Qualche settimana fa un’altra croce. L’ultima di un elenco che sembra non aver fine. L’ennesima tragedia nella rotonda maledetta della Statale 130 alla periferia dei Decimomannu. Da anni un comitato di cittadini si batte per chiedere maggiore sicurezza e soprattutto l’avvio dei lavori per realizzare un cavalcavia sulla strada che collega Cagliari con l’Iglesiente. Ci sono anche 190 milioni di euro, stanziati per eliminare tutti gli incroci a raso. Ma i lavori non decollano.

La protesta del comitato

«Il progetto è stato già approvato, ma attualmente è fermo al ministero dal 2020 per la valutazione di impatto ambientale – ricorda Ottavio Schirru, portavoce del Comitato per la sicurezza sulla 130 – nel frattempo ci sono stati tantissimi incidenti. Molte persone hanno perso la vita, altre sono rimaste ferite. Noi continuiamo a combattere. Non ci arrendiamo. A volte ci sembra di vivere in un incubo. Tutti sanno che ormai la strada va messa in sicurezza, ma nessuno fa niente».

Il progetto

Il progetto dell’Anas per i lavori sulla Statale 130 prevede l’eliminazione di tutti gli incroci a raso all’altezza di Elmas, Assemini e Decimomannu. I sindaci dei tre paesi anche nei giorni scorsi hanno rinnovato gli appelli per chiedere l’avvio dei lavori. «In passato generazioni di amministratori comunali – continua Ottavio Schirru – si sono battute per chiedere l’installazione della barriera spartitraffico. L’obiettivo, dopo tante lotte e proteste, è stato raggiunto. Ora bisogna fare questo ulteriore passo per sistemare una volta per tutta la Statale 130».

La rotonda della morte

La rotatoria si trova all’altezza del chilometro 12 sulla 130, per la precisione tra la via San Sperate e la Statale 130dir. Ogni giorno viene attraversata da migliaia di auto, ma anche da tantissimi pedoni e ciclisti. «Spesso capita di vedere qualcuno con il monopattino – dicono i rappresentanti dei Comitato – i rischi sono altissimi. Questa strada viene utilizzata dai decimesi che devono raggiungere l’altra parte del paese, oltre la 130. Sono inoltre numerosi anche i lavoratori che percorrono la strada ogni giorno per arrivare alle aziende nella zona artigianale». La rotonda è priva di illuminazione e la sua pericolosità si accentua in particolare nelle ore notturne. Gli incidenti sono frequentissimi. La segnaletica c’è, ma purtroppo sono pochissimi gli automobilisti che rispettano i limiti di velocità.

Gli incroci pericolosi

Sulla 130 ci sono però anche altri incroci particolarmente pericolosi, come quelli all’altezza di Truncu Is Follas a Elmas e all’ingresso di Assemini. La Statale è inoltre disseminata di stradine laterali utilizzate per raggiungere terreni privati. Mancano infine gli attraversamenti pedonali e l’illuminazione. A volte basta un banale tamponamento per mandare il tilt il traffico, con gli automobilisti costretti a cercare percorsi alternativi. Accade spesso, a tutte le ore del giorno e della notte. Uno dei tratti più pericolosi è all’altezza del primo svincolo per Assemini per chi arriva dal Sulcis Iglesiente. Nel semaforo tra la 130 e via Piave si sono verificati tantissimi incidenti. «Quando si verifica un incidente in quel punto – ricorda Ottavio Schirru – si forma una lunga coda. Alcuni automobilisti cercano di imboccare il primo ingresso per Assemini a poche centinaia di metri dal semaforo. Attraversano via Corsica e corso Africa creando grossi problemi alla viabilità. Finora nella nostra battaglia siamo stati sempre propositivi, ma a quanto pare non basta. I nostri appelli purtroppo sono caduti nel vuoto e sulla Statale 130 continuano a verificarsi incidenti. Praticamente quasi ogni giorno e spesso, purtroppo, si tratta di tragedie. Il cavalcavia all’altezza della rotonda di via San Sperate va realizzato nel minor tempo possibile. Ci chiediamo come mai non sia ancora intervenuta la Procura per indagare sulle lungaggini burocratiche che hanno caratterizzato questo progetto e tutti i lavori. C’è in ballo un finanziamento di 190 milioni di euro. Soldi già stanziati che aspettano soltanto di essere spesi».

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