Da Hollywood a Simaxis. Dal grande schermo con tanto di nomination all'Oscar alla solidarietà ai profughi di mezza Europa. Ed è nel piccolo centro dell'Oristanese che Donald Patrick Murray, per tutti Don Murray, investì centomila dollari per aiutare rifugiati politici. Erano gli anni Sessanta ma a Simaxis nessuno ha mai dimenticato quel bel giovanotto alto e dai modi gentili tanto che nel 2013 l'amministrazione comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria. E il legame è sempre forte a dispetto della distanza geografica e dell'emergenza sanitaria che ha impedito una nuova rimpatriata a Simaxis.

La storia Figlio di una ballerina e di un coreografo, Don Murray studiò e si diplomò all'Accademia di arte drammatica. Attore emergente del panorama hollywoodiano debuttò sul grande schermo nel 1956 con il film "Fermata d'autobus" nel ruolo del proprietario di un ranch che fa la corte a Marylin Monroe. Un ruolo che gli valse anche la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista. Aveva davanti una scintillante carriera artistica, durante la quale spesso rifiutò di interpretare ruoli che si scontravano con la sua concezione della moralità. Obiettore di coscienza nella Guerra in Corea, in quell'occasione scelse di lavorare in Europa assistendo orfani e rifugiati.

Il progetto Ed è in questo periodo che nasce il progetto sardo. Fra il 1957 e il 1960 Don Murray decise di destinare una parte dei suoi risparmi per aiutare i profughi e i rifugiati politici a rifarsi una vita lontani dalle dittature. Determinante fu l'incontro a Napoli con Belden Paulson, coordinatore del progetto Help (Homeless european land program) espressione concreta del Piano Marshall, che aveva l'obiettivo di reinserire e aiutare tutti quei rifugiati politici che erano stati costretti a scappare dai propri paesi. C'erano spagnoli in fuga dal fascista Francisco Franco, ma anche jugoslavi e albanesi.

Tra Don Murray e Paulson e la moglie Lisa ci fu subito la giusta intesa per dare gambe all'iniziativa che ben presto ottenne il sostegno dell'alto commissariato per i rifugiati dell'Onu e del governo italiano, con la Cassa per il mezzogiorno. Attraverso il suo referente in Sardegna, il professore oristanese Peppetto Pau, l'attore di Hollywood decise di investire in una zona dell'Oristanese desiderosa di rinascere dopo che la campagna con il Ddt della Rockefeller foundation aveva debellato la malaria. Investì quindi 100 mila dollari per acquistare sessanta ettari di terra nel Comune di Simaxis da destinare alla realizzazione di aziende agricole per i rifugiati politici. L'agenzia Paulsen si occupò poi di organizzare i giovani volontari statunitensi che avevano il compito di aiutare i rifugiati insegnando loro a lavorare la terra e diventare agricoltore.

"Don Murray mise a disposizione le sue personali risorse per far nascere una attività che ha consentito di aiutare rifugiati in difficoltà e al tempo stesso di far crescere la nostra comunità", ricorda l'ex sindaco di Simaxis Francesco Cossu. Alcune aziende nate in quegli anni sono ancora attive, oggi nel paese ci sono gli eredi di quei primi rifugiati che tanto devono all'attore americano e alla comunità oristanese che li accolse. Simaxis ha saputo accogliere e inserire persone provenienti da diverse nazioni europee di differente estrazione sociale, culturale e politica. Ed ecco perché l'ex sindaco Cossu tiene tanto a non disperdere il prezioso patrimonio sociale, umano e culturale. "è un modo per salvaguardare anche la identità tipica della nostra comunità che è stata una sorta di melting pot che ha definito la struttura sociale del paese rendendolo una comunità aperta".

Un progetto iniziato 80 anni fa, una delle prime esperienze di integrazione resa possibile grazie all'intraprendenza di una squadra di persone unite nel segno della generosità e della solidarietà. "E se questi progetti sono stati realizzati - ha detto Don Murray l'ultima volta che è stato a Simaxis - il merito è anche del cinema. Quando andavo a chiedere soldi per il progetto, ero, comunque, quello che aveva recitato a fianco a Marylin. Sembrava quasi che i soldi li dessero a lei".
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