Trappole che infliggono atroci sofferenze a uccelli ma anche a cinghiali, cervi e talvolta persino animali domestici come i cani. Lacci e tagliole, nascoste fra la fitta vegetazione, sono una delle pratiche più odiose ma purtroppo diffuse nell’Isola e nel resto d’Italia. Il WWF da sempre è in campo per cercare di combattere contro questo fenomeno e nei giorni scorsi in Sardegna si è concluso il campo antibracconaggio che si è concentrato soprattutto nel Sud dell’Isola in particolare nel Sulcis meridionale dove il fenomeno del bracconaggio sembrerebbe concentrarsi maggiormente.

Nonostante il maltempo, l’attività dei volontari (molti sono arrivati anche dal centro Italia) ha consentito di rimuovere oltre 100 trappole, soprattutto i cosiddetti lacci: cappi, realizzati con fili metallici, piazzati nella fitta vegetazione in luoghi di passaggio della fauna selvatica. Un sistema di trappole destinato a catturare cinghiali e cervi che, imprigionati in quei lacci, sono condannati a momenti di grandissima sofferenza fino alla morte. Dal WWF ricordano che “simili strumenti sono particolarmente dannosi per qualsiasi specie, non solo per gli animali selvatici come le volpi o i rari gatti selvatici ma anche per le specie domestiche come le capre o i cani”.

Gravi pericoli anche per i volatili tanto che quest’area della Sardegna rientra in una delle sette aree a rischio del Piano nazionale antibracconaggio. Ogni anno, proprio in questo periodo in coincidenza con il passaggio degli uccelli migratori, “vengono posizionate migliaia di trappole e reti per la cattura di uccelli, in particolare di tordi e storni – aggiungono dall’associazione- destinati ad alimentare il mercato illecito della ristorazione tipica locale. Questi mezzi di cattura oltre ad essere illegali non sono selettivi, di conseguenza a farne le spese sono anche numerose altre specie come pettirossi, fringuelli, occhiocotti, merli e addirittura rapaci”.

Un volontario all'opera (foto concessa)
Un volontario all'opera (foto concessa)
Un volontario all'opera (foto concessa)

Il WWF come sempre ha svolto un lavoro importante in difesa degli animali e dell’ambiente. Abbiamo lavorato intensamente per consentire di riprendere le attività del campo antibracconaggio WWF Italia – ha dichiarato Giampaolo Oddi, coordinatore nazionale della vigilanza volontaria WWF – Un sentito ringraziamento va ai carabinieri del Raggruppamento Cites e al personale del corpo forestale regionale per l’impegno nel proteggere questi luoghi straordinari e per il supporto e la disponibilità nel consentire una collaborazione con le associazioni di protezione ambientale”.

Il WWF auspica che la nuova Giunta regionale si dimostri sensibile e attenta al problema del contrasto al bracconaggio e alla tutela della biodiversità, assicura la massima disponibilità a una collaborazione su questi temi e progetti.

Il WWF opera da decenni in quest’area. È infatti qui, che a metà degli anni ’80 del Novecento, l’associazione acquistò con una grande operazione di raccolta fondi, un territorio che al tempo ospitava uno degli ultimi nuclei di cervo sardo sopravvissuti nell’Isola. Nacque allora l’Oasi WWF di Monte Arcosu, per una superficie di 3500 ettari. In quel momento, il nucleo di cervi risultava essere intorno ai 70 esemplari. Grazie proprio alla lotta al bracconaggio e alla gestione dell’Oasi, da qualche anno la popolazione ha superato il migliaio di individui. Un successo che ha favorito anche altri traguardi, visto che nel frattempo, grazie anche alle iniziative del WWF è stato istituito il Parco regionale del Gutturu Mannu la cui superficie comprende una parte importante del Sulcis. “Questo ha favorito la diffusione nella popolazione locale di una maggiore consapevolezza delle ricchezze naturali custodite nel territorio e della necessità di tutelarle e proteggerle – ricordano dal WWF - Nonostante questo decennale impegno, pur registrando una riduzione di questo fenomeno criminale, siamo ancora lontani dall’averlo debellato e per questo siamo consapevoli della necessità di continuare a tenere alto il livello di attenzione”.

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