La cittadinanza onoraria a Benito Mussolini va revocata? A quasi cento anni dalla Marcia su Roma, la domanda corre veloce da un capo all’altro dell’Italia. Infiamma i vari Consigli comunali e puntualmente il mondo politico, ma non solo, si divide: da un lato ci sono i fautori della cancellazione dell’onorificenza “al primo fascista del Paese”, sostengono. Dall’altro ci sono i “conservatori” decisi a tutelare la storia. Nelle settimane scorse il caso è arrivato anche a Oristano che ha mantenuto il Duce tra i cittadini illustri, due anni fa le stesse scelte sono state adottate anche a Terralba con polemiche andate avanti per mesi.

Il caso

Dal nord al sud della penisola, il tema è stato dibattuto in numerose aule consiliari. E se ci sono stati Comuni come Asti, San Cesario sul Panaro in provincia di Modena, Campi Bisenzio a Firenze, Adria (in provincia di Rovigo) che hanno deciso di annullare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, ci sono anche le amministrazioni che invece hanno fatto la scelta opposta. A iniziare dal Consiglio comunale di Salò (Brescia) che un anno fa aveva bocciato la proposta per arrivare fino a Locorotondo, paese di 15 mila abitanti della Città metropolitana di Bari. Sulla stessa linea il Consiglio comunale di Finale Ligure e Codogno, in provincia di Lodi: anche la cittadina simbolo della pandemia Covid, ha confermato l’onorificenza a Mussolini. E così Latina, Marino, il Comune di Pezzana nel Vercellese.

Le motivazioni alla base delle scelte hanno tutte un filo conduttore. Per gli uni “Mussolini è e rimane un criminale. Togliergli la cittadinanza onoraria in qualunque comune della Repubblica è un atto, seppur tardivo, di memoria attiva, di ristabilimento della dignità di un ente locale che conserva nella sua storia ogni atto prodotto, ma che può smettere di fregiarsene”, recitano le mozioni presentate nei vari Consigli comunali. Coloro che invece hanno votato in maniera opposta sostengono che “oggi non si può pensare di avere il diritto di rimuovere la storia. Togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini significa banalizzare”.

La proposta in Sardegna

Un anno fa anche la Corona de Logu, assemblea degli amministratori locali indipendentisti, aveva deciso di portare nei Consigli comunali della Sardegna la mozione per la revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini da diverse città dell’Isola nel Ventennio fascista. Una scelta basata su motivazioni etiche e politiche come aveva spiegato Davide Corriga, uno dei fondatori della Corona de Logu: “Negli anni del regime fascista furono completamente calpestati i valori di uguaglianza e solidarietà, l’esercizio dei diritti civili, sociali, politici ed economici nonché la dignità degli individui, con discriminazione e persecuzione dei cittadini a seconda del sesso, della razza, della lingua, della religione, delle opinioni politiche e delle condizioni sociali”. La Corona de Logu, intende inoltre evidenziare “il valore dell’onorificenza della cittadinanza onoraria, da conferire a personalità battutesi nella loro vita per preservare e conquistare i diritti e le libertà invece che sopprimerle e negarle”. L’iniziativa della Corona de Logu non nasce con l’intento di cancellare la storia ma come “atto simbolico e auspicio, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, a trarre insegnamento dagli eventi storici per la costruzione di un futuro libero e giusto per il popolo sardo e per la nostra Isola”.

Nell’Oristanese

Con lo stesso spirito la proposta è stata affrontata in diversi Comuni. A Terralba erano state raccolte ben 600 firme per eliminare il nome di Mussolini dalla lista dei cittadini illustri; ma la mobilitazione dell’associazione Madiba Coscienza civile non era bastata e il Consiglio comunale aveva votato contro. Discussioni simili anche a Macomer, la proposta era rimbalzata sui social ma poi tutto si è fermato.

Il monumento a Eleonora d'Arborea (archivio Unione Sarda)
Il monumento a Eleonora d'Arborea (archivio Unione Sarda)
Il monumento a Eleonora d'Arborea (archivio Unione Sarda)

A Oristano la mozione, presentata dal consigliere comunale di Progres Andrea Riccio, è stata discussa qualche settimana fa. “Oristano è una culla del diritto da secoli, pensiamo alla Carta de Logu. Può un assassino del diritto essere cittadino onorario della città della giudicessa Eleonora d’Arborea? Non dobbiamo cancellare la storia, dobbiamo leggerla e possiamo correggere un errore” hanno ripetuto i consiglieri di minoranza.

Il sindaco Andrea Lutzu ha invece ricordato che “la cittadinanza onoraria fu un atto di regime, venne assegnata nel 1924 da un commissario. Sono fortemente antifascista ma la cittadinanza onoraria è un’altra questione. Mi chiedo se abbia senso revocarla o lasciarla come monito e insegnamento”. Sulla stessa linea la maggioranza che ha insistito sul fatto che quell’onorificenza è un fatto storico che non va cancellato. Il caso ha acceso aspre polemiche, l’Anpi dopo il voto ha preso le distanze dall’amministrazione comunale.

Tra i Comuni sardi che hanno revocato la cittadinanza uno dei primi è stato Bauladu.

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