Dall’aratro alle ville della Costa Smeralda, la storia centenaria della bottega del fabbro
A San Pantaleo la tradizione prosegue con le creazioni artistiche di Davide SolinasPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dici il fabbro della Costa Smeralda e non possono esserci fraintendimenti. Si parla di Sebastiano Solinas, scomparso nel 2012, e del figlio Davide, 60 anni, titolare della bottega Lu Fraili di San Pantaleo. Ma se “zio Bastiano” - la cui foto campeggia sui muri del paese trasformati in un santuario della memoria, - è l’artefice del passaggio dal fabbro di una civiltà contadina all’artigiano del ferro scelto dai grandi architetti, il figlio è andato oltre sulla strada dell’artigianato artistico e ha passato i confini della Costa Smeralda. Aveva otto anni la prima volta che ha messo piede nella bottega che tra quattro anni festeggerà il secolo di vita. Poi, qualche anno dopo, la scelta di non proseguire gli studi, il liceo artistico che avrebbe scelto era troppo lontano, e fare vita di bottega accanto al padre. Alla fine degli anni Settanta i clienti arrivavano già numerosi da Porto Cervo e dintorni, oggi le creazioni di Solinas viaggiano in tutto il mondo ma tra i clienti affezionati c’è ancora la famiglia dell’Aga Khan.
L'exploit risale agli anni Sessanta con la nascita della Costa Smeralda. In bottega arrivano i grandi architetti, Couelle, Vietti, Polese, a commissionare i manufatti di ferro battuto che entreranno negli hotel di lusso (e alcuni ci sono rimasti fino ad oggi). Sebastiano Solinas inizia a produrre bastoni per le tende, testate di letto, appliques, i galletti diventati un simbolo. Funziona. Famosi i letti, ispirati al Settecento veneziano, creati per la villa dell'Aga Khan e i mufloni di ferro battuto tra le rocce del giardino dei Riccadonna: da lontano ingannano anche un occhio esperto. Sono alcuni tra i pezzi finiti nelle più prestigiose riviste di arredamento. L'oggetto forse più noto della bottega Solinas è il sole, un oggetto lavorato in ferro battuto – dipinto o meno - che può essere utilizzato come applique da parete, un’idea di oltre cinquant’anni fa che continua a funzionare.
La bottega è una tappa classica per chi passa a San Pantaleo, per un giro mattutino al mercatino del giovedì o per l’aperitivo e la cena in piazzetta che in estate è il cuore della movida chic che si sposta dalla Costa al borgo incastonato nel granito. E capita anche che sia inserita nei tour su misura per chi vuole scoprire la Gallura oltre il mare. La bottega è trasparente, al piano di sotto della palazzina di via Molise c'è una sorta di girone infernale. È il lavoro muscolare: scaldare al fuoco e poi battere, battere, battere finchè il duro ferro non diventa una materia docile. Oggi come nella notte dei tempi. Facile distinguere un oggetto fatto mano. Basta accarezzarlo e si percepiscono i segni del martello. Magari quello che era di Sebastiano, ricavato dai resti di una bomba. Al secondo piano la parte artistica, lo show-room. Si trova il classico ferro battuto dei letti, fatto come 60 anni fa, i complementi d’arredo accanto a vere e proprie opere d’arte. È la firma di Davide Solinas che ormai da decenni ha innovato la tradizione creando nuove forme e inserendo il colore. C’è il fiore della vita: «L'ho sognato una notte e l'ho realizzato». Da una spirale prendono vita tre fiori che simboleggiano l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia. Ma quest'ultimo ritorna nella spirale da dove la vita rinasce. È composto da quattrocento pezzi diversi e ci sono voluti sei mesi per realizzarlo. L’attrazione fatale con un grande fiore e l’ape poggiata sopra. La dea del pensiero libero, un bassorilievo accompagnato da una riflessione dell’autore. Una grande lampada (ma il termine è riduttivo) che è un omaggio al mare tra rami di corallo lavorati, conchiglie e sassi. «Su questa ci ho lavorato anni, pezzo su pezzo, certo non a tempo pieno ma ci sono migliaia di ore di lavoro». Tanto da rendere complicato stabilire un costo equo. Opere nate prima di tutto per il piacere di creare.