Nel migliore dei casi, se di truffa si tratta, più che una casa è una topaia ben diversa da com’era stata descritta e fotografata nell’annuncio on line. Ed è il migliore, perché c’è addirittura di peggio: ad esempio, la casa per le vacanze promessa (e pagata, con un acconto o per intero) proprio non esiste, oppure c’è ma chi la dà in locazione al turista per il periodo estivo non ne è il proprietario né ha titolo per farlo. Insomma, ha affittato casa d’altri, ignari. Incassati i soldi, generalmente con un bonifico bancario, il locatore sparisce e il turista, all’arrivo, non ha un posto dove andare. Né soldi in tasca.

Le truffe per le case-vacanza non sono affatto una novità, tutt’altro. Per questo le agenzie immobiliari, o i siti specializzati come ad esempio Booking.com, Airbnb o Trivago (ma sono tantissimi), ci mettono la faccia (vera) per garantire il turista: da quello “continentale” che affitta una casa – generalmente al mare – in Sardegna ai sardi che la prendono in affitto nella propria Isola o altrove. Ma c’è anche chi, pur sapendo che le garanzie esistono quando l’intermediario è serio, poi non sa dire di no ad accordi verbali che escono del tutto dai protocolli – magari per risparmiare qualche soldo – e poi all’arrivo nel luogo delle vacanze deve arrangiarsi pagando una seconda sistemazione. Perché la prima non c’è oppure è fatiscente, ma i soldi sono già nelle tasche del truffatore.

L’unico modo per difendersi è seguire le regole senza ascoltare il canto delle sirene dei prezzi stracciati. Anche perché per una casa al mare ad agosto in Sardegna, tanto per dire, il prezzo stracciato non può esistere: nell’Isola il mercato delle case-vacanza si riduce a pochi mesi estivi, in cui si deve realizzare il massimo in termini di guadagni. Altrimenti non conviene a chi concede in locazione breve un alloggio ai turisti. Ma si sa, pur davanti a offerte improponibili (nel senso che si spende evidentemente troppo poco), l’idea di essere i più furbi del mondo tanto cara agli italiani, isole comprese, poi porta a schiantarsi sul muro del raggiro.

Ecco perché, perfino laddove le regole e le garanzie ci sono, il furbetto che vuole spendere poco in cambio di una reggia trova il raggiro. Ed ecco perché la Polizia postale e delle comunicazioni (competente anche per i reati commessi sulla Rete) ed Airbnb (l’intermediario di camere, alloggi per vacanze e bed & breakfast notissimo in tutto il mondo) hanno stilato un vademecum per non restare, come dire, “fregati”. È così nata la guida tascabile curata da Altroconsumo, Polpost e Airbnb per evitare i raggiri.

Intanto qualche numero, ché non guasta mai. Secondo le rilevazioni di Airbnb, dopo la fase più severa della pandemia le persone riprendono ad andare in vacanza: le prenotazioni, già aumentate di un terzo nell’estate del 2019 (pre Covid), avanzano del 53% quest’estate. Il turismo rurale è invece passato dal 21% del 2019 al 37% di quest’anno. Quasi sette utenti Internet su dieci (il 65%), acquistano una vacanza on line oppure alternano on line e metodi tradizionali. Il dato è dell’Osservatorio multicanalità del Politecnico di Milano e Nielsen. L’anno scorso, le truffe on line sono cresciute del 142% rispetto al 2019, stando alle denunce presentate alla Polizia postale: con il lockdown, si comprava molto sul Web.

E allora, vediamo qualche consiglio tratto dalla guida. I truffatori spesso fingono di essere italiani residenti all’estero, quindi non possono mostrare la casa-vacanza al cliente, ma inviano i contratti, mettono fretta e richiedono un bonifico internazionale. Poi scompaiono. Oppure è davvero qualcuno che ha inserito un annuncio su Airbnb, ma subito propone di continuare la trattativa via email “per risparmiare le commissioni”, poi rimuove l’annuncio e invia un link che sembra condurre a quello, invece è una copia farlocca dell’annuncio pubblicato su Airbnb. Addio soldi. Come resistere, poi, alla tentazione di un sostanzioso sconto? Lo promette chi ha inserito l’annuncio e poi propone di annullare la prenotazione e trattare privatamente. Così parte il bonifico e parte anche (nel senso che non lo si ritroverà mai più) l’autore del falso annuncio, e in mano non si avrà più nulla.

Come in ogni storia, soprattutto in quelle brutte, c’è una morale. Anzi, ce ne sono tante. La Polizia postale consiglia prima di tutto di non pagare con bonifico, nemmeno per la caparra: su Airbnb non è consentito, si paga solo attraverso il sito. A proposito di sito: mai trattare al di fuori, perché si perdono ogni garanzia e protezione. Se i truffatori inviano il link dell’annuncio su Airbnb, controllare l’indirizzo del sito per avere la prova che sia effettivamente così: deve iniziare con Airbnb.it. Se si prenota una casa-vacanza per Ferragosto, il prezzo è stracciato e non ci sono recensioni, scappare a gambe levate. Ma la regola più importante è non accettare mai, dopo una prenotazione su Airbnb, un cambio di sistemazione, qualunque sia il motivo per cui ci si dice che è necessario. La cosa migliore, è contattare la piattaforma e farsi restituire tutti i soldi: qualcos’altro, con tutte le garanzie antitruffa, si trova sempre.

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