamente azzerata, con il predatore in grado di frantumare letteralmente i gusci dopo averli tirati fuori dalla sabbia dei fondali». Devastati anche gli allevamenti di cozze, a partire dalla pregiata Scardovari Dop. «Una situazione che minaccia la sopravvivenza nella zona di oltre 2.000 famiglie, con una gran parte dei dipendenti delle cooperative e dei consorzi che si trovano in cassa integrazione e con una difficoltà per gli addetti delle ditte individuali che non possono beneficiarne».

Soluzioni

In realtà in questi mesi nel nostro Paese le abbiamo provate tutte per contenere la diffusione del crostaceo. Soprattutto pensare di trasformare il Granchio blu da nemico in prelibatezza da cucinare.

Al Villaggio di Venezia, dove Coldiretti ha organizzato la prima mobilitazione nazionale, sono stati infatti presentati alcuni piatti a base di granchio blu creati dalla fantasia dei cuochi pescatori e contadini di Campagna Amica.

Un’opportunità che trova d’accordo il 54% degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè presentata per l’occasione, tra un 8% che ha già messo nel piatto una pietanza a base di granchio blu e un 46% che sarebbe disposto a farlo, mentre un analogo 46% non li assaggerebbe.

«L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è contribuire a contenere l’eccessiva diffusione del granchio, che sta prendendo il sopravvento nei fondali delle nostre coste, individuando opportunità economiche per i territori duramente colpiti».

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