Dipendenza da smartphone, è allarme per bambini e adolescenti
L’Istituto superiore di Sanità: «Troppi bimbi davanti allo schermo»Come una droga, con tanto di crisi di astinenza, aggressività, irascibilità, depressione, perdita di sonno. L’era dell’iperconnessione si sta trasformando in un mostro fuori controllo che rischia di cambiare per sempre il futuro di una generazione di bambini e adolescenti. I numeri della dipendenza da smartphone sono inquietanti: secondo Save The Children il cinquanta per cento dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 19 anni passa oltre cinque ore al giorno online, l’altra metà è meno connessa ma non rinuncerebbe mai a trascorrere del tempo in rete. Social network e videogiochi diventano catalizzatori fuori controllo per chi non ha ancora maturato la capacità di gestire in modo adeguato l’equilibrio tra la vita reale e quella virtuale.
L’ottanta per cento dei giovanissimi tra gli 11 e i 13 anni fa un utilizzo abituale dello smartphone, e più di un bambino su tre tra i 6 e i 10 anni ha disposizione un cellulare su cui giocare o navigare. Diventa ogni anno più bassa l’età in cui comincia il tempo della connessione in rete. Fino ai casi limite denunciati dall’Istituto Superiore di Sanità: in Italia il 22 per cento dei bambini in tenerissima età, anche tra i 2 e i 5 mesi, passa del tempo davanti a uno schermo (tv, smartphone o tablet), nonostante le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità, rilanciate dalla Società italiana di Pediatria, di non far mai utilizzare dispositivi digitali ai bambini sotto i due anni.
In occasione della ripresa della scuola, che riguarda sette milioni di bambini-ragazzi, l'Istituto superiore di Sanità consiglia di salvaguardare il sonno degli studenti: è altissimo il rischio che la navigazione selvaggia possa sfociare nell’aumento di «irritabiltà e aggressività» dei minori, con l’ombra delle cosiddette «dipendenze comportamentali» che minano il normale sviluppo psicofisico. Il 50 per cento dei ragazzini delle scuole medie fa i conti con la dipendenza da social media: il risultato è un sonno che scende sotto le sei ore a notte, ben oltre i parametri indicati dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Quasi il 30 per cento di chi ha tra gli 11 e i 13 anni impiega più di 45 minuti per addormentarsi, proprio per la difficoltà di spegnere un cervello sovrastimolato. «Nell'era digitale gli adolescenti trascorrono più tempo che mai davanti agli schermi, potenzialmente a scapito del loro sonno», scrivono i ricercatori della University of Otago di Dunedin, in Nuova Zelanda, che hanno analizzato il comportamento di un gruppo di adolescenti tra gli 11 e i 14 anni. Gli effetti negativi «sono evidenti» e si osservano soprattutto quando i dispositivi vengono utilizzati a letto, nel momento in cui si deve prendere sonno. Secondo gli studiosi, «l'uso di dispositivi interattivi con giochi e social è la parte più pericolosa del problema, ma anche anche le attività passive su schermo, come guardare i film, portano a una durata del sonno più breve e inadeguata nell’età della crescita».