Il turismo mette radici a Galte, borgo deleddiano per eccellenza. I percorsi letterari ispirati al capolavoro di Grazia Deledda, “Canne al vento”, incrociano le tappe simbolo di una storia religiosa importante, espressa nell’architettura e nelle tradizioni più care alla comunità. Galtellì, paese gioiello della Baronia e borgo arancione del Touring club italiano, in tempi lontani sede vescovile e luogo consacrato dal riconoscimento di alcuni miracoli, in questo scorcio d’autunno è palcoscenico di tanti eventi: dal festival di arte, musica e letteratura “Sos arrastos de Grassia” alla caccia al tesoro dei borghi arancioni del Touring club, al turismo esperienziale dei Cammini promossi dalla Regione. C’è anche un altro richiamo importante perché ricorrono i 400 anni dai miracoli del Crocifisso. Eventi straordinari che ruotano attorno al Santissimo Crocifisso, custodito della chiesa parrocchiale, nel cuore di un bellissimo centro storico, a un passo dai luoghi che fanno rivivere ai visitatori le pagine scritte dall’unica donna premio Nobel per la letteratura.

Il centro storico di Galtellì
Il centro storico di Galtellì
Il centro storico di Galtellì

Per il paese è un periodo d’oro, certificato dal flusso turistico registrato in questo borgo di 2300 anime, diventato meta di visitatori di varie provenienze, compresi spagnoli, belgi, olandesi e dell’est Europa.

Oggi Galtellì alimenta un turismo cosiddetto lento ed esperienziale che attrae vari target, tra fede, letteratura e ambiente. Negli ultimi 25 anni fa un balzo sorprendente. Partendo da zero arriva a contare 400 posti letto tra albergo diffuso, b&b e agriturismo. Due mesi fa l’avvio di un nuovo hotel dà l’idea del trend felice del borgo che nelle sue strutture registra il pienone e spesso deve affidarsi alla vasta rete ricettiva di Orosei, a una manciata di chilometri.

Il successo è legato a un mix di attrattori. Spiega il sindaco Franco Solinas: «Abbiamo iniziato con i borghi autentici del Touring club e col parco letterario, siamo vicini al mare. Galtellì ha una posizione baricentrica rispetto a Orosei e Cala Gonone, d’estate i turisti si fermano qui perché è un centro carino e tranquillo, non c’è confusione. Abbiamo un patrimonio importante e tanti eventi tra cultura e ambiente. Puntiamo anche sul turismo sportivo ed escursionistico nel monte Tuttavista dove ci sono i sentieri Cai e abbiamo messo in sicurezza le falesie. Lavoriamo molto sulla promozione. Tre mesi fa Galtellì è stato premiato come “piccolo Comune amico” grazie a un progetto sull’artigianato in cui abbiamo presentato l’attività della tessitura».

Galtellì, il Crocifisso
Galtellì, il Crocifisso
Galtellì, il Crocifisso

Da un evento all’alto, Galtellì si concentra anche su un richiamo storico-religioso di prim’ordine. Dopo le celebrazioni di settembre il 20 ottobre un convegno ricostruisce gli eventi miracolosi di 400 anni fa. Riportano al maggio del 1624. Allora, una lite molto violenta tra persone di Galtellì e di Ozieri finisce a sorpresa nella maniera più felice, senza feriti né danni. Per i presenti un esito da non credere. «Durante questa rissa sono avvenute cose molto miracolose, perché pur sparandosi numerose archibugiate nella canna non si accendeva il fuoco e pur calando dei fendenti con le spade e con le daghe sulle persone, questi non venivano feriti», ricorda in un libro l’ex arcivescovo di Cagliari monsignor Ottorino Alberti che ha dedicato molti studi al Santissimo Crocifisso di Galtellì. «È un messaggio di pace molto importante anche oggi», sottolinea il parroco don Piero Mula davanti alla cancellata in ferro che dal 1500 protegge l’altare con la statua del Cristo miracoloso.

I miracoli riconosciuti sono vari, sulla base dei testi di cinque notai. Sudore, sangue, il volto addolorato del Cristo: nel 1612 viene registrata una straordinaria successione di prodigi. Già nel 1601 tre sacerdoti vanno a pulire la statua in occasione della festa ma trovano che uno dei piedi è schiodato e sollevato di circa un palmo dall’altro. Si fermano, travolti da stupore e timore. Alcune fonti storiche riferiscono atti prodigiosi già nel 1550, nel 1580, nel 1601 e nel 1611. Nel 1612 i fatti miracolosi vengono documentati da atti ufficiali con testimonianze dirette di fedeli di tutta la Sardegna.

La statua lignea del Cristo consolida nel tempo un enorme richiamo sfociato anche nella costituzione del Comitato Los Milagros del Cristo di Galtellì, ora presieduto da Giuseppe Zola, che anima molti eventi, compreso il convegno del 20 ottobre.

Sin da subito il Crocifisso alimenta fede e leggende. Secondo la narrazione che si tramanda da secoli, la statua sarebbe arrivata dentro una cassa sulla spiaggia di Orosei il 3 maggio 1394. Viene ritrovata da alcune persone di Sarule che la caricano su un carro per portarla nella chiesa del loro paese. Ma nel centro barbaricino quel simulacro non arriva mai perché i buoi si fermano a Galtellì e da lì non c’è verso di farli andare avanti. Neppure l’impiego di altri animali più docili sblocca la situazione. I fedeli a quel punto si arrendono e vedono un segno del cielo: il Cristo deve fermarsi lì. La statua, in stile gotico toscano, viene custodita nella chiesa di Santa Maria delle Torri, poi demolita. Una volta riedificata, tra la fine del 1300 e i primi del 1400, è dedicata al Cristo.

In realtà, secondo gli studi storici curati da monsignor Alberti, il Crocifisso approda a Galtellì nel 1394, anno in cui il Papa Bonifacio IX affida la sede vescovile di Galtellì a Fra Paolo da Roma, il quale porta con sé il simulacro per sottrarlo dalla distruzione in atto durante un saccheggio.

Galtellì, la casa che nel 1900 ospitò Grazia Deledda
Galtellì, la casa che nel 1900 ospitò Grazia Deledda
Galtellì, la casa che nel 1900 ospitò Grazia Deledda

La storia del Crocifisso è uno dei richiami forti per un borgo pieno di sorprese e di visitatori. Trend che allunga la stagione turistica sganciata dalla pur fortunata vicinanza al mare di Orosei, tanto preziosa nei mesi estivi.

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