La morte a 82 anni per un tumore al colon di Pelé monopolizza le prime pagine dei quotidiani di tutto il modo. A cominciare, ovviamente, da quelli del Brasile, dove sarà lutto nazionale per tre giorni. O Globo si dice "addolorato" per la perdita del "re immortale del calcio", mentre Estadao titola in maniera più sorbia "Pelé è morto, il calcio perde il suo re". Il tributo più intenso arriva forse dalle pagine del Folha de Sao Paulo, per il quale O Rei ha "mostrato la forza dello sport e spinto i limiti della celebrità". Struggente l'elogio conclusivo: "Non ci sono parole in nessuna lingua al mondo che possano esprimere le sue imprese e il fascino che ha suscitato in tutto il globo con la sua arte di giocare a calcio come nessun altro. Mai prima d'ora su questo pianeta una sola persona ha riunito tutti gli elementi fondamentali di un gioco come lui, non a caso in quello più popolare in assoluto".
Anche l'Argentina, nonostante la presunta rivalità con Diego Armando Maradona (e Lionel Messi), ha reso omaggio ad una leggenda che non avrà mai fine. Sul Clarin si legge che Pelé è stato "la prima stella del calcio, un grande tra i grandi". Stesso concetto espresso da Olé: "Al di là della rivalità che esiste tra Argentina e Brasile, nessuno può dubitare che Pelé sia stato uno dei più grandi calciatori della storia". Più freddi gli Stati Uniti, dove il soccer non è certo lo sport principale. Il New York Times, ad esempio, non pubblica la notizia della scomparsa di Pelé in prima pagina. "Il modo migliore per capire cosa ha rappresentato per il calcio è che il suo no era diventato sinonimo di eccellenza. E questo nonostante poche persone lo abbiano visto giocare", ha spiegato ai suoi lettori Rory Smith. In Inghilterra, invece, The Guardian sottolinea come sia stato l'ex fuoriclasse verdeoro "a stabilire gli standard di eccellenza in base ai quali i calciatori vengono ora giudicati".

Quindi le leggende dello sport. Michael Jordan, per molti il miglior giocatore di basket di tutti i tempi, rende omaggio a Pelé e lo fa quasi volendo passare in secondo piano rispetto a coloro che considera più grandi lui. Infatti MJ pubblica la foto di un evento del 1999 in cui Sport Illustrated riuscì a riunire molti miti dello sport statunitense fra i quali anche Pelè, che veniva considerato 'di casa' per il suo passato nei NY Cosmos. E in quella immagine Jordan si era messo in ultima fila, tra Bill Russell e Tiger Woods, mentre davanti al fenomeno dei Chicago Bulls c'erano Muhammad Ali, Pelé e Kareem Abdul Jabbar. E proprio ad Alì e O Rei che erano vicini in quella foto si riferisce Jordan, scrivendo «che momento fu quel giorno (1999) con i più grandi di ogni tempo... tu sei proprio vicino ad #Ali, voi siete l'essenza della grandezza. Riposa in pace #Pelé, e gli altri che abbiamo perso. Condoglianze alla famiglia e agli amici che attraversano questi duri momenti».

In Italia è intervenuto tra gli altri Gianni Rivera: «E' mancato il mio amico Pelé' che ho sempre considerato il più grande di tutti i tempi. Sapeva utilizzare entrambi i piedi allo stesso modo, con la stessa sensibilità e con la stessa potenza. Se non ci fosse stato il calcio, lo avrebbe sicuramente inventato». Comincia così il ricordo di Gianni Rivera, che su Facebook spiega chi fosse per lui O Rei, suo rivale, anche se soltanto per 6 minuti, nella finale mondiale di Messico 1970 e, sette anni prima (e per l'intero match), in quella d'andata della Coppa Intercontinentale che il Milan vinse a San Siro 4-2 sul Santos, con doppietta di O Rei.  «Avevamo un ottimo rapporto e sono veramente dispiaciuto della sua scomparsa - continua Rivera, vincitore del Pallone d'oro nel 1969 -. Mi sembra inutile tentare di fare una classifica fra chi era più bravo tra lui e gli altri grandi calciatori di tutti i tempi. Altafini mi ha raccontato una volta che era bravo anche in porta! Un giorno prima di iniziare gli allenamenti con il Santos, la sua squadra, si mise d'accordo con l'allenatore per fingersi un nuovo portiere che voleva essere assunto. Nessuno si accorse che era lui e parò tutti i tiri che gli fecero i compagni dal limite dell'area di rigore!!! Questo è sufficiente per capire chi è stato». 

L’ultimo saluto

Sarà Vila Belmiro, lo stadio del "suo" Santos, a ospitare la camera ardente a partire dalle 10 locali di lunedì. Secondo "O Globo", al pubblico sarà data la possibilità di un ultimo saluto a Pelè fino alle 10 di martedì. Poi la salma dell'ex fuoriclasse brasiliano lascerà l'impianto per un corteo funebre fra le strade della città di Santos, passando anche davanti alla casa della madre, Dona Celeste, fino a raggiungere il Memorial Necropole Ecumenica, un cimitero verticale con vista proprio su Vila Belmiro. Sarà lì che Pelè riposerà per sempre, col funerale riservato ai soli familiari.
 

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