L’obiettivo minimo fissato da Roberto Mancini, le semifinali di Wembley, è stato raggiunto. Ma l’appetito vien mangiando, e dopo aver steso il Belgio numero uno del ranking mondiale, tra gli azzurri si fa sempre più strada la consapevolezza. 

Questa Italia è forte e può andarsi a giocare la finale degli Europei. Ultimo ostacolo verso la finale è la Spagna, ma questa volta non si va a giocare col timore reverenziale delle ultime sfide. Anzi…

"Noi siamo l'Italia, speriamo di fare l'Italia", le parole del ct alla vigilia della grande sfida. "Lo abbiamo iniziato e dobbiamo finirlo, ma da qui alla fine ci sono la Spagna e un'eventuale altra partita".

Rifiuta l’etichetta di favorito ("Le chance sono 50 e 50") e chiarisce che "non è una finale anticipata", perché alla fine "conta chi arriva sul gradino più alto".

La vigilia è più tesa delle precedenti, il traguardo è più vicino.

Una sconfitta lascerebbe comunque in eredità l'orgoglio di un ritorno non scontato fra le prime quattro, base su cui sperare per il Mondiale dell'anno prossimo. Una vittoria sarebbe storica, perché solo tre volte l'Italia del calcio è arrivata in fondo all'Europeo e ne ha vinto solo uno, nel 1968.

Per allungare la sua imbattibilità che dura da 33 partite ora Mancini deve superare una nazionale che nella sua storia ha vinto tutte le quattro semifinali europee disputate. Questa guidata da Luis Enrique non ha fatto faville ma resta la più prolifica di Euro 2020 con 12 reti segnate, una più dell'Italia, e come di consueto domina le statistiche su possesso palla (67,2%) e precisione nei passaggi (89,4%).

"Luis Enrique è bravo - il parere di Mancini -, tutte le sue squadre giocano bene a calcio, al di là delle vittorie. Loro hanno inventato un calcio che li ha portati a successi straordinari. Il nostro calcio è leggermente differente, ma siamo italiani, non possiamo diventare spagnoli all'improvviso".

"Dobbiamo stare attenti. Ci metteranno in difficoltà con il loro palleggio", ne è consapevole Leonardo Bonucci, che con i compagni intende onorare la promessa fatta a Leonardo Spinazzola, costretto a guardare la partita dall'ospedale in Finlandia dove è stato operato al tendine d'Achille. Al suo posto sulla fascia ci sarà Emerson Palmieri, Federico Chiesa dovrebbe essere confermato nel tridente e Ciro Immobile continua a godere della fiducia di Mancini, convinto che il centravanti tanto criticato può essere decisivo.

Sarà cruciale il duello a centrocampo fra Jorginho e Sergio Busquets, vero fulcro della Spagna con il 18enne Pedri.

Unico cruccio del ct: nell'Inghilterra che fra due settimane si prepara ad abbandonare la mascherina e riaprire i locali notturni, le limitazioni per il Covid non permettono le trasferte dei tifosi. "Trovo molto ingiusto che non ci siano metà tifosi italiani e metà spagnoli - il ragionamento di Mancini -. Per il resto meglio giocare davanti al pubblico piuttosto che con poche persone, credo sia il bello dello sport, del calcio, degli spettacoli in generale".

(Unioneonline/L)

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L’arrivo degli azzurri a Wembley

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