Il progetto dentro l’opera, l’idea e la sua realizzazione: vedere il pannello dedicato al museo archeologico di Olbia nella mostra di Vanni Maciocco che in quelle sale espositive davanti al mare è ospitata, è quasi un gioco di specchi che rende palpabile l’idea della nave ormeggiata in porto, poco distante dall’attracco dei traghetti di oggi e dal luogo in cui sono state ritrovate le navi romane. Una delle tante opere realizzate dall’architetto-ingegnere al quale è dedicata la retrospettiva “Vanni Maciocco, abitare il territorio” che - dopo l’apertura nella sua città natale dove sarà visitabile fino al 21 luglio - viaggerà per altri lidi, sardi, nazionali ed europei.

La mostra, come il catalogo che la accompagna con importanti contributi che accendono un faro sull’opera dell’architetto, è curata da Antonello Marotta (docente dell’Università di Sassari) e Paola Mura architetta e componente del direttivo di In/Arch Sardegna che insieme ad Ance Sardegna ne è promotrice. Un omaggio legato al Premio alla carriera conferito a Maciocco nell’ambito dei Premi In/architettura Sardegna che vede insieme le sezioni territoriali dell’Istituto nazionale di architettura e dell’Associazione nazionale dei costruttori edili in un incontro felice tra cultura del progetto e cultura dell’impresa. «L’intento dei premi e della mostra è quello di contribuire alla promozione e alla diffusione della buona architettura nella nostra regione», dicono Andrea Casciu e Pierpaolo Tilocca, rispettivamente presidenti di In/Arch e Ance per la Sardegna: «La giuria ha premiato Giovanni Maciocco anche per la sua capacità di ideare e realizzare opere di architettura contemporanee di qualità, radicate nel territorio e nella vita delle persone che lo abitano. E di farlo attraverso un fecondo dialogo interdisciplinare con altri portatori di conoscenze, geologi, botanici, epistemologi, ingegneri, antropologi, storici dell’arte. E naturalmente con le imprese e le maestranze che traducono i progetti in realtà».

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Un viaggio attraverso la produzione del progettista e maestro (Maciocco, 77 anni, è stato fondatore del corso di Architettura ad Alghero nel quale insegna tuttora come professore emerito) raccontata con 55 grandi pannelli e quattro album da 50 pagine con schizzi, progetti e istruzioni di cantiere, che i visitatori possono sfogliare. Tra gli edifici pubblici oltre al museo di Olbia, la stessa Scuola di Architettura di Alghero, tra quelli privati la Casa nell’Emiciclo a Sassari e quella in via Giacomo Pala ad Olbia, che fu presentata alla Biennale di Venezia nel 1996. Edifici immersi nella natura e il recentissimo progetto di Città ambientale della Barbagia, che idealmente collegherà otto paesi (Tiana, Sarule, Ovodda, Oniferi, Olzai, Ollolai, Lodine e Gavoi) nel segno dell’acqua.

Il prezioso catalogo, 108 pagine, approfondisce il viaggio con la chiave di lettura sul senso profondo dell’opera grazie a architetti, docenti e intellettuali. «L’opera di Giovanni Maciocco si contraddistingue per il costante intreccio tra una riflessione teorica originale e la pratica del progetto alle varie scale», scrive Francesco Spanedda, professore associato all’Università di Sassari: «Uno dei tratti salienti della sua produzione è la capacità di partire dalla realtà di un territorio peculiare e a tratti marginale come quello sardo per costruire una riflessione più generale sulle modalità e sulle pratiche del progetto contemporaneo».

Progetti, schizzi e appunti in mostra
Progetti, schizzi e appunti in mostra

Progetti, schizzi e appunti in mostra

Progetto e ambiente

L’ambiente è al centro dell’architettura del progettista sardo. «Il concetto di “progetto ambientale”, proposto da Maciocco, si configura come una risposta non solo alla crisi ambientale del nostro tempo, ma anche alle sfide sociali e culturali che essa comporta», evidenzia l’architetta e curatrice della mostra Paola Mura: «Contrariamente a un approccio nostalgico o deterministico, Maciocco abbraccia la complessità del presente e guarda al futuro con uno sguardo propositivo, individuando nei territori studiati le potenzialità per la costruzione di futuri sostenibili e inclusivi».

Appunti su Olbia
Appunti su Olbia

Appunti su Olbia

Olbia, città antichissima e proiettata al futuro, dove la bellezza ambientale è stata troppo spesso offuscata da una corsa all’edificazione frutto di una crescita tumultuosa, è oggi al centro di una sfida. Quella di trovare – nel costruire e soprattutto nello spazio pubblico - una sintesi tra lo sviluppo legato a un’economia in crescita costante e ai tratti identitari dei luoghi. Alla città gallurese è dedicata la riflessione del filosofo della scienza Silvano Tagliagambe. «Se devo immaginare – scrive - una rappresentazione fisica, un intervento architettonico che rappresenti una compenetrazione tra le due dimensioni legate al concetto esterno/interno uno degli esempi migliori che mi viene in mente è quello dell’idea di Vanni Maciocco di Olbia come città “duale”, la cui evoluzione è orientata da coordinate depositate nel sistema ambientale, con elementi naturalistici, la zona pianeggiante, l’arco collinare, i due golfi la cui funzione è stata quella di fungere da strutture generative che hanno delineato e indirizzato le vie della crescita». E il museo è al centro della scena. «Il progetto – conclude il filosofo – racconta così e sintetizza al meglio il volto della città: con il suo aspetto esterno, fatto di componenti ambientali naturali e del costruito, sotto forma di edifici e strade; e con il suo complesso universo culturale, espressione della comunità che, nel corso della sua storia, la città l’ha vissuta e l’ha animata».

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