Aspettando l’hombre del partido
A Wembley si prospetta una sfida equilibrata e l’Italia spera che Ciro Immobile...
Ci siamo. Per arrivare alla nostra quarta finale (in realtà la quinta, perché nel ‘68 ne giocammo due), chiediamo spazio proprio alla Spagna che ci ha travolto (4-0) nell’ultima che abbiamo giocato, quella del 2012 a Kiev. In campo c’erano Jordi Alba (che segnò una rete), Sergi Busquets e Giorgio Chiellini, mentre anche allora Salvatore Sirigu era in panchina. Sono i quattro reduci di una partita che, almeno sulla carta, è molto diversa da quella che si attende oggi alle 21 a Wembley. Si prospetta un match equilibrato, tra due centrocampi forti e abili nel palleggio. L’Italia si lascia preferire in difesa (2 reti subite, compreso un rigore, contro le 5 degli spagnoli), la Spagna ha segnato un gol in più e ha un Morata capace di tutto. Noi invece abbiamo la nostra forza sulle fasce (ma l’assenza di Spinazzola è pesantissima), mentre il “centravanti” è in crisi, dopo un buon avvio. Come per lo spento e nervoso Barella dell’Austria, però, Roberto Mancini dà grande fiducia a Ciro Immobile. Paolo Rossi e Bearzot ce l’hanno insegnato 39 anni fa, proprio in Spagna: e se fosse lui l’hombre del partido?