Il crollo delle nascite continua: le donne italiane fanno sempre meno figli, e tra le regioni – come dice il report del ministero della Salute sul certificato di assistenza al parto relativo al 2021 – la Sardegna è ultima per tasso di natalità e di fecondità: vengono alla luce 5,2 bimbi ogni mille residenti, e il numero medio di nascite per mamma è 0,99 (a livello nazionale 1,25). Dati che collocano l’Isola in coda anche alla classifica mondiale.

Il fenomeno – spiega il ministero - è in larga misura l’effetto del fatto che la popolazione sta invecchiando sempre di più, ovvero, le donne in età fertile sono sempre di meno, e in parte dipende dalla diminuzione della propensione ad avere figli, e tra le ragioni ci sono le difficoltà delle donne a entrare nel mercato del lavoro e ad avere stipendi dignitosi, e la mancanza di servizi per l’infanzia che aiutino le famiglie.

Le cittadine straniere hanno finora compensato questo squilibrio strutturale; ma negli ultimi anni si nota una diminuzione anche tra loro.

Gli ultimi dati danno livelli più elevati di fecondità al Nord nelle Province Autonome di Trento e Bolzano e, nel Mezzogiorno, in Campania e Sicilia. Le regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna e Molise.

Nel 2021, circa il 19,9% dei parti registrati riguarda madri di cittadinanza non italiana, un fenomeno più diffuso nelle aree del Paese con maggiore presenza straniera, ovvero al Centro-Nord, dove più del 26% dei parti è di madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna, Liguria e Marche oltre il 30% delle nascite è riferito a madri straniere.

Le aree geografiche di provenienza più rappresentate, sono quella dell’Africa (28%) e dell’Unione Europea (21,4%). Le madri di origine asiatica e sudamericana costituiscono rispettivamente il 19 % e l’8,7% delle madri straniere.

L’età media della madre è di 33,1 anni per le italiane mentre scende a 31 anni per le cittadine straniere.

L’età media al primo figlio per le donne italiane, quasi in tutte le regioni, è superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Le donne straniere partoriscono il primo figlio in media a 29,2 anni. elle donne che hanno partorito nel 2021 il 42,4% ha una scolarità medio-alta, il 23,4% medio-bassa e il 34,2% ha la laurea.

Il livello di scolarità aumenta con l’aumentare dell’età al parto: il 77,7% delle donne con meno di 20 anni hanno al massimo un diploma di licenza media inferiore.

La frequenza di madri coniugate è pari al 57,2%, mentre il 40,7% sono nubili e il 2,2% separate, divorziate o vedove. Con riferimento all’età, le madri con meno di 20 anni sono nubili nell’89,4% dei casi e la percentuale di coniugate diminuisce drasticamente fra le partorienti con meno di 20 anni (il 10,2%).

L’analisi della condizione professionale – sempre secondo il report del ministero della Salute - evidenzia che il 57,7% delle madri ha un lavoro, il 25,8% sono casalinghe e il 16,5% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione. La condizione professionale delle straniere che hanno partorito nel 2021 è per il 51,4% quella di casalinga, mentre il 64,9% delle donne italiane ha invece un’occupazione.

Il rapporto analizza anche il numero delle visite di controllo in gravidanza: a livello nazionale nel 91% delle gravidanze sono state effettuate più di 4 visite, mentre la percentuale di gravidanze in cui non è stata effettuata alcuna visita è dello 0,7%. Guardando alla percentuale di gravidanze in cui viene effettuata la prima visita dopo l’undicesima settimana di gestazione si evidenziano alcune correlazioni significative con le caratteristiche socio-demografiche delle madri: la cittadinanza, il titolo di studio e l’età.

Le donne con cittadinanza straniera non si sottopongono ad alcun controllo nell’ 1,2% dei casi, rispetto ad una percentuale dello 0,7% per le donne italiane, e si sottopongono alla prima visita di controllo dopo l’undicesima settimana di gestazione nel 10,2% dei casi, rispetto all’1,9% delle donne italiane.

Le donne con scolarità medio-bassa effettuano la prima visita più tardivamente: la percentuale di donne con titolo di studio elementare o senza nessun titolo che effettuano la prima visita dopo l’undicesima settimana di gestazione è pari al 11,7% mentre per le donne con scolarità alta, la percentuale è del 2%. Anche la giovane età della donna, in particolare nelle madri al di sotto dei 20 anni, risulta associata ad un maggior rischio di controlli assenti (2,7%) o tardivi (prima visita effettuata oltre l’undicesima settimana di gestazione nel 12% dei casi).

Per quanto concerne le ecografie, nel 2021 a livello nazionale, sono state effettuate in media 5,6 ecografie per ogni parto, con valori regionali variabili tra 4,1 ecografie per parto in Piemonte e 7,7 ecografie per parto in Sardegna. Per il 75,9% delle gravidanze, si registra un numero di ecografie superiore a 3, valore raccomandato dai protocolli di assistenza alla gravidanza del ministero.

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